Schivo con i giornalisti e ancora di più con i fotografi: al sindaco di Taranto decisamente non importa apparire, però gli importa la città. Noi siamo riusciti a intervistarlo, e a tentare qualche paragone
Il dottor Ippazio (detto Ezio) Stefàno, sindaco di Taranto, presenta almeno due forti analogie con un altro suo illustre predecessore, l’archeologo professor Luigi Viola: in primis, le origini leccesi (Stefàno è nato a Casarano 66 anni fa; Luigi Viola nacque a Galatina nel 1851) e, in secondo luogo, il vario percorso formativo, sebbene per professioni diverse.
Il professor Viola studiò a Napoli, divenne insegnante di lettere antiche a Maddaloni e, dopo aver vinto il concorso di ispettore archeologico a Roma, partì per il perfezionamento in Grecia. Fondò il MArTa (Museo Archeologico di Taranto) e in maturità si diede alla politica, diventando sindaco. Per saperne di più su questo interessante personaggio, invito alla lettura di Pater, la sua biografia scritta dal figlio Cesare Giulio (anch’egli vanto della nostra terra: nel 1948 ebbe una nomination all’Oscar per la sceneggiatura del film “Sciuscià”)
Ippazio Stefàno, invece, dice, parlando della sua età, che «in realtà, per tutte le cose che ho fatto, dovrei avere cent’anni». Dopo la laurea in medicina conseguita a Bari nel 1970 è stato assistente universitario e dopo due anni, a Taranto, assistente urologo. Il suo più grande desiderio, però, era quello di dedicarsi alla pediatria; desiderio che si realizzerà qualche anno dopo e che lo occuperà per vent’anni, assieme a quella di ematologo specializzato nella talassemia (che è una delle sindromi più diffuse, purtroppo, nel mondo). Ma Ippazio Stefàno non si è fermato alla sola Puglia: si è specializzato a Pavia in medicina del lavoro; è stato primario di pediatria a Codigoro, in provincia di Ferrara, e ha compiuto numerosi viaggi umanitari in Africa (nel 1974, per esempio, dopo un suo viaggio a Benin, ricevette un riconoscimento da Medici senza frontiere) e viaggi di formazione, come quello fatto in Inghilterra, dove ha compiuto degli studi riguardo l’asma.
Contemporaneamente alla sua irrefrenabile e appassionante carriera professionale, il dottor Stefàno è stato anche molto attivo nell’ambito della politica. Per vent’anni è stato consigliere comunale e, nel 1991, per sei mesi, assessore alla sanità nella giunta Carducci. E’ stato poi eletto tra le file del PCI per sedere a Palazzo Madama per due legislature (XI e XII), rendendolo senatore attivo sia nella Prima che nella Seconda Repubblica. Per undici anni, dal 1996 al 2007, è stato lontano dalla politica, preferendo dedicarsi in tutto e per tutto alla sua attività di medico pediatra, ma, allo scoppio della crisi economica della città e del dissesto, ha accettato, per puro spirito di servizio e per non venir meno alla fiducia che i tarantini avevano sempre riposto in lui, di candidarsi a sindaco. Lo è diventato ottenendo un clamoroso successo elettorale.
Ancora un’altra analogia tra Viola e Stefàno: il primo ridiede alla luce, nel 1899, la Cripta del Redentore, dopo secoli di buio; il secondo ha fatto sì che fosse finalmente riaperta al pubblico dopo tanti anni, restituendola alla luce e a noi tutti una seconda volta.
Signor sindaco, di cosa Lei va particolarmente fiero, riguardo all’operato amministrativo della sua squadra negli ultimi cinque anni?
«Oltre ad aver portato Taranto fuori dal dissesto? Beh, abbiamo riportato il gas a Lido Azzurro, dove i cittadini lo attendevano da una vita; abbiamo restituito al pubblico la Cripta del Redentore, la più antica chiesa rupestre costruita su una tomba a camera. Un vero e proprio gioiello. E, ancora, abbiamo permesso la riapertura dell’ipogeo di Palazzo Galeota.
L’elenco delle cose fatte è infinito, ma queste tre mi sono particolarmente a cuore! »
All’interno del Comune stesso, invece, per cosa si è battuto in particolare?
«Il risanamento, oltre che economico, è stato in primo luogo etico e morale. Abbiamo indetto concorsi che non sono mai stati fatti nella storia di Taranto! Noi abbiamo fatto concorsi e tutti i dirigenti che oggi lavorano con noi sono vincitori di quei concorsi o scelti per mobilità, come prevede la legge, ma non per segnalazioni o raccomandazioni: abbiamo applicato la legge che non era mai stata messa in pratica nella storia di Taranto. L’unico criterio che abbiamo voluto usare per la scelta è stato quello della meritocrazia.»
E c’è, invece, qualcosa che Lei non è riuscito a fare ma che si ripromette di portare a termine in un eventuale nuovo quinquennio amministrativo?
«Innanzitutto dobbiamo ricordare alla gente che un comune in dissesto ha un solo dovere: pagare i creditori. Non solo abbiamo fatto questo, ma, come detto, tantissime altre cose. Prendiamo le rotatorie: ho voluto io portare avanti questa politica. Oggi ne abbiamo quindici; prima nemmeno una e ciò ha significato un grande vantaggio da ogni punto di vista: salutare, ambientale e anche economico, perché, essendo diminuiti gli incidenti dei mezzi pubblici Amat, paghiamo meno le assicurazioni. Era mio preciso dovere ridurre i fitti passivi e vi ho cercato disperatamente di riuscire, ma senza riscontro, quindi continuiamo a pagarli per un milione e ottocentomila. Dal mese di gennaio mi dedicherò affinché vi sia una riduzione dei fitti passivi prima della fine del mandato.»
