L’ennesimo episodio di degrado e violenza al rione Tamburi: un operatore del 118 percosso durante un intervento pur avendo svolto il proprio ruolo come da protocollo. Dura la presa di posizione della Asl
Alcune settimane fa, dalle pagine di Extra, ci siamo occupati di un caso di violenza occorso a un avvocato del foro di Taranto picchiato nel suo studio e titolavamo facilmente: “Chi difende il difensore”... Ma la saga continua.
Proprio lo scorso 4 novembre, infatti, ecco che la nostra città ci ha offerto in pasto un nuovo fatto di cronaca, direttamente “confezionato” nel rione Tamburi. Un episodio inqualificabile, sconcertante, che lascia certamente lo spazio per qualche riflessione seria sulla sicurezza personale e sulla civiltà umana. Riflessione che, appunto, non è mancata alla Asl di Taranto e ai responsabili del pronto soccorso.
Secondo la ricostruzione dei fatti diramata, dunque, pare che nella mattinata di quel sabato siano giunti in via Machiavelli – a seguito di un incidente tra un veicolo e un motociclo – una dottoressa e un infermiere, trasportati da un altro soccorritore alla guida di un’automedica, per prestare assistenza alle vittime del sinistro. Team che, fortunatamente, aveva appena ultimato un altro intervento in via Orsini, a pochi metri giù di lì, e che quindi è riuscita a balzare sul posto nell’arco di pochi minuti.
A terra, al momento dell’arrivo dei soccorsi, la conducente del motociclo - una giovane di 14 anni - che presentava trauma cranico e maxillo-facciale, poi giudicato guaribile con prognosi di 30 giorni. Pertanto, gli operatori sanitari hanno immediatamente avviato le procedure di soccorso secondo il protocollo previsto dalle normative, prestando direttamente sul posto le prime cure alla ragazza e valutando i danni fisici in attesa dell’arrivo dell’autoambulanza. Tutto, quindi, svolto con la massima professionalità e nelle modalità più opportune, nell’esclusivo interesse dell’infortunata e della sua salute.
Ma proprio queste modalità hanno suscitato l’ira della folla, tra cui i parenti della giovane, che reclamavano invece il trasporto immediato in ospedale. E da lì a poco l’incontrollata e inopportuna reazione: la folla presente ha prima investito gli operatori del 118 con una raffica di invettive, poi ha aggredito anche fisicamente l’autista-soccorritore intento ad invitare tutti alla calma. Incredibile ma vero, sempre secondo la ricostruzione dei fatti, il malcapitato autista spinto e fatto cadere a terra e poi preso ripetutamente a calci e pugni alla testa, mentre la dottoressa è stata minacciata di morte. Ebbene, succede anche questo nella nostra città. Tutto per aver svolto con diligenza il proprio lavoro.
Sul punto, dunque, non poteva mancare la dura reazione della Asl che, nella persona del Direttore Generale Rossi, in una nota stampa ha fermamente condannato l’accaduto: «Esprimo la mia personale vicinanza, nonché quella di tutta l’Azienda che rappresento, all’operatore del 118 aggredito per il solo motivo di compiere il proprio dovere, nonché a tutti gli operatori, che svolgono il proprio compito in condizioni spesso difficili, ricordando che non è la prima volta che episodi così inqualificabili avvengono nel nostro territorio. Gesti di questo tipo - lo stesso continua - vanificano gli sforzi di chi, giorno dopo giorno, ciascuno secondo la sua professionalità e sfera di competenza, senza grandi clamori cerca di migliorare lo stato di salute della collettività e dell’individuo». E conclude citando Oscar Wilde: «La salute è il primo dovere della vita».
Così a seguire un’altra levata di cori di indignazione, dal direttore del 118 Balzanelli al governatore della regione Puglia, fino – siamo certi – all’ultimo nostro lettore.
Insomma. Insieme alle nostre bellezze architettoniche e al nostro patrimonio culturale, per contro, non ci facciamo mai mancare niente. Un fatto terribile che non esclude in futuro un altro revival alla nostra saga.