Siamo una città di mare e sappiamo bene che le acque non possono e non devono ristagnare: smuoverle ampliando la coscienza critica di ogni cittadino è un primo e importante traguardo da raggiungere
Se una città attraverso le sue espressioni associative e volontaristiche avverte il bisogno di darsi appuntamento, in un sabato di fine febbraio, per manifestare invocando “Giustizia per Taranto” significa che non soltanto il problema è reale, ma che ha spinto diverse associazioni a portarne i contenuti all’attenzione dei cittadini del capoluogo ionico.
E’ noto a tutti che il termine “giustizia” richiama subito il Tribunale e il pronunciamento dei magistrati, ma, nel nostro caso, la manifestazione acquista uno spessore e una valenza di calibro sociale molto forte.
Nelle strade del centro umbertino della città non si è voluto richiamare la Magistratura al proprio dovere; questa lo fa e anche bene alla luce, per esempio, di quel processo denominato “Ambiente svenduto” che ha finito trasversalmente per coinvolgere non soltanto i Riva e gli uomini di spicco dell’Ilva ma anche uomini politici locali e altri a vario titolo.
Non sappiamo ancora come andrà a finire, ma i primi segnali “forti” sono già arrivati e si spera di poter concludere questa triste pagina della storia cittadina con la giustizia nelle vesti di vincitrice.
Quello della giustizia è un concetto che attraversa ogni cittadino e ogni istituzione, anche quella religiosa, se è vero, come è vero, che nei testi sacri si parla di giustizia come atto dovuto e non come vendetta, infatti vendetta produce vendetta e allarga il malessere sociale, giustizia, invece, è applicazione ad litteram di norme consolidate dalla vigente legislazione.
Ma quale giustizia sarà invocata per Taranto?
Sarà invocata giustizia per un ambiente nel quale possa ogni cittadino alzarsi la mattina e respirare aria libera da tossine e da polveri inquinanti.
Giustizia vorrà dire porre freno all’incalzante ed estremamente preoccupante fenomeno del moltiplicarsi delle patologie tumorali che da oltre un decennio sta mietendo morte anche fra gli innocenti bambini delle nostre famiglie.
Che Taranto debba diventare Polo oncologico di riferimento per la Regione è certamente un fatto positivo se lo si vede sotto l’aspetto del servizio da rendere ad una popolazione che ogni giorni deve fare i conti con i tumori terribili che tanto sconforto e scompiglio portano in seno alla cellula familiare.
Se non avessimo avuto quel “primato” di casi tumorali, forse non avremmo avuto nemmeno il Polo oncologico e certamente ne saremmo stati felici perché esenti da patologie tumorali.
“Giustizia per Taranto” vorrà significare che i quartieri a ridosso dell’Ilva possano vivere una esistenza degna dell’uomo, a dimensione di uomo, dal bambino all’anziano.
“Giustizia per Taranto” vorrà significare attenzione da parte di chi ha il potere decisionale di fare di questa città la vera e perpetua capitale della cultura, in considerazione del fatto che il capoluogo ionico possiede tanto materiale archeologico per metter su almeno altre cinque realizzazioni pari a quella del MarTa.
“Giustizia per Taranto” potrà significare anche salvaguardia di quei beni culturali in precarie condizioni di staticità.
“Giustizia per Taranto” potrà significare anche attenzione verso le fasce deboli della nostra società ; ai bambini dovranno essere assicurati efficienti servizi di assistenza al mondo dell’infanzia, agli studenti scuole e strumenti per crescere e formarsi, all’Università per potersi esprimere nel campo della ricerca mirando ad una autonomia che significherebbe una vera promozione per la comunità ionica.
Invocare “Giustizia per Taranto” significa adoperarsi per creare nuove fonti di occupazione soprattutto giovanile strappando gli stessi giovani dal mondo della droga e delle devianze sociali.
Invocare “Giustizia per Taranto” significa diversificare le opportunità lavorative sul territorio partendo da quella risorsa mare fino ad oggi non adeguatamente sfruttata.
Potremmo continuare ad elencare una infinità di problematiche connesse al tema della giustizia ma tra queste non possiamo tacere del fenomeno imperante e preoccupante dell’abusivismo commerciale con bancarelle che spuntano ogni giorno come funghi e di parcheggiatori abusivi che taglieggiano senza alcun timore anche in presenza di Forze dell’Ordine.
Se “Giustizia per Taranto” si invoca è necessario però “fare squadra” cioè ciascuno dovrà impegnarsi nel proprio settore di competenza confrontandosi con gli altri.
Se faremo ciò saremo sulla buona strada.
Un’ultima riflessione: con tale manifestazione non si vuol dire che i cittadini organizzatori e partecipanti abbiano la classica “bacchetta magica” tra le mani.
Siamo una città di mare e sappiamo bene che le acque non possono e non devono ristagnare: smuoverle ampliando la coscienza critica di ogni cittadino è un primo e importante traguardo da raggiungere.