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Marco Pavone/La forza del cinque

Pubblicato da: Categoria: SPORT

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LUG
2014
Dopo il brutto infortunio patito agli inizi di marzo, il fuoriclasse martinese della palla ovale lavora al suo rientro. Passione per il football americano, determinazione e grinta da vendere: ecco le preziose alleate dell’atleta in forza ai Salento Dragons
 
Foto di Claudio Andreetta ed Elena Tommasi
 
Sta tornando più forte di prima. Dopo il grave infortunio subito a inizio marzo, l’atleta martinese Marco Pavone –in forza ai Salento Dragons- lavora al suo rientro con una rara determinazione e una grinta invidiabile. Una passione sconfinata per il football americano e un numero magico (il cinque, ndr) ne accompagnano il percorso di riavvicinamento. E così, yard dopo yard, il problema al perone sta lentamente passando, anche grazie al suo fisioterapista. Pavone, dopo esser rientrato da esperienze di tutto rilievo in giro per l’Italia e all’estero, ha vestito i colori di Spartans Taranto (società a cui è ancora legato) e Salento Dragons. Idee chiare e ambizioni limpide: “Non ho mai pensato di smettere. Voglio il Blu Team”.
 
Un brutto infortunio al perone ha compromesso la scorsa stagione, costringendoti ad abbandonare i compagni del Salento Dragons a inizio di marzo. Marco, qual è il tuo stato d'animo ora che stai preparando il rientro?
«Sono molto ottimista. Gli allenamenti specifici per la caviglia stanno funzionando, grazie anche al mio super fisioterapista Giuseppe. Ci vuole tanta pazienza».
Cosa ti è mancato di più stando lontano dal campo?
«Quando sei in partita si scatena un’adrenalina inspiegabile. Il profumo dell’aria é diverso ed é uno strazio stare in stampelle a poche yard dal campo».
Hai pensato di smettere dopo l'infortunio?
«Nonostante non stia passando un buon periodo con il lavoro e abbia convinto mia madre di aver smesso. No, non l’ho mai pensato».
Come proseguirà la tua carriera nel mondo del football americano?
«Stranamente a questa domanda non so come risponderti, meglio aspettare la prossima stagione per una risposta più precisa».
Com’è nata la tua passione verso questo sport?
«Lavoravo al Gran Caffè –avevo diciassette anni- e una mattina entrò un omone di colore (rip coach John) che mi invitò a giocare a football e –chiaramente- da buon alzatore di pallavolo (giocavo nell’Athena club di Cisternino) risposi “e che è”… di lì a poco cominciai negli Hawks Taranto come corner back e lasciai la pallavolo. Un amore a prima vista».
Ci sono margini di crescita di questa disciplina in un paese così calciofilo come l’Italia?
«Chi dovrebbe regolare la nostra disciplina non focalizza la propria attenzione sull’essenzialità; tutto ciò scatena una protesta espressa durante le gare dei mondiali che vede più gente al di fuori dello stadio che dentro: una voce, purtroppo, inascoltata. Il football ormai viaggia alla grande, con la passione di un grande numero di persone. In Puglia ci sono già quattro squadre e quest’anno se ne aggiungerà un’altra -i Brindisi Bucks- e mi piacerebbe voler ricordare anche le donne del Vibrie Salento che hanno già disputato diverse gare. Mediaticamente c’è grande attesa per il 6 luglio, data in cui Eurosport trasmetterà in diretta la finale italiana di massima serie tra Seamen Milano e Panthers Parma».
Hai mai avuto esperienze al’estero? 
«Ho trascorso sei mesi a Francoforte per lavoro e coach John mi consigliò una squadra. Rimasi sbalordito dai canoni totalmente diversi dei giocatori stessi: erano già dieci anni avanti».
Sogno nel cassetto.
«Non è uno, ma due. Il primo riguarda la mia carriera in quanto mi piacerebbe vestire i colori del Blu Team (la nazionale, ndr) troppe volte allontanati da infortuni, mentre il secondo riguarda i Black Horse Martina Franca, formazione che mi piacerebbe rivedere all’opera».
In conclusione, un saluto/invito che ti piacerebbe rivolgere ai fedeli lettori di Extra Magazine.
«Invito tutti i ragazzi –e anche ragazze- della Valle d’Itria ad affacciarsi a questa disciplina seguendo le sorti degli Spartans Taranto e scoprire direttamente che cosa ha di “diverso” quella strana palla. Mando a tutti i lettori di Extra Magazine un caloroso saluto».
 


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