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Sano/sano/Made in China, anzi no

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

8
AGO
2014

Se nella lingua italiana l’aggettivo “sano” sta anche per integro, nel dialetto grottagliese raddoppiato diventa sinonimo di persona poco furba. E loro ne hanno fatto un marchio di fabbrica. Nella città delle ceramiche le riproduzioni di Giorgio di Palma e gli scatti di Dario Miale.

意大利制造, ovvero ‘Made in Italy’ scritto in cinese: un mondo fatto di persone, un universo culturale complesso e difficilmente comprensibile in mostra a Grottaglie, dal 2 al 13 agosto. Un documento visivo sulla realtà della comunità cinese in Italia e un racconto, attraverso riproduzioni in ceramica e scatti fotografici, di oggetti e soggetti apparentemente identici per il fruitore finale, cioè il compratore, che non comprendendo una cultura differente dalla sua appare inizialmente spaesato per poi convincersi che è tutto uguale. Nel 2014 il fotografo Dario Miale e il ceramista Giorgio di Palma, autori del progetto, hanno visitato piccoli centri e grandi Chinatown italiane con l’intenzione di realizzare un’esposizione che, combinando ceramica e fotografia, mostrasse una realtà seriale fatta di multipli ossessivi e persone che si assomigliano tra di loro. Questo è quello avevano visto nei negozi cinesi sparsi in Italia e che ammiravano nei film di Bruce Lee. Dopo aver visitato la Cina di Prato, Pisa, Milano, Roma e Osmannoro (Fi), Dario e Giorgio sono tornati a Grottaglie con un’altra convinzione: dietro il marchio ‘Made in China’ c’è un mondo fatto di persone, un universo culturale complesso e difficilmente comprensibile e hanno deciso così di affidare al connubio ceramica/fotografia il compito di documentare il rapporto oggetto/soggetto della comunità cinese. Giorgio durante i viaggi ha acquistato e accumulato oggetti, icone tipiche o semplici e inutili gadgets ‘Made in China’. Tornato a Grottaglie li ha poi riprodotti in ceramica, in pezzi unici o in serie limitate, reinterpretandoli o semplicemente imitandoli. Dario ha invece documentato i soggetti, ovvero i cinesi in Italia, una comunità spesso chiusa, restia per vari motivi ad aperture culturali. Ha usato la macchina fotografica per raccontare svariati momenti e luoghi: per strada mentre passeggiano, nei parchi mentre giocano, nei supermercati mentre acquistano e nelle grandi fabbriche mentre lavorano.



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