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Conosciamoci meglio

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

4
DIC
2015

Per capire e apprezzare le culture diverse dalla nostra è importante anche conoscere le tradizioni e gli usi legati alla cucina. Avete mai assaggiato i felafel?

 

Quando conosci Graziana Martino e Giuseppe Ventrella capisci cosa significa fondere il lavoro al piacere, percepisci a pelle la passione che li fa alzare dal letto ogni giorno. Assistente sociale la prima, mediatore culturale il secondo, ma entrambi operatori dell’Associazione Salam Ong.

“L’Associazione promuove la conoscenza della cultura araba e degli altri popoli del Bacino del Mediterraneo e comunque Soggetti (siano essi stati o popoli) a dominazione culturale, e economica e/o militare da parte degli Stati più industrializzati”, attraverso iniziative di educazione, attività umanitarie e di solidarietà e promuove giornate di cultura e conoscenza della cultura araba. 

Il 29 novembre scorso si è conclusa la “settimana per la Palestina”, una settimana intera di incontri, conferenze, dibattiti e cucina che ha attraversato in lungo e in largo Martina Franca, Taranto, S. Giorgio Jonico e Palagiano.

Se è vero che la conoscenza di un popolo passa dalla scoperta della sua storia, delle tradizioni e religione, è vero anche che passa pure da ciò che mangia, il suo cibo. 

“Storia e tradizione del Felafel” è stato il titolo dell’incontro del 25 novembre presso il Centro Diurno di Martina Franca che ha ospitato un pubblico multietnico per parlare e vedere, e alla fine anche assaggiare, i felafel.

Circa l’origine di queste piccole polpettine di legumi e verdure girano molte storie, addirittura si dice che già fossero noti agli egiziani, ma Wasim Kalkout, mediatore culturale palestinese e chef della giornata, rivendica la paternità palestinese: “neanche c’è la carne dentro, andate a rubare qualcosa di più costoso almeno”, scherza ironicamente. Un incontro breve, ma importante in un periodo storicamente teso come l’attuale. “Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere” diceva Pablo Picasso. Ogni uomo (da qualunque parte provenga), come un cibo, porta in se il dolce e l’amaro. Ogni uomo, come un libro, è fatto di pagine che vanno sfogliate e lette senza pregiudizio. 

Riconoscere le diversità di un popolo che è “altro” rispetto a noi aumenta di gran lunga il rispetto verso gli usi e costumi che lo caratterizzano; implementa il senso di appartenenza ad un mondo fatto di differenze, non omologato nell’aspetto e nelle tradizioni, differenze che diventano momenti di riflessione, di ricerca, di crescita.

 

FELAFEL

 

 

Ingredienti:

 

3 kili di ceci

250 gr di aglio

500 gr di cipolla

250 gr di prezzemolo

60 gr di spezie per  Falafel: (cumino, curcuma, coriandolo, e pepe)

30 gr di bicarbonato di soda

sale

 

Mettere a bagno i ceci in acqua per almeno 8 ore e portarli a cottura in una pentola capiente.

Una volta pronti e scolati frullare i ceci con aglio, cipolla e prezzemolo con un po’ di acqua, aggiungendo le spezie, bicarbonato e sale.

Lasciare riposare per almeno un’ora, poi friggerli in olio caldo per circa 3 minuti.

Possono essere serviti da soli con una salsa allo yogurt, con il cous cous o con delle verdure di stagione.

 

 

 



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