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Romano Del Gaudio/ Invito alla ragione

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

23
GEN
2015
L’assunzione di responsabilità e il rispetto del patto elettorale nell’intervento del consigliere comunale che analizza questo non facile momento dell’Amministrazione di Martina Franc
 
La guerra a colpi di comunicati stampa, dichiarazioni a denti stretti e rapporti personali che iniziano a sfilacciarsi, stanno provocando più di qualche malumore nella maggioranza che sostiene l’Amministrazione guidata da Franco Ancona. A rendere ancora più complicata la situazione, è l’avvicinarsi delle elezioni regionali che porta i probabili candidati a fare dell’Amministrazione una vittima del “fuoco amico”. Anche le voci che vorrebbero un cambio in seno alla maggioranza (NCD/UDC al posto di MeP) non contribuisco a rasserenare il clima. In questo quadro, si inserisce il consigliere comunale del Partito democratico Romano Del Gaudio che, facendo un’onesta analisi dei primi due anni e mezzo di amministrazione, invita tutti alla ragione e al rispetto dell’iniziale patto elettorale sottoposto agli elettori.
 
 
Romano Del Gaudio, questi sembrano essere giorni difficili per la maggioranza che sostiene Franco Ancona. Quanto è seria la situazione?
«All’infuori di alcune criticità legate alla prossima  campagna elettorale per le regionali, non credo ci siano problemi seri. Non dimentichiamo che, direttamente o indirettamente,  abbiamo in seno alla maggioranza ben quattro candidati (Donato Pentassuglia, Giuseppe Cervellera, Francesco Laddomada e Antonio Martucci, ndr). Se gli animi ora si stanno accendendo, è solo per questo. Per il resto,  non ci sono consiglieri comunali motivati da interessi o questioni personali da risolvere che possono ledere la maggioranza o il percorso di maggioranza».
 
Quindi c’è il rischio che campagna elettorale incida pesantemente sul cammino dell’Amministrazione. 
«La campagna elettorale deve rimane fuori dall’Amministrazione. E’ normale che il risultato elettorale dipenda anche da quello che fa un’amministrazione; se ci sono delle criticità, queste devono essere giustamente sollevate, ma l’atteggiamento non può essere quello di strumentalizzare quello che non va per capitalizzare dei voti. Non è un atteggiamento leale. 
Invito un po’ tutti  a ragionare, a definire un percorso da fare insieme in un atteggiamento collegiale. Dobbiamo evidenziare quelle che sono le priorità e andare avanti. Non possiamo permetterci di buttare per aria un progetto soltanto perché qualcuno ha un mal di pancia, qualcuno fa un passo indietro, qualcun altro in avanti o c’è chi accelera o chi rallenta. Questo non possiamo permetterlo a nessuno. Abbiamo sottoscritto un patto e dobbiamo portarlo a termine».
 
Ecco, che cosa non va?
«Per esempio abbiamo sbagliato ad aumentare le tasse. E’ prioritario rivedere il bilancio e limare alcune situazioni per attutire e ridimensionare la tassazione; i cittadini non ce la fanno più».
 
Quindi, l’aumento della pressione fiscale non era dovuta esclusivamente alle decisioni del governo centrale.
«Ci sono stati degli sprechi come, per esempio, l’assegnazione di alcuni incarichi o delle manifestazioni inutili. Molte cose sono state fatte in maniera superficiale. Adesso un attento e oculato atteggiamento nei confronti del bilancio che andremo a redigere tra febbraio e marzo, ci chiede di rivedere alcune cose. Non possiamo vessare i cittadini perché non abbiamo verificato nei dettagli voci come i residui attivi, passivi o quant’altro. Noi dobbiamo veramente pulire questo bilancio e non possiamo più permetterci sprechi. Se dobbiamo evitare di fare qualche manifestazione per fare altro, allora lo dobbiamo fare. Dobbiamo avere il coraggio di farlo. Questo deve essere il nostro atteggiamento».
 
Si parla ormai da tempo di qualche problema tra le forze che compongono la maggioranza, con la possibilità che il gruppo NCD/UDC sostituisca quello dei Moderati e Popolari di Martucci e Caroli. 
«Io non voglio che ci siano elementi di rottura nella nostra maggioranza, dove c’è solo bisogno di sintesi e di individuare quelle che sono le cose più importati da portare a termine. L’impostazione di questa amministrazione è rigida, seria e convinta; è fatta di regole, di ripristino della macchina amministrativa, di rilancio economico della nostra città. I discorsi personalistici non possono compromettere questo cammino. Certo in proiezione, cioè in un prossimo mandato, ingloberei i centristi nell’UDC/NCD ma, in questo momento, io non posso ledere il patto iniziale che lega i partiti che compongono l’attuale maggioranza. Noi prima di tutto dobbiamo portare a termine il nostro programma, poi saranno i cittadini a giudicarci. 
Oggi io non posso aprire a nessuno, se non in una dialettica opposizione/maggioranza su quelle che sono questioni importanti».
 
Quindi, ognuno al suo posto nel rispetto del proprio ruolo.
«Io voglio ascoltarla l’opposizione. Se vogliono essere laboratorio politico, vogliono darci un contributo, che ben venga. Io apro nelle commissioni come in tutte le situazioni possibili; del resto sono sempre stato aperto al dialogo, io non ho problemi al confronto. Però non posso pensare che entrino in una nuova giunta, anche perché non credo ci siano i presupposti per fare un discorso di questo tipo.
Se poi qualcuno che è già in campagna elettorale, vuole strumentalizzare tutto questo per accaparrarsi dei voti, lo faccia pure ma questo è un modo di fare che trovo ingiusto e i martinesi devono sapere che sono di fronte a una situazione “parallela” che niente ha a che fare con il nostro progetto di città. 
A me piace, per esempio, quando il consigliere Marraffa in consiglio comunale dice: “scusate, ma su scala provinciale state ragionando come rilanciare il territorio?”. Io su questi temi voglio il confronto con l’opposizione, ma oggi non posso aprire e mettere dentro figure che sicuramente non hanno sottoscritto il nostro patto iniziale, non lo condividono nè tanto meno ritengono Franco Ancona la figura che li possa rappresentare».
 
