Cosa vi salta in mente a voi altre che rivendicate il diritto di sposarvi anche se siete dello stesso sesso? D’accordo la sacrosanta battaglia civile, d’accordo pure credere di questi tempi al ‘per sempre’ nonostante gli etero ce la mettano proprio tutta a dissuadervi, ma se proprio siete convinte di volete convolare a giuste nozze costi quel che costi, non andate alle Fiere Sposi.
Ripeto, non andate alle Fiere Sposi. Anzi, possibilmente evitatele come la peste nera. Soprattutto da quando ne avete una tutta dedicata a voi, come la Gay Bride Expo, il salone italiano dedicato ai matrimoni gay (quali, di grazia?) all’interno di “Bologna Sì Sposa”. Lo so, lo so… la tentazione è forte – anche le spose etero dicono a loro stesse che vanno lì così, solo per curiosità, solo per dare un’occhiatina, per trovare qualche ispirazione, perché tanto il loro sarà un matrimonio semplice e low cost, salvo poi finire per spendere in ‘ricercatezze’ (voglio essere gentile) quanto per una borsa Birkin di Hèrmes –, ma credetemi, non metteteci piede, lo dico per il vostro bene. All’apparenza luoghi ammantati da un’aura di felicità, armonia ed equilibrio, in realtà, tra cuori, fiocchi e luccichii, sono celati in agguato rischi, insidie e trappole, a cui è meglio non esporsi. Al massimo, se proprio non resistete, andateci da sole. Evitate la futura consorte e soprattutto negate l’ingresso a parenti di sorta. Fino ai gradi più remoti. È tra gli stand delle Fiere Sposi che germogliano i semi della discordia da matrimonio: è lì, tra i confetti ripieno tropicale che lei non ha avuto, che vostra cognata, sospinta da un inspiegabile vento di rivalsa, mediterà di presentarsi al vostro matrimonio con un abito bianco, o nella mente della fidanzata di vostro fratello si materializzerà l’idea di un vestito con la schiena completamente scoperta e “poi vediamo di chi si parlerà a questo matrimonio”. È lì, al decimo stand di bomboniere, che tutto il minuzioso lavoro portato avanti con fatica, astuzia e pazienza negli anni per celare il totale disprezzo dei gusti di vostra suocera in tema di regali, sarà spazzato via per sempre. È lì che la vostra originaria idea di acquistare per il grande giorno un ‘abitino’ che poi potrete indossare di nuovo, morirà soffocato dal taffetà, dall’organza e dal tulle che inspiegabilmente vi sembreranno strettamente necessari, così come uno strascico così lungo che quando sarete davanti al Sindaco, il suo ultimo metro sarà ancora dentro l’auto che vi ha portate fin là. Turatevi le orecchie come Ulisse con le Sirene e non ascoltate la vellutata voce dei wedding planner, che se già di norma sono squilibrati, non voglio pensare alle trovate nuziali di quelli che si presentano come gay wedding planner. Roba che il matrimonio di Elton John (costato 1 milione e mezzo di dollari) potrebbe essere declassato a raduno francescano… Insomma, ragazze che sognate the same wedding, fate che non sia lo stesso matrimonio di alcune di noi altre, fate che sia meglio! E… auguri!