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Venezia, il leone e le ballerine

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

18
SET
2015
I Leoni d'Oro sono stati assegnati, i motoscafi Riva alati, i vaporetti salpati: da quasi una settimana sul Festival del Cinema è calato il sipario. E cala con un dubbio amletico: e dunque, se dovessi andare a Venezia, cosa dovrei mettermi?
 
 
(continua..) 
Se sono più facili e, diciamocelo, anche più divertenti, i commenti cattivelli su alcune delle intervenute, sappiate che non sono mancati i look impeccabili e soprattutto, al netto degli inarrivabili abiti haute couture, replicabili. Prendete nota, non si sa mai che qualcuno vi inviti al Lido. In ordine di audacia abbiamo una mise che non teme scivoloni, assolutamente da copiare e low budget, che ripesco dallo scorso anno, a conferma di quanto si vada sul sicuro. Luisa Ranieri, madrina dello scorso Festival, debuttò in camicia bianca, gonna lunga nera trasparente con profondi spacchi e cintura maschile annodata in vita. Se resta il dubbio per le scarpe, un sandalo basso con allaccio alla caviglia va benissimo, sull'opzione ballerine non ho un giudizio equilibrato, ma questo ormai lo sapete. Passiamo a questa edizione e saliamo un po' con il tacco, per trovare Valeria Bilello (in Fendi, va detto): un abito lungo alla caviglia, fantasia a grandi fiori su fondo nero, borsa media a mano, non in tinta con le scarpe (consuetudine ormai sorpassata da quel dì) ma con il cappello stile Panama, dalla tesa non troppo larga. Invidia pura. Col fiorato, riesce a essere convincente e a far venire un inusitata voglia di copiarla perfino la scialba e sempre sul punto di appassire moglie di Emanuele Filiberto di Savoia, l'incolore Clotilde Courau: un abito fantasia su fondo verde acqua, appena sotto il ginocchio, con scollatura profonda e chiusura "a sciarpa" e cintura sottile in tinta. Pochette morbida nera e sandali rasoterra stile gladiatore. Che vi devo dire, non me lo spiego ma aveva il suo perché. Immancabile in qualsiasi armadio, lo chemisier. Molto Venezia e molto sul sicuro quello di Bérénice Bejo: bianco, in tessuto operato (fiori, tanto per conferma), con colletto rigido in bluette. Appena ne scovate uno in qualche negozio, tagliato bene e in un cotone pesante così che non si stropicci troppo, compratelo assolutamente. Unico inconveniente, va portato con i tacchi: tra campielli, calli e campi mi sa tanto che di sospiri non ci saranno solo quelli di un famoso ponte e forse, a fine giornata, tra atroci tormenti potrebbe apparire anche Thomas Mann e lì sarà chiaro il senso più profondo di "La Morte a Venezia". Ripiegherei su bassi sandali bianchi, cinturino alla caviglia. E infine il look cui va il mio Leone d'Oro: Alessandra Ambrosio con un completo stile marinière (Philosophy by Lorenzo Serafini). Gonna midi a campana e tank top traforati, a grandi righe bianche e blu, ovvero tutta l'essenza di un giorno al Lido: quindi Chapeau! ma solo come plauso, che con un qualsiasi cappello in testa, tanto più se una paglietta, l'effetto "barcaiolo veneziano" è in agguato. E a quelle come noi, "Com'è triste Venezia" è una canzone che non è piaciuta mai.
 
 
 


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