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Categoria: CULTURA
Nella tradizione religiosa buddista e induista è la rappresentazione simbolica del cosmo. Il rito della distruzione e della distribuzione delle polveri è simbolo di buon auspicio e occasione di meditazione interiore. I monaci del Monastero di Gaden a Taranto per diffondere la loro cultura anche in Occidente.
“Ogni cosa che fa il Potere del Mondo è fatta in cerchio. La volta del cielo è rotonda, e ho sentito che la terra è rotonda come una palla, e così sono tutte le stelle. Il sole sale e scende lungo il cerchio. La Luna fa lo stesso ed entrambi sono rotondi. Anche le stagioni formano un grande cerchio nel loro trasmutare e sempre ritornano laddove furono. La vita di ogni uomo è un cerchio”: così scriveva Alce Nero, sciamano della famiglia Lakota Sioux nell’America del Nord.
Spiegare cosa è e come è composto un Mandala non è certo cosa facile. Il famoso psicanalista svizzero Carl Jung studiò i Mandala per oltre venti anni e scrisse ben quattro saggi sull’argomento, arrivando a sostenere la tesi che tali simboli fossero in grado di avere effetti benefici sulla mente.
La scorsa settimana, allora, si è rivelato certamente interessante il workshop tenuto da alcuni Monaci del Monastero di Gaden nella città di Taranto, riuniti in un locale della centralissima Via De Cesare allestito per l’occasionein una sorta di “tempio”. I monaci indiani, in tour europeo, hanno eseguito infatti, davanti a una folla di curiosi e interessati, il Mandala di sabbia di “Tara Verde”, che rappresenta l'aspetto illuminato dell'energia femminile legato alla saggezza, in quanto, come ha spiegato uno di loro: ‹‹Tara Verde è la madre di tutti i Buddha, la grande eroina, colei che placa ogni miseria››. In realtà, il rito si è protratto per un’intera settimana: dal lunedì fino alla scorsa domenica, serata in cui le sabbie di Tara Verde sono state distribuite ai presenti.
Per i monaci, in particolare - già provenienti da una serie di tappe in altre città della Puglia, da Lecce a Cisternino, passando per Ostuni - è sempre un’occasione importante quella di poter parlare oltre i propri confini e diffondere anche in Occidente - soprattutto tra le nuove generazioni - la propria cultura iniziatica legata alla pace e alla non violenza, specie da quando in seguito all’occupazione cinese dei loro territori la stessa è entrata in crisi. Essendo a rischio estinzione, dunque, preservarla ed esportarla fuori dall’Asia è divenuta per loro quasi una “missione” di vita.
Ma cos’è, in sostanza, un Mandala? Non è altro che un disegno, composto da diagrammi geometrici elaborati con diversi materiali a indicare la rappresentazione grafica dello stesso Universo.
I monaci lo realizzano con migliaia di granelli di sabbia colorata e, una volta terminato il disegno, lo distruggono come a ricordare che tutto nel mondo passa e nulla dura in eterno.
Le esperte mani dei “Maestri”, dunque, con un movimento ripetitivo, tramite cannucce dorate fanno cadere negli spazi disegnati i vari granelli colorati, fino a comporre l’immagine finale. In ogni caso, si parte dal centro e si procede verso l’esterno: a simboleggiare l’apertura mentale verso gli altri partendo da sé stessi.
Non c’è dubbio che questo rito di “purificazione dell’anima” sia anche un mezzo efficace di meditazione interiore. Disegnare e colorare un Mandala è benefico per la mente; è utile per recuperare la propria dimensione psicologica e rafforzare memoria, creatività e concentrazione. Questa piccola rappresentazione simbolica non è, allora, che la rappresentazione di un mondo interiore invisibile, di un proprio stato d’animo. Ma non solo. Distribuire le polveri ai propri cari, gettarne un po’ sul pavimento, negli angoli di casa, o nelle piantine del proprio giardino – a quanto pare – secondo la tradizione può anche servire a combattere le avversità della vita.