Bene, molto presto partirà la campagna per il prossimo agone politico. Come si sta preparando la Sua squadra?
«Allora, noi abbiamo appena detto di aver rinnovato la classe dirigente in questa città e, soprattutto, abbiamo dato spazio ai giovani, che è un aspetto fondamentale. Abbiamo giovani! E questo anche per compensare la mia tarda età, il ché mi conviene (ride).
Ora dobbiamo puntare sulla qualità. Dobbiamo continuare a valorizzare i giovani e dobbiamo mantenere questo turn-over. Sì, dobbiamo puntare fortemente sulla qualità.»
Possiamo parlare di alleanze?
«Partiamo dalla proposta fatta agli SDS (Sviluppo Democrazia e Solidarietà), che è stata accolta anche da un altro paio di liste civiche. Sinistra Ecologia e Libertà è stato tra i maggiori sostenitori di questa linea e anche i Comunisti Italiani hanno subito accettato. Stiamo avendo degli incontri con loro e loro stanno lavorando perché vi sia una lista unica con Rifondazione, anche se con questa ancora non ho avuto incontri ufficiali. Con i Comunisti Italiani invece sì, assolutamente.
Saremo questi. Mi auguro che l’Italia dei Valori e lo stesso PD si uniscano a noi con la condivisione di questo progetto di rinnovo e di rilancio della qualità.»
Un grande polo di centro-sinistra, quindi. Una domanda riguardo alle accuse secondo cui Lei avrebbe favorito un’associazione mafiosa e dalle quali è stato subito scagionato. Non è “curioso” che questa faccenda sia saltata fuori proprio in prossimità delle elezioni?
«Sì, come è stato dimostrato, è tutto inventato. Purtroppo la politica, e forse la vita stessa, è fatta anche di queste cose.»
Sindaco Stefàno, Lei ha più volte parlato al pubblico dei progressi fatti nell’ambito dell’ambiente e dell’inquinamento. Può fare il punto della situazione anche per i lettori di Extra?
«Naturalmente. Innanzitutto ci sono stati cambiamenti per quanto riguarda il traffico, che è prettamente di nostra pertinenza: abbiamo aumentato i posti di parcheggio, come in Piazza Icco, in via Pitagora e in altri punti della città. In secondo luogo, per quanto ci è stato possibile, abbiamo riattivato quel tratto della pista ciclabile che permette perlomeno di andare al mare in bicicletta, ma per questo ci impegneremo oltre nell’immediato futuro, potenziando in maniera efficiente le piste ciclabili.
Parliamo ora della questione inquinamento. Pur essendo noi, per legge, l’ultimo anello della catena, abbiamo esercitato una forte pressione per non permettere, con delibera comunale, la costruzione del rigassificatore. Questo è stato un atto importantissimo, ma sembra che in molti l’abbiano dimenticato. In secundis: l’impianto ad urea ha funzionato, tanto è vero che siamo passati da 15 nanogrammi (nel 2007) a 0,2 nanogrammi di diossina. Anche il PM10 rientra nei valori standard. L’unica cosa che dev’essere assolutamente portato a norma è il benzopirene, ma lavoreremo perché venga apportato un controllo maggiore da parte delle istituzioni. Bisogna iniziare la bonifica, però possiamo dirci molto soddisfatti di quanto operato fino a questo momento.»
Riguardo alla questione San Raffale, invece?
«Sulla questione San Raffaele abbiamo sempre mantenuto una posizione molto chiara, mantenendo dei punti molto importanti: abbiamo detto che l’ospedale doveva assumere lavoratori con contratti pubblici; abbiamo detto che quei soldi erano di Taranto e che il nome non ci interessava. L’importante, per noi, era che ci fosse un altro ospedale e abbiamo indicato anche due strade importanti, ovvero che piuttosto avremmo dovuto valorizzare l’ospedale militare di Taranto, in quando siamo in già possesso di risorse umane e attrezzature da utilizzare per il bene della città. E mi auguro che quest’altro sogno si possa presto realizzare.
L’altra strada è stata la proposta di mandare medici e infermieri in altre nazioni perché si specializzino e impreziosiscano la sanità locale con la loro esperienza. Questa è la nostra posizione.»
Attualmente, in che rapporti è col Presidente Nichi Vendola?
«Beh, tra me e lui c’è un rapporto di rispetto e di affetto. C’è rispetto “istituzionale” in quanto nella nostra Regione ha avuto grandi meriti, come quello per le energie rinnovabili. Oggi siamo al primo posto in Italia. Ha, inoltre, dato messaggi importanti per i giovani con le sue iniziative, quali Bollenti Spiriti e la Fabbrica di Nichi. Poi c’è il rispetto più squisitamente umano in quanto è una persona valente, capace e onesta che mette in ciò che fa anima e sentimento, oltre che la ragione.»
In questo periodo di crisi e indignazione, si parla tanto di sprechi e tagli della politica. Ora, noi conosciamo il punto di vista dell'indignato della