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JOSE´ CONSERVA/BALLANDO IO RINASCO

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

20
SET
2018

Sacrificio, impegno, ore intere trascorse a imparare una coreografia: lo sanno bene coloro che si dedicano al ballo come professione. Josè Conserva ci racconta la sua esperienza di anni e anni trascorsi coltivando questa grande passione che, anche a livello dilettantistico, apporta grandi benefici a livello psicologico, sociale e fisiologico

“Se fossi in grado di dire a parole ciò che riesco a esprimere con la danza, non avrei mai danzato!” In questa frase di Isadora Duncan, ballerina vissuta a cavallo tra l’800 e il ‘900 e precorritrice della “danza moderna”, è racchiuso il valore intrinseco di questa forma di espressione artistica.
Il ballo, dunque, non è solo un metodo per praticare esercizio fisico ma anche una raffinata forma d’arte che permette di esprimere emozioni, sensazioni e sentimenti spesso sottaciuti, che rimangono chiusi lì, in un angolo del cuore e della mente. Il collegamento tra questi due elementi genera un linguaggio non verbale, capace di coinvolgere aspetti diversi e apparentemente inconciliabili.
La pratica del ballo dona benessere psicologico e fisiologico, complice la produzione di endorfine, e coadiuva l’intreccio di relazioni sociali e l’acquisizione di una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità. Per questo è stato oggetto di studio da parte di diversi scienziati.
Abbiamo già avuto, in passato, il piacere di conoscere Giuseppe Conserva, noto come Josè, uomo poliedrico ma, soprattutto, un grande appassionato del ballo al punto da erigerlo ad attività principale, rendendolo protagonista della propria vita.
La danza è potenzialmente molto educativa, infatti necessita di impegno e sacrificio, soprattutto quando si prova e si riprova una coreografia fino allo sfinimento perché diventi perfetta.
Dopo tanti anni di duro lavoro e di esperienza sul campo, chiacchieriamo con Josè anche perché siamo curiosi di ascoltarlo come "prova vivente" di quanto sia importante il ballo per il corpo e la mente.


Il ballo rappresenta una attività che, al pari della lettura, del cinema e di altri sport, influisce positivamente sui livelli di stress psicologico. Chi impara o pratica questa forma di espressione artistica ottiene benefici per la propria salute, riesce a formulare pensieri positivi e ad acquisire maggiore consapevolezza di sé. Josè cosa ne pensi di questo approccio psicologico?
"Il motivo per il quale è nata la mia scuola di ballo a Martina Franca è stato proprio quello di unire e regalare sensazioni e emozioni, soprattutto dei benefici a livello fisico e psicologico. Infatti i corsi che proponiamo tendono a migliorare il benessere e ad aumentare l'autostima, poiché ha la possibilità di ballare anche chi fisicamente non si sente all'altezza.
La danza coadiuva, inoltre, la socializzazione e permette nuovi incontri, infatti si creano dei gruppi di amici".

In una frase definiscimi il “ballo” secondo te.
"Il ballo per me è stato tutto! Parlo al passato perché grazie alla danza ho approcciato altre discipline come: la recitazione, il canto e la radio. Anche queste attività, però, mi hanno permesso di donare emozioni alla gente e di continuare a seguire il filone principale della mia vita: il dialogo con le persone".

Cosa ti ha allettato e indotto ad intraprendere questo percorso?
"Ho cominciato all'età di 6 anni, spinto da mia zia che era proprietaria di una palestra a Martina Franca.
E’ inutile nascondere che da piccolo provavo piacere a essere al centro dell'attenzione e ciò mi ha spinto a salire su un palco ed esibirmi davanti a tutti. Ho iniziato con la Danza Moderna, imitando ad esempio Michael Jackson, e all'età di 17 anni mi sono avvicinato all'animazione e, come naturale conseguenza, ai balli di gruppo e alle danze caraibiche. Insomma da lì è partito tutto".

Quali generi di “danza”, non intesa in senso accademico, ma con significato più ampio, pratichi e insegni al “Barrio Caliente”?
Raccontaci della tua scuola.

"Si realizza un percorso accademico teorico e pratico di Danza Cubana e Afro-Cubana, d’altronde c'era il boom di questa tipologia di Ballo quando fu fondato il “Barrio Caliente”, pertanto questa fu eletta ad attività primaria della nostra scuola.
Proprio perché volevo offrire all’utente delle novità, ho sempre proposto discipline uniche. Tra queste, ad esempio, le danze orientali e quest'anno presenterò la Tap-Dance. In genere questa attività viene proposta nelle Accademie di Danza e invece io ho pensato di portare questa novità, il Tip Tap.
Per differenziarmi e differenziare l'attività quest'anno ho proposto anche il Burlesque. Quest’ultimo è difficile da far affermare, ma ci proviamo.
Si svolgeranno anche corsi relativi alle Danze Popolari Cubane, insegnate dalla Maestra Aida Sanchez che, quest'anno, si è trasferita qui nella nostra città. Infine lo Yoga, insegnato da mia sorella, che si è rivelata la disciplina del momento, difatti i corsi da quando abbiamo cominciato sono sempre pieni".

Cosa vi ha spinto a inserire questa nuova tipologia di Ballo? L'intento di variegare l'attività o perché queste discipline possiedono delle peculiarità che possono influire su quanto discorrevamo in precedenza?
"In primis sicuramente c'era l'intenzione di variegare l’offerta e poi, giacché questa scuola è nata con lo scopo di praticare Danze Caraibiche e Salsa Cubana, quella Cubana e Afro-Cubana si innestano perfettamente con la suddette discipline di base.
La Salsa Cubana così come è un mix di generi musicali, allo stesso tempo permette di mixare anche varie forme di Ballo, come ad esempio l'Hip Hop e le danze Afro-Cubane. Ovviamente sono insegnamenti a sé stanti ma chi le studia tutte può creare un proprio stile, scegliendo quello che meglio si adatta alle proprie capacità e forma espressiva".

Di quali parti sopite di te stesso hai assunto maggiore consapevolezza e quali sensazioni ti ha stimolato, dalle quali trai il gusto del ballo?
"A livello emotivo ho provato il gusto di scorgere negli occhi dello spettatore il piacere di vedermi ballare. Oggi tutti possono studiare ma chi riesce a trasmettere delle emozioni risulta vincente, poiché riesce a esprimere delle sensazioni che nella vita di tutti i giorni restano chiuse nell’intimo, magari per paura di perdere la propria credibilità.
Il ballo, inoltre, mi ha sbloccato fisicamente perché, innanzitutto, mi ha sbloccato emotivamente. Danzare comporta la rimozione di freni psicologici che generano, come diretta conseguenza, quelli fisici.
La pratica delle danze caraibiche, ad esempio, permette di sbloccare le spalle e il bacino. Quest’ultimo, istintivamente, tendiamo a proteggerlo giacché è una delle parti più intime e, come diretta conseguenza, si sblocca tutta una serie di parti del nostro corpo.
Si chiama danza-terapia ed è come una sorta di psicoterapia, che porta alla scoperta di sé stessi e di un aspetto che la psicologia non contempla: la propria fisicità. Il corpo d’altronde è lo strumento con il quale gli altri ci percepiscono a primo impatto".

Alcuni scienziati hanno svolto degli studi e hanno scoperto che questa forma d’espressione artistica produce effetti benefici anche a livello neurologico e cognitivo, oltre che psicologico. Sembra favorisca memoria, concentrazione ed attenzione, che prevenga e al contempo coadiuvi le terapie mirate alle varie forme di demenza e di degenerazione neurologica. Hai esperienza in tal proposito e pensi in futuro di introdurre nella tua struttura dei corsi dedicati a queste persone?
"Il mio obiettivo è proprio quello di utilizzare la danza come cura, anche se questo termine potrebbe apparire esagerato. Per maggiore precisione, potrebbe essere considerata un aspetto della terapia, in quanto muovere il corpo fa spegnere la mente perché l’individuo si concentra e interrompe i pensieri.
In teoria bisognerebbe lavorare di più e riflettere di meno. La nostra giornata si dovrebbe svolgere come quella di tanti anni fa: di giorno si dovrebbe lavorare e di notte si dovrebbe riposare e attivare la mente.
In conseguenza dei ritmi odierni serrati, la mente è attiva ventiquattr'ore su ventiquattro, fino a che non va in tilt, creando dei traumi fisici, come ad esempio: il blocco della schiena o del bacino o delle gambe. Tutto ciò, spesso, è causato dallo stress psicologico al quale attualmente siamo sottoposti.
La danza, dunque, costituisce un’ottima terapia.
Per quanto concerne l'aspetto terapeutico, ho letto di persone che soffrono di demenza senile o di malattie neurodegenerative che nel Ballo riescono a trovare aiuto e compensazione a questo tipo di problema.
Mi ripeto, parlare di cura è eccessivo, però sicuramente il ballo coadiuva il miglioramento delle condizioni psicofisiche, anche di individui che hanno sviluppato malattie di questo genere ed è il nostro principale obiettivo.
Non c'è un corso dedicato specificatamente a queste persone, sicuramente la nostra offerta include anche la possibilità che gente affetta da questa patologia possa avvicinarsi ai nostri corsi e al mondo del ballo.
L'anno scorso, per esempio, ho realizzato un percorso sonoro con campane tibetane. La gente era stesa e attraverso le cinque energie si rilassava effettuando un viaggio interiore.
Ovviamente ciò non è la soluzione del problema, ma conduce ad uno stato di benessere inteso anche nel senso di riuscire ad affrontare e accettare con tranquillità gli aspetti e i momenti negativi della nostra vita. E’ evidente che oggi siamo poco propensi all'accettazione, pertanto questo percorso si è rivelato molto utile".

Cosa riesci o vuoi esprimere attraverso le tue coreografie?
"Quando ballo cerco di esprimere quelle che sono le mie emozioni del momento, anche se molto spesso il tema è lontano da quello che provo.
Il mio principale obiettivo, però, è quello di tirar fuori le emozioni dai miei allievi e far sì che esprimano le loro. Noi siamo semplicemente degli strumenti che servono per aiutarli a esternare quelle che sono le proprie peculiarità e manifestare le proprie doti. Al contempo imparano a scoprire e accettare i propri limiti.
Ritengo che in realtà non esistano confini se non quelli creati dalla nostra mente. Molto, poi, dipende dal fine che ognuno vuole perseguire, ossia se il ballo deve rimanere solo un hobby o diventare il lavoro della vita. Personalmente consiglio di mantenerlo come hobby, perché quando diventa lavoro si perde una parte del piacere, giacché è impegnativo e ci sono delle responsabilità, pertanto diventa meno espressione di sentimenti e più lavoro mentale.
Sebbene ci sia sempre un tema nelle nostre coreografie, è ovvio che si debba sempre esprimere una certa naturalezza. Viviamo in una società che ci impedisce di manifestare ciò che proviamo però con la danza questo diventa possibile.
Ovviamente ciò che conta è trovare il giusto equilibrio il proprio stato d'animo e le convenzioni sociali, esso consiste nell’educazione ovviamente".

Credi che il ballo accresca la socializzazione, non solo tra chi frequenta la scuola, ma anche tra i collaboratori. Che rapporto hai con il resto del tuo staff? Tra coloro che frequentano i corsi della tua scuola che relazioni nascono?
"Il motivo per il quale alcuni approcciano al ballo può avere una differente natura: c'è chi lo fa solo per salire su un palcoscenico e chi per puro piacere.
Ci sono stati vari cambiamenti all’interno dello staff. Ho formato allievi che poi sono andati a insegnare altrove, ma penso che ciò sia fisiologico. Accade come quando si alleva un figlio, prima o poi deve prendere la sua strada e io sono fiero anche di coloro che hanno deciso di allontanarsi e di percorrere la propria.
Chi oggi c'è, o è rimasto sin dall'inizio, appartiene a quella categoria di persone che non persegue il proprio interesse ma si abbandona alle emozioni. Fondamentalmente chi è rimasto, oltre che per un legame affettivo, spesso svolge un'altra attività. Questo è un hobby, ma quando si decide di farlo diventare il proprio lavoro, purtroppo, i conflitti sono inevitabili e bisogna essere in grado anche di gestire queste situazioni e cercare di mantenere gli equilibri, cosa non affatto facile. Quando si crea la rottura, però, vuol dire che è giunto il momento che ognuno segua la propria strada. Magari non vediamo l'aspetto positivo nell'immediato ma sicuramente, successivamente, ci saranno solamente dei benefici. Alcuni, a volte, possono anche tornare sui propri passi.
Per quanto riguarda gli allievi che partecipano ai corsi, ho assistito a delle situazioni variegate. Si sono formate delle coppie e altre si sono separate perché, magari, hanno sfruttato questa occasione per provare e trovare altro. Ovviamente ritengo che questo accada quando, già alla base, esiste una rottura e, semplicemente, si utilizza questa occasione della vita per migliorare la propria situazione o per decidere di chiuderla in maniera definitiva".

Come mi convinceresti ad iscrivermi alla tua scuola?
"Non sono un grande oratore, quindi non sono bravo a utilizzare le parole per sponsorizzare la mia attività. Mi reputo un buon lavoratore, però, e quindi per convincerti ad aderire ai miei corsi ti direi: 'Vieni, assisti ad una lezione, studia l’ambiente e poi decidi. Prova e sono certo che ti piacerà!'”

Il messaggio che ci ha trasmesso Josè è che chiunque può iscriversi a una scuola di ballo, non solo il bambino o il ragazzo che desidera semplicemente praticare attività fisica e imparare a muoversi in modo coordinato e sciolto. Anche una coppia adulta e matura può riscontrare dei benefici dalla pratica di questa forma di espressione artistica.
È evidente che chi si approccia al ballo, abbia fondamentalmente uno spirito artistico, perché decide di praticare un’attività che non è esclusivamente fisica ma anche creativa e che consente di esprimere le proprie sensazioni ed emozioni attraverso il movimento.



 



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