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Fiori e denti del giudizio

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

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LUG
2012

 

Fiori e denti del giudizio
 
Quando leggerete queste righe, presumibilmente di venerdì mattina, sarò sotto i ferri del dentista a togliere quell’unico barlume di giudizio che mi ritrovo sotto forma di ottavo incluso. E dire che pensavo di essere ormai così agèe da perdere i denti piuttosto che averne di nuovi. Pazienza. Verrò sedata come un cavallo al Palio prima dell’abbattimento e affronterò la mia profana Passione, alla veneranda età di 33 anni. Quindi, se a mezzogiorno di venerdì vedrete il sole oscurarsi, vorrà dire che qualcosa sarà andato storto e la redazione di Extra farà bene a trovarsi un altro direttore e un modo più intelligente di riempire questo spazio. Peccato, proprio in tempo di saldi e proprio ora che si avvicina l’unico red carpet martinese dell’anno, quello del Festival della Valle d’Itria: avevo già scelto l’abito, ma ora mi tocca rimodulare il mood della serata, visto che –sempre che riesca a passare la nottata- probabilmente sarò simile a Quasimodo di Notre Dame con una maschera di ferro alla Hannibal Lecter ne “Il silenzio degli innocenti”.
Nel frattempo mi diletto con i fiori miei e quelli altrui, visto che sono nella giuria del primo concorso per balconi fioriti della città di Martina, un’iniziativa che contribuirà molto con il tempo a migliorare l’aspetto di vie, vicoli e piazze, più di tutti gli zelanti di Facebook che abbaiano tanto e poi non concludono nulla. Questo concorso è nato dalla stessa associazione che organizza il mercatino dell’antiquariato e in questa sua prima edizione ha scontato un po’ la diffidenza dei martinesi che, diciamo, non è che si siano presi a botte per partecipare; anche perché di balconi fioriti a Martina ce ne sono pochissimi. Tutti hanno l’I-phone, e lì sì che si fa la fila per averne uno, ma pochi sentono l’esigenza di abbellire il proprio spazio e quello comune. Piantare fiori non è un’attività da radical chic, né una variante urbana del motto hippie “mettete fiori nei vostri cannoni”, pardon, balconi in questo caso, ma un atto dovuto al proprio senso estetico e quello altrui, una versione quotidiana dell’atto di esporre tessuti pregiati al passaggio della processione; già, perché tutti i giorni dovrebbe essere festa, almeno per gli occhi, e tutti i giorni dovremmo omaggiare qualcuno di ben più vivo di una statua, per quanto simbolo sacro: noi stessi, i concittadini, i turisti. E invece, altro che fiori: le strade sono sporche, il passeggio dallo Stradone a Piazza Maria Immacolata è tutta una macchia di chissà quali liquidi rinsecchiti al sole, Piazza Crispi è piena di rifiuti e di bottiglie rotte, testimonianze delle gozzoviglie della sera precedente. Senza parlare poi della catastrofe biblica del mercoledì, con gli ambulanti che lasciano plastiche, cartoni e grucce rotte, benedizione di ogni gommista, un po’ meno per i titolari delle auto.
L’idea, per le prossime edizioni, è quella di premiare anche gli esercenti oltre che i privati, visto che alcuni fra gli angoli più belli della città sono stati allestiti a proprie spese dai titolari di negozi, e incentivare il senso di appartenenza a un condominio, una via, a un vicolo, a una piazza, incoraggiando la collaborazione fra vicini per arredare di colore la propria area urbana.


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