Il fatto che da tempo non se ne parli più, non significa che il problema sia stato risolto. Così, a "rinfrescare" la memoria colletiva, ci hanno pensato Giuseppe Solito, Antonio Liuzzi e Giovanni Gelsomino tre lavoratoti della ITN, che in questi giorni hanno anche incontrato il sindaco Franco Ancona, i quali presa carta e penna hanno fatto un punto, a dire il vero molto preoccupante, della situazione.
"La vicenda che riguarda le 126 famiglie dei dipendenti della ITN di Martina Franca, azienda gestita dalla famiglia Nardelli, è tristemente nota: crisi generale, congiuntura negativa, mercato globale; sta di fatto che la società ha fatto la scelta di tagliare la produzione interna con la conseguente drastica riduzione di personale. 126 famiglie rimaste senza alcun sostegno e soprattutto senza alcuna prospettiva. Dopo il primo interessamento da parte delle istituzioni locali e del sindacato, con tante promesse e speranze per i lavoratori, oggi il silenzio più assoluto.
Tace il gruppo Nardelli, che interloquisce solo attraverso i suoi consulenti. Ci chiediamo dove sia finita quella “grande famiglia” che Mimmo Nardelli e i suoi figli hanno più volte richiamato nelle loro comunicazioni ai dipendenti! Tace il sindacato, forse per incapacità di trovare adeguate soluzioni, o forse perché, come sindacato dei lavoratori, non interessato a chi il lavoro l’ha perso! Tace l’amministrazione Ancona che potrebbe e dovrebbe attivarsi a difesa dei cittadini che amministra ma anche dello sviluppo economico della città! Tace la regione che dovrebbe essere più attenta alle tante problematiche del nostro territorio, particolarmente gravato da disoccupazione e crisi economica.
Tacciono le istituzioni e gli Enti preposti alla tutela dei lavoratori. E, ancora una volta, ci troviamo di fronte forme di discriminazione: dalle verifiche effettuate risulta che lavoratori del nord, che hanno fatto richiesta di cassa integrazione in data successiva a noi, abbiano regolarmente riscosso il dovuto, mentre noi restiamo purtroppo ancora in attesa e non sappiamo più come far fronte al sostegno delle nostre famiglie.
Solita storia: noi figli di un Dio minore! Il nostro è un appello a chi ha il potere e il dovere di assumere provvedimenti: si sollecitino gli Enti preposti ad erogare subito la cassa integrazione, nella speranza che si possa però individuare soluzioni che ci consentano di ritornare al lavoro."