A proposito di Franco Ancona: cosa dovrebbe fare il sindaco in un momento come questo?
«Invito il sindaco a relazionarsi con tutta la sua maggioranza; l’invito a fare delle riunioni di maggioranza al più presto per limare alcune questioni e correggerne alcune altre. L’importante è trovare un punto d’incontro. Ripeto, tutelare il progetto iniziale è una cosa importantissima. 
Non avere la capacità, di dare le risposte alla città e far capire che cosa volevamo fare e andare a casa inutilmente perché ci sono dei limiti caratteriali, limiti di altro genere è una doppia sconfitta.
Lui in veste di sindaco, ha una doppia responsabilità. Se ci sono delle criticità le conosce ed è giusto che si correggano senza arroganza e orgoglio.
Lo stesso Sindaco che è stato sempre punto di riferimento e garanzia di tutti, qualche “sgarbetto” ce l’ha fatto, perché probabilmente riteneva che relazionarsi su tutto con la maggioranza, significava perdere anche del tempo. Obiettivamente i partiti, come  i laboratori politici, spesso e volentieri non danno risposte immediate; invece, in politica, a volte servono anche delle risposte immediate».
 
Come sono stati questi due anni e mezzo di Amministrazione?
«Abbiamo fatto tanto, anche se molte cose non si vedono. La nostra compagine politica si accende, guarda caso, su situazioni come quella che stiamo vivendo, mentre è mogia, assente, non fa iniziative quando deve testimoniare quello che si sta facendo in amministrazione». 
 
E i prossimi anni?
«Ci sono altri due anni e mezzo per capitalizzare quello che abbiamo fatto e per dare altre risposte alla città. Molte cose sono state anche sbagliate, così com’è naturale. Ma siamo lì per correggere gli errori e per fare cose buone e per bene. 
Se poi qualcuno vuole fare altro, lo dicesse e uscisse dalla maggioranza. Ci sono altri che possono entrare in consiglio e fare bene». 
 
Un esempio delle cose da fare?
«Rilanciare economicamente la città; investire su quello che è il ragionamento che si sta facendo con gli altri comuni per dare, veramente, alla Valle d’Itria la capacità di essere un polo turistico attrattivo. Interagire con la Provincia e il comune di Taranto sul decreto Renzi e reperire finanziamenti, perché l’indotto ILVA è tutta la provincia e non esclusivamente Taranto.
Questo è il nostro lavoro, questo deve fare la nostra squadra. Non farsi caratterizzare dalle campagne elettorali o da alcuni episodi». 
 
Dopo le dimissioni di Pasculli da capogruppo consiliare,  il suo nome era circolato come quello del successore. Lunedì sera poi, nella riunione del gruppo, lei è entrato papa e ne è uscito cardinale. 
«Una sintesi sul mio nome c’era stata e io ero anche disponibile a ricoprire quel ruolo. Ma la mia condizione era che su quella maggioranza bisognava magari limare un po’ i toni, verificare le situazioni, trovare delle soluzioni perché delle criticità ci sono. Obiettivamente non è andato tutto liscio come l’olio: concorsi, dirigenti, incarichi, manifestazioni. Diciamo che qualcosa non ha rispettato quello che era il patto iniziale».
 
A questo punto che cosa succederà alle regionali?
«Io lavorerò, senza ombra di dubbio, per Donato Pentassuglia che ha determinato questo progetto di centro sinistra. E’ stato lui il grande fautore e io lo tutelerò, anche perché gli interlocutori regionali e provinciali sono fondamentali, importantissimi. Una città deve avere dei riferimenti affinché ottenga dei finanziamenti, per la tutela della viabilità, dell’ospedale. Funziona così. Non è destra o sinistra, ma è il tuo interlocutore che riesce a determinare alcune situazioni.
A Martucci e agli altri candidati auguro di essere eletti, rimanendo nella convinzione che fare operazioni “gamba tesa” su altre compagine politiche non è una cosa giusta. Io contrasto questo modo di agire e non condivido il documento della segreteria del PD,  il partito che nella coalizione deve avere il maggior senso di responsabilità, perché è un elemento in più di rottura». 
 
Qual è la strada da percorrere?
«Io chiedo a  tutti a fare un passo indietro, a vestirsi di responsabilità, a ragionare, ad avere un vero senso di responsabilità. Tutti, dai consiglieri ai partiti, devono focalizzare l’importanza del momento e ricordare la fortissima responsabilità che ci hanno dato i cittadini a quali, noi, dobbiamo delle risposte.
Non ci si può ubriacare di personalismo o per una campagna elettorale. Non si può pensare di andare in giro e di chiedere voti se non si sono date risposte sul quello che è il progetto della nostra città. Parlo di noi consiglieri comunali che vogliamo fare, vogliamo contribuire e poi litighiamo come i capponi di manzoniana  memoria andando in giro a chiedere i voti per fare i consiglieri regionali. 
Dobbiamo prima tutelare quello che è stato il nostro patto, il nostro progetto; prima di ogni altra cosa. Chi non fa questo dovrebbe uscire dalla maggioranza, dovrebbe non appartenere a questa maggioranza». 
 
 
 
 


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