MENU

Guerra alla plastica: ecco chi sono i volontari che salvano le nostre coste

Pubblicato da: Categoria: PROTAGONISTI

25
FEB
2019

   È una bella giornata di sole ed è domenica. Mi immetto sulla statale che collega la città dei due Mari alla litoranea. Non è una di quelle passeggiate domenicali da vivere come alternativa allo stare sul divano a guardare interminabili serie tv.

    Con i volontari di Plasticaqquà si scende in campo, anzi in spiaggia per la raccolta dei rifiuti, organizzata nei pressi di uno dei tratti di costa più frequentati: la Baia di Tramontone. Ed è assurdo vedere da vicino come di “baia” sia rimasto forse ben poco. Sono stati rimossi circa venticinque sacchi di rifiuti indifferenziati (mozziconi di sigaretta, salviettine, polistirolo, pezzi di plastica colorata, retine di plastica, pmeumatici di vario genere etc.), nove sacchi pieni di bottiglie e materiale in vetro, e altri tipi di materiali ritirati dall’AMIU di Taranto.

Nell’immensa distesa dei rifiuti sono stati rinvenuti anche cumuli di tettoie in amianto, la cui rimozione dovrà avvenire dopo il disbrigo delle pratiche burocratiche nei prossimi giorni. 

 Alla raccolta oltre a circa trenta volontari hanno partecipato anche i volontari dell’associazione “Noi e Voi”.

    C’è da chiedersi quando un tema sociale ed ambientale diventerà un argomento riconosciuto da tutti, dato che la questione dell’inquinamento della plastica e non solo è davvero un problema di massa, ovvero riguarda tutti, adulti e nuove generazioni. C’è chi, sorpreso dalla presenza di tanta gente coi sacchetti per la raccolta dei rifiuti, scende in spiaggia, guarda il mare e volta le spalle come se tutto ciò non gli riguardasse. Se non si conosce qualcosa, se non la si ama non si avrà mai voglia di proteggerla e infine di difenderla. La plastica nel mare è un problema di cui spesso non se ne immagina la gravità: e come si può pensare di occuparsene se non conoscendo il pericolo che corriamo? Il mare inquinato, le coste invase dalla plastica e dai rifiuti, i pesci, la nostra alimentazione e la raccolta differenziata innescano una serie di domande, di risposte e di azioni che dovrebbero diventare un imperativo della vita quotidiana. Se pensiamo alla plastica, è il materiale che negli ultimi decenni ha letteralmente invaso il pianeta, dalla terraferma ai mari. Ci si chiede continuamente come sia possibile vivere senza plastica, perché è in ogni cosa che facciamo, in tutto quello che compriamo, strumenti, auto etc. La nostra vita è invasa di plastica. Ed è la “materia” della modernità che ha innescato il problema dell’inquinamento globale come emergenza inquinamento, non solo da plastica. È il materiale più diffuso ma non è l’unico.

Se nell’estate 2018 la Nuova Zelanda è riuscita a mettere fuori legge i sacchetti di plastica brevettati dallo svedese Thulin, in Italia siamo fermi alla polemica se è giusto o no pagare le buste in plastica per riportare la spesa a casa o impacchettare la frutta. Quando sarebbe meglio usare dei sacchetti di carta biodegradabili. E l’argomento plastica è ampio: esistono diversi tipi di plastica con durate diverse. E allora c’è chi non si arrende, non accetta tutto questo: che sia inquinamento da plastica o altro, armati di secchi, guanti, bustoni, carriole e tanta forza di volontà ripulisce tratti di costa da anni affinché il mare resti azzurro e trasparente.

Da quando l’emergenza della plastica in particolar modo è diventato di dominio pubblico, associazioni ambientalistiche e volontari, come nel caso di Plasticaqquà, hanno incrementato i tentativi per affrontare l’emergenza dell’inquinamento del mare ed ambientale in genere, per sensibilizzare l’opinione pubblica, gli appassionati, gli operatori e gli stakeholder.

   Plasticaqquà non è un’associazione ambientalista, è al momento un gruppo di volontari, o meglio una realtà concreta attiva ormai da sei anni sul territorio ionico. L’idea era inizialmente proprio quella di coinvolgere la collettività con un’azione semplice e immediata come la raccolta dei rifiuti, plastica (retini dei pescatori, bottiglie) e vetro soprattutto lungo la costa della citta di Taranto. Ogni domenica oltre ai soliti volontari tanta gente, senza tener conto delle condizioni meteo, si rimbocca le maniche per ripulire le spiagge. Tanti sono anche i progetti di informazione ed educazione ambientale a favore di studenti delle scuole superiori del territorio svolti durante il periodo scolastico.

   Tutti i volontari di Plasticaqquà sono certi che per ridurre il problema dei rifiuti di plastica e non solo, nei mari, sulle spiagge come nei fiumi, nei laghi etc., si può e si deve fare molto. Il primo passo è comprendere che il rifiuto che arriva in mare è un rifiuto mal gestito sulla terraferma ed occorre agire attuando delle politiche di prevenzione. Riparte nei prossimi weekend la campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento del mare e delle coste di Plasticaqquà che coinvolgerà ancora tanti cittadini rispetto al tema del marine litter e che si pone l’obiettivo di sottoporre a una pulizia straordinaria le coste del litorale jonico.

 



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor