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Volontariato/Più fondi per i servizi sociali

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

14
MAR
2014
Era e resta questa la richiesta, insieme a quella di maggiore comunicazione, oggetto dell’interrogazione presentata da Donatella Castellana e Michele Marraffa, consiglieri comunali di IdeaLista, all’assessore ai servizi sociali Donatella Infante
 
 
Era dalla prima seduta di Consiglio Comunale che non vedeva tanto pubblico presente in sala. Eppure quello del 6 marzo scorso era un Consiglio che non aveva grandi argomenti all’ordine del giorno, tranne un’interrogazione del Movimento politico IdeaLista sulla “consulta del volontariato, casa del volontariato e fonti gestiti dai servizi sociali”. L’argomento sta a cuore a molti, a giudicare anche dal fatto che qualcuno si era preso al briga di muovere le “truppe cammellate”, e non ha mancato di suscitare polemiche create da artati fraintendimenti. Per fare un po’ di chiarezza, ne abbiamo parlato con Pasquale Massafra, responsabile dei Cantieri IdeaLista.
 
La vostra interrogazione è nata da una discussione interna o da cosa?
«L’interrogazione è nata dalle esigenze di alcune associazioni di volontariato, che ci hanno posto semplicemente un problema di comunicazione non di spazi o di soldi. Soltanto un problema di comunicazione. Abbiamo colto questa possibilità chiedendo all’assessore alcuni chiarimenti. Nessuna associazione è strumentalizzata politicamente dal Movimento IdeaLista, come neanche le altre associazioni devono essere strumentalizzate politicamente dall’assessorato ai servizi sociali. Si deve lavorare in piena libertà, in maniera tranquilla e serena sul territorio. Perché, come ha detto lo stesso assessore durante il suo intervento, il volontariato si fa in silenzio e io aggiungo si fa soltanto in silenzio. Però il silenzio deve essere anche aiutato stimolato da chi amministra». 
 
Dunque solo un problema di comunicazione…
«La nostra interrogazione poneva all’assessore un problema di comunicazione e nessuno ha mai avuto intenzione di entrare nel merito dell’operato delle associazioni di volontariato, a cominciare dal CAV. Noi sappiamo bene che il volontariato toglie tempo, esige abnegazione e impegno. Lo sappiamo perché molti di noi lo fanno da anni e non abbiamo bisogno che l’assessore ci venga a dire come funziona il volontariato a Martina».  
 
Quale sarebbe la soluzione giusta?.
«Riteniamo che Martina Franca abbia bisogno della Consulta del Volontariato che veda l’Amministrazione impegnata in prima linea. In fondo il CAV è un associazione possiamo dire “privata”, mentre la Consulta avrebbe una partecipazione “Pubblica” che rappresenterebbe una maggiore garanzia per tutti i suoi componenti».  
 
Quindi la Consulta fa riferimento direttamente all’Amministrazione Comunale che, in questo modo, diventa garante di tutte le associazioni.
«Esatto, ed è la costituzione della Consulta ciò che noi abbiamo chiesto, non l’operato del CAV che ben sappiamo come opera sul territorio. Qualcuno però ha volutamente travisato le nostre intenzioni, cercando di strumentalizzare la cosa per creare contrapposizioni che noi non volevamo assolutamente».  
 
E la domanda sull’utilizzo della Casa del Volontariato?
«Semplice, la domanda è stata posta perché parliamo di un bene pubblico e volevamo capirne il funzionamento. Se poi qualcuno ha voluto mettere in risalto il caso delle sedi, non è un problema nostro. Sappiamo bene che le associazioni che ci hanno interpellato, hanno tutte una struttura comunale a disposizione, tranne l’AIDO che ormai da due anni sta chiedendo inutilmente di averne una per sé». 
 
Venivamo al capitolo “fondi”.
«Anche la nostra richiesta di conoscere “quanti sono i fondi gestiti dall’assessorato e come vengono gestiti” è stata letta in maniera negativa. Noi volevamo capire quanti euro sono destinati ai servizi sociali e come vengono gestiti, per un fatto molto semplice: in questo momento storico a Martina ci sono alcuni assessorati che devono avere una tutela maggiore e questi sono l’assessorato al bilancio, che deve capire e progettare come meno mettere le mani nelle tasche dei cittadini, e l’assessorato ai servizi sociali al quale quotidianamente si rivolgono tantissime persone. Noi siamo pronti a chiedere all’assessore al bilancio di intervenire in maniera diversa e più diretta sui servizi sociali. Mi dispiace però che l’assessore abbia risposto in tono polemico rimandandoci all’ufficio ragioneria. Ripeto, la nostra non era una domanda posta per polemizzare ma, al contrario, per contribuire il più possibile alle esigenze dell’assessorato che in questo momento si trova ad affrontare una situazione davvero critica. Non volevamo fare i conti in tasca a nessuno». 
 
Mi sembra di capire che non vi ritenete soddisfatti della risposta della Infante.
«No, non lo siamo e chiederemo nuovamente all’assessore di accelerare in merito alla Consulta e di chiedere all’ufficio di ragioneria quanti soldi ci sono per i servizi sociali. Tutto questo perchè riteniamo che se c’è l’esigenza di aumentare lo stanziamento per quell’assessorato, bene, allora che lo si faccia e in fretta». 
 


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