Non è andata giù alla CGIL la puntata del 13 ottobre scorso de "La vita in diretta" durante la quale, la RAI si è dimostrata poco "servizio pubblico". Così Massimo cestaro, segretario generale del Sindacato Lavoratori Comunicazione CGIL, ha scritto ai vertici dell'azienda chiedendo " la RAI rettifichi, nelle opportune forme, la falsa rappresentazione dei fatti offerta, ripristinando la corretta informazione in ordine al ruolo della SLC-CGIL".
Rai Radiotelevisione Italiana |
Viale Mazzini, 14 |
00195 – Roma |
Alla c.a. |
Presidente |
Dr.ssa Anna Maria Tarantola |
Direttore Generale |
Dr. Luigi Gubitosi |
Presidente Ordine dei Giornalisti |
Dr. Enzo Iacopino |
Al Presidente della Commissione |
Parlamentare per l’indirizzo generale e |
la vigilanza dei servizi Radiotelevisivi |
Palazzo S. Macuto (II piano) |
Via del Seminario, 76 |
00187 – Roma |
"Vi scrivo questa nota per sottoporre alla Vostra attenzione un fatto particolarmente increscioso accaduto nei giorni scorsi.
Per la precisione lunedì 13 ottobre, durante la messa in onda della trasmissione “La vita in diretta”.
In quell’occasione è stato fatto un servizio sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori di alcuni call center di Taranto e sull’uso massiccio di lavoro nero e contratti fintamente a progetto. Ebbene, per tutta la durata del servizio, il racconto che è stato fatto è stato quello di una situazione di assoluto degrado dal punto di vista delle tutele e dei diritti, in cui l’assenza del sindacato gravava pesantemente e colpevolmente, mentre i lavoratori venivano lasciati soli al loro destino, con il sott’inteso messaggio che il sindacato continua a tutelare i tutelati e ad ignorare i più “disgraziati”. Peccato però che le riprese e le interviste avvenivano nella sede della CGIL di Taranto, dove lavoratrici e lavoratori sono tutt’altro che estranei.
E’ la SLC CGIL di Taranto infatti che ha denunciato le loro condizioni alla Procura della Repubblica, facendo fare a questa notizia il giro del mondo al punto che, giovedì 9 u.s., proprio Giuseppe Di Tommaso, de “La Vita in diretta” contattava la SLC CGIL e la Confederazione di Taranto chiedendo di fare un servizio sul caso sopra citato. Le riprese sono dunque state fatte in casa CGIL, proprio dove i lavoratori hanno sempre trovato assistenza e difesa e dove sono stati mostrati alle telecamere gli esposti e la denuncia alla Procura della Repubblica firmati dal nostro segretario provinciale, mentre veniva intervistato Giuseppe Massafra, della CGIL di Taranto.
Questi i fatti.
Capirete quanto sia risultato surreale assistere poi alla trasmissione di immagini che censurano deliberatamente il sindacato, la CGIL, commentate peraltro in studio da un ospite, Alessandro Cecchi Paone che, privo di qualsiasi contraddittorio, sottolineava quanto il sindacato fosse distante da quei precari e da quella realtà così distortamente rappresentata.
Tutto ciò avviene in RAI, servizio pubblico.
Non volendo fare lezioni su cosa il servizio pubblico rappresenti e debba rappresentare in termini di garanzia di corretta informazione e di pluralismo, siamo costretti a sottolineare quanto lontano da questi due concetti si sia spinta la Rai in questa circostanza. Per questo motivo la SLC-CGIL ritiene che la trasmissione sia stata offensiva dell'immagine del sindacato e chiede che la RAI rettifichi, nelle opportune forme, la falsa rappresentazione dei fatti offerta, ripristinando la corretta informazione in ordine al ruolo della SLC-CGIL nella vicenda di cui in oggetto.
Riservata ogni azione, la presente vale quale formale diffida.