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Il caso/ "Non si è trattato di bullismo"

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

22
GIU
2017

Un genitore deluso sfoga la sua rabbia in seguito alla bocciatura del figlio accusando l’istituzione scolastica di non aver saputo accogliere il ragazzo, trasferitosi da un altro istituto. La replica della dirigente dell'IISS Majorana di Martina Franca, Anna Caroli

Indignati è dire poco. Così si sentono i docenti e gli alunni dell’IISS Majorana e in particolare della 4 B informatica, dopo il polverone sollevato da una calunniosa notizia apparsa in questi giorni sulla stampa locale e dai conseguenti attacchi subìti sui social per una bocciatura enfatizzata da presunti atti di bullismo. Il clamore suscitato dall’evento, sfuggito di mano sui social dove le voci e il gergo di chi twitta assumono toni da mercato rionale come ormai accade sempre più spesso, parte dall’amarezza di un genitore deluso che sfoga la sua rabbia in seguito alla bocciatura del figlio accusando l’istituzione scolastica e, in primis la sua dirigente, i docenti e gli alunni di non aver fatto nulla per accogliere il proprio figlio reduce da un’altra esperienza scolastica presso un altro istituto, di altro indirizzo di studi. Dalle sue accuse i docenti appaiono conniventi con gli alunni, refrattari al grido di aiuto del figlio divenuto, a suo dire, oggetto di presunti attacchi di bullismo. A distanza di qualche giorno, dopo aver calmato gli animi, arriva perentoria la replica della dirigente, prof.ssa Anna Caroli che, dopo aver ascoltato il consiglio di classe in merito, si fa portavoce delle rimostranze addotte dagli unanimi docenti che si sentono in dovere di fare le dovute precisazioni. “Innanzitutto si rigetta l’accusa sulla mancata accoglienza in una scuola che promuove progetti ed iniziative di inclusività ed integrazione - interviene la dirigente -. Il ragazzo è stato messo a proprio agio sin da subito, e trattato con la delicatezza dovuta in questi casi di passaggio da un istituto ad un altro, da una classe ad un’altra, soprattutto negli anni terminali della scuola, dopo un lungo percorso scolastico avviato in altro contesto. L’integrazione è stata favorita anche dalla presenza in classe di compagni del suo paese con i quali il ragazzo ha viaggiato tutti i giorni. Quanto alla situazione didattica, l’alunno (e la famiglia ne è sempre stata consapevole) è stato messo nelle condizioni di superare gli esami integrativi (vista la provenienza da un istituto di indirizzo diverso) offrendogli la possibilità di recuperare le conoscenze e competenze delle materie di indirizzo nel corso dell’anno scolastico. Già ai colloqui del primo trimestre la famiglia è stata informata chiaramente sulla situazione critica in riferimento a quelle lacune non ancora colmate. Il suo rendimento non è migliorato, come si evince dal pagellino di marzo, ma la famiglia non ha risposto agli appelli della scuola, neanche ai colloqui di aprile. Quel “malessere” che il ragazzo ha manifestato ai genitori nel suo rapporto con i docenti e i compagni di classe appare piuttosto un disagio nel non poter seguire il dialogo educativo nelle discipline tecniche a lui completamente nuove. Se quel turbamento denunciato solo ora dal padre, - conclude la dirigente - fosse stato originato da episodi di “bullismo”, eclatanti o latenti, avvenuti in classe o in altri locali dell’istituto, appare alquanto bizzarro che i docenti non li abbiano segnalati e repressi nel corso dell’anno, dato il costante monitoraggio da parte del personale tutto della scuola, altamente formato in materia. Altrettanto speculativo appare che tale disagio sia emerso solo alla pubblicazione dell’esito di fine anno scolastico.”



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