MENU

Spaccata in due/La città ambiziosa

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

3
GEN
2014
Come capitale della cultura, Martina Franca è candidabile solo in una sua parte, la più bella e la più bistrattata. Buone possibilità ma anche molto lavoro ancora da fare
 
Sempre utile, costruttivo, quando si avvia un confronto di idee. Se a Martina si parla del centro storico, poi, ancora meglio! Scommettere su Martina “capitale della cultura” è davvero arduo, e non perché il paese sia privo di arte, di bellezza. Tutt'altro! E' lapalissiano che si vuole candidare uno spicchio di Martina: il centro storico e poche sue propaggini. Sulla parte restante del paese, l'altra faccia della luna, meglio stendere un pietoso velo di silenzio. Ma, anche a proposito del centro storico, papabile a capitale della cultura,  non possiamo fare a meno di rilevare che poco o nulla si è fatto negli ultimi decenni per migliorare la qualità della vita, per tutelare l'enorme patrimonio artistico conservato nelle chiese e nei palazzi privati. Abbiamo assistito, anzi, a un progressivo, inesorabile abbandono del luogo che è il nostro orgoglio. Molti abitanti sono andati via, tanti esercizi commerciali hanno chiuso. Niente farmacie. Anche l'ultimo ufficio postale si è trasferito! La parte antica del paese resta sguarnita, indifesa.
La lungimiranza e la sensibilità, l'attenzione e l'operatività delle amministrazioni degli ultimi decenni sono state quasi nulle. Nelle scuole lo studio della storia locale non è condiviso, sistematico. Lo stesso don Franco Semeraro, fautore della candidatura, non ha risparmiato, negli anni scorsi, interventi duri di denuncia lamentando lo stato di abbandono e desolazione in cui versa la parte antica di Martina. Siamo lontani dai tempi in cui il fotografo Mario Cresci veniva a fermare immagini tra le vie imbiancate a calce, e lo scrittore Carlo Castellaneta, il critico d'arte Cesare Brandi restavano affascinati dalla magia dei panni stesi al sole. Molte cose sono cambiate, da allora. E non in meglio. Certo non possiamo accettare l'idea che vi sia un centro storico 'formato esportazione', da esibire come biglietto da visita nelle occasioni che contano (Expo 2015 et similia) senza mettere mano, con assoluta immediatezza,  a un progetto articolato che miri a riqualificare il nostro fiore all'occhiello, a rendere appetibile tornare a vivere e a investire tra le mura angioine. L'attuale amministrazione sta operando, soprattutto grazie all'assessore Scialpi, e si registra un notevole incremento del flusso turistico. Le manifestazioni non possono, però limitarsi a dare ossigeno ai bar e alle rosticcerie. Questo non muta la situazione del paese antico. Alcuni eventi sono particolarmente felici, ma molto c'è ancora da fare per incrementare la conoscenza e l'amore, da parte di tutti i martinesi, nei confronti di quello che, secondo me, è un meraviglioso museo en plein air! Abbiamo un museo diffuso, all'aria aperta, e in molti non lo sapevano! A Martina  si parla molto poco di bellezza. I turisti vengono da ogni parte del mondo ad apprezzare le forme sensuali e intriganti della nostra architettura barocca e rococò. Molti martinesi, invece, non riescono ad apprezzare il fascino che le pietre sprigionano attraverso i cartigli dei portali, le cariatidi di palazzo Ancona, i satiri e le figure demoniache, i putti alati che ci guardano dall'alto di qualche cornice! Quante persone si aggirano per le sale di questo museo senza apprezzarne la qualità artistica, senza provare stupore! Ecco: da un lato occorre suscitare emozioni e stupore, attraverso la conoscenza di tanta bellezza (penso soprattutto ai giovani); per altri versi occorre operare creando le condizioni per elevare la qualità della vita all'interno della cerchia muraria, per risolvere annosi problemi  (sicurezza, parcheggi lungo la cinta muraria per i residenti nel centro storico, igiene, agevolazioni fiscali per i commercianti, etc.). Molti palazzi barocchi, anneriti dallo smog, hanno bisogno di urgenti  interventi conservativi; qualche delizioso portale rococò, ricoperto  di calce (via Alfieri 67) andrebbe riportato alla luce; costruzioni fatiscenti (vico II Paolo Chiara, via Ignazio Ciaia) meritano molta attenzione. L'amministrazione sa bene cosa occorre anche perché, negli ultimi mesi, ha avuto modo di incontrare rappresentanti di alcuni comitati spontanei che hanno prodotto un buon lavoro. 
Martina può ambire a divenire “capitale della cultura” ma,  prima di avanzare candidature, e dopo aver abbandonato atteggiamenti narcisistici,  iniziamo ad “agire”!                            
 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor