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Sintetici sarete voi

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

20
MAR
2015
Ovvero quando dal pulpito arriva una predica infelice e un paragone inopportuno
Pensate al broccato, al damasco, al velluto. Immaginate poi di sentir scorrere voluttuosi sotto le vostre dita il pizzo, il satin, lo chiffon. Tessuti per meravigliosi abiti a molti zeri. Poi concentratevi sul fatto che due stilisti di fama mondiale definiscano un bambino “sintetico”: c’è tutta l’altezza di una caduta di stile con pochi precedenti. Ora, un bel po’ di cose non mi sono piaciute nella vicenda di Dolce & Gabbana sulla famiglia tradizionale, seguita dall’incitamento al boicottaggio di Elton John. Intanto il paragonare un bambino al più fedifrago dei tessuti: il sintetico talvolta fa le scintille e gli scoppietti quando te lo togli ma è così maligno da farli sempre nei momenti meno opportuni. Si adatta a ogni fisico perché è molto duttile però poi ti punisce con l’esaltazione impietosa di ogni più piccolo difetto, per non parlare di rotolini e rotoloni. E’ immune a qualsiasi deodorante e al sole è pure trasparente. Non fatevi ingannare dal nero, la nuance più sleale perché controluce lo è ancora di più, oltre a fare imbarazzanti sbrilluccichii. Paragone infelice tra un bimbo e il sintetico, così come infelici ma piene di speranza le donne che non possono fare altro che ricorrere alla fecondazione in vitro o altre tecniche per avere un bambino. Donne che hanno combattuto, perso, lottato di nuovo, e che quando erano esauste più che mai hanno avuto il coraggio di intraprendere un percorso lungo e doloroso, che non dà garanzie se non le percentuali altissime di riuscita assicurate dai siti web di costose cliniche. Si può dare se non un giudizio, anche solo un parere su questo tipo di scelta? Non credo. Come tuttavia non credo che proprio quegli stessi che sulla propria omosessualità lamentano – a ragione – parole offensive, pregiudizi granitici, violenze verbali  e assenza di diritti civili possano sputare veleno, insulti e ingiurie per un’opinione. Un’opinione superficiale, anacronistica, priva di sensibilità. Magari anche stupida e fuori luogo, priva di coerenza con ciò che si rappresenta e ciò che si è detto anni prima, ma che resta pur sempre un parere personale. Cosa succede con le azioni altrui? Massacrate anche quelle, quando si chiede per sé la libertà e l’accettazione di scelte diverse? Il punto è che a mancare in modo drammaticamente trasversale, non importa se siamo etero o gay, è il rispetto, mentre i giudizi, quelli abbondano.  E a proposito del boicottaggio, dichiaro che il mio è obtorto collo e dettato dalla congiuntura economica: ancora 7 anni e il mio completo giacca e tubino diventerà vintage. E speriamo che presto lo diventino anche certi modi di pensare (e di giudicare). 
 
 
 


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