Legambiente convoca tutti i candidati sindaco a esporre le loro posizioni in materia di ambiente. Qualcuno propone, qualcuno glissa, qualcun altro è bravo a raccogliere consensi
Sembrava un comitato pro Bonelli, la conferenza stampa organizzata da Legambiente Taranto, qualche giorno fa presso la Biblioteca comunale Acclavio in via Salinella. L’associazione ambientalista, in occasione delle prossime elezioni comunali, ha invitato i nove candidati sindaco per porre loro alcuni quesiti sull’ambiente e tutto ciò che ne concerne, al fine di capire e comprendere le loro posizioni. Essere ambientalista a Taranto, quest’anno, e negli ultimi mesi in particolar modo, va di moda, è come direbbe qualcuno “è in”; come si può in una città come Taranto non essere a favore della chiusura dell’Ilva, delle energie rinnovabili, della green economy, soprattutto in un momento come questo, esasperato dall’inquinamento subìto dalla grande industria, oltre che dalle false speranze per un possibile cambiamento. Sicuramente per questo, il candidato sindaco Angelo Bonelli raccoglie una larga schiera di consensi, molti dei quali presenti in biblioteca, toccati in prima persona dall’argomento trattato. Lunetta Franco, presidente Legambiente Taranto, insieme a Francesco Tarantini, presidente Regionale Legambiente e Stefano Ciafàni, vicepresidente Nazionale Legambiente, hanno interrogato i candidati; non erano presenti Di Cuia, Condemi, Cito, Dante Capriulo e il sindaco Stefàno. Elena Modìo e Massimo Prontera, membri dell’associazione, hanno letto le risposte all’invito inoltrate via mail, rispettivamente del Sindaco e di Condemi. La prima domanda è stata sull’A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale), sulle emissioni di diossina e se è giusto chiudere tutti gli impianti o solo l’area a caldo. La seconda sulle bonifiche: data la questione annosa e le ingenti risorse economiche che ne occorrerebbero, chiede cosa pensa di fare il futuro sindaco. La terza, riprendendo ad esempio ciò che sta già avvenendo a Bari (bike sharing, e cioè stazioni dove collocare biciclette in diversi punti della città, metropolitana) chiede se anche a Taranto ci sarà sviluppo e mobilità ecosostenibile. La quarta vuol sapere quale sarà l’atteggiamento nei confronti dell’ENI, che in sostituzione di una centrale più nuova, vuole attuare un aumento dello stoccaggio (Tempa Rossa). La quinta è sulla questione urbanistica e il verde urbano, la sesta sulla raccolta differenziata. Le risposte palleggiavano come una pallina da ping pong soprattutto tra Bonelli, Mazza e Alessandro Furnari del Movimento 5 stelle. L’ultimo, viso pulito e angelico a dir la verità, ha detto chiaramente che l’A.I.A. non dovrebbe proprio essere considerata, in quanto non esiste compatibilità tra il siderurgico e l’ambiente, quindi prima la chiusura dell’industria, poi le bonifiche, pianificate e realizzate attraverso una task force (commissioni ad hoc che si pensa possano svolgere meglio attività temporanee). Promotore del progetto “ecarsnow”, che permette di convertire il motore classico di un’automobile in uno elettrico, contrario assolutamente al raddoppio dell’ENI e a un eventuale quarto inceneritore. Mazza, molto calmo e ponderato, ha dichiarato che procederebbe a gradi, trovando delle soluzioni alternative in itinere, seguendo una vision, ponendo degli obiettivi volta per volta: « prima di chiudere l’Ilva, innanzitutto bisogna provvedere alla copertura dei parchi minerari, nel frattempo trovare delle soluzioni alternative ed economiche. Mi piacerebbe far risorgere i quartieri di periferia, creando un grande mercato di scambio, teatri e negozi ai Tamburi come a Paolo VI. Per quanto riguarda gli inceneritori, pochi sanno che in Regione sono depositati 42 milioni di euro con previsione di 16 milioni destinati a capoluogo: “rifiuto zero” è il mio slogan, che si pone come obiettivo la creazione di una rete di vendita e acquisto di prodotti a ricarica, senza contenitore, utilizzando cioè, sempre lo stesso dall’origine». Abbastanza plateale e demagogico è stato Bonelli, con i suoi interventi alquanto applauditi, e non saprei fino a che punto compresi. Il potere della comunicazione si sa, nel ventunesimo secolo è manipolatore e incantatore e perché no, aggiungerei, seduttivo; i principi su cui si basano le asserzioni del suddetto candidato sono giusti e alquanto condivisibili, ma bisognerebbe ascoltarli analiticamente, e chiedersi a questo punto se il messaggio che arriva corrisponde a ciò che lui sostiene. «Se io fossi sindaco», ha aperto così ogni sua risposta: lui attuerebbe le dovute prescrizioni nei riguardi dell’A.I.A., azzerando i “friendly controls”, e cioè la possibilità che i controlli degli esperti sulle emissioni inquinanti dell’Ilva, siano preventivamente annunciate. Ha sostenuto vivamente che le bonifiche siano un diritto della popolazione tarantina, ragion per cui sarebbe giusto che chi ha inquinato paghi per attuarle, per cui se “lui fosse sindaco”, farebbe in modo che le sentenze dei processi intentati all’Ilva, vadano finalmente a favore della salute dei cittadini. «La pianificazione urbanistica ha bisogno della ZTR (zona a traffico limitato), le piste ciclabili devono essere utilizzate per mobilità, non solo per passeggiare e ed è inconcepibile che a Taranto, il limite di trivellazione nel golfo è di 5 miglia, mentre nel resto di Italia è di 12. Bisogna rivedere il piano regolatore che risale al 74’, sarà abbattuto il muraglione dell’Arsenale, così come molte aree torneranno alla fruibilità e ovviamente sono contrario al quarto inceneritore», ha chiarito Bonelli, seguito da applausi assordanti. Il Sindaco, attraverso le risposte lette da Massimo Prontera, ha manifestato l’intenzione del Comune di agire secondo le norme europee in materia ambientale, ricordando che lui richiama costantemente l’attenzione del Presidente del Consiglio; ha illustrato inoltre, i progetti che già son partiti per la mobilità ecosostenibile, come il parcheggio di scambio a Cimino e ai Tamburi. Stefano Ciafani ha chiuso la conferenza, invitando al protagonismo il Comune e gli enti locali, così come è stato per Salerno, che in una anno e mezzo è passata dal 5% al 70% di raccolta differenziata. «Questa città ha problemi economici e ambientali, ma soprattutto deve avere coraggio, che mi augurò sarà espresso dal futuro sindaco», ha così concluso il Vicepresidente Nazionale Legambiente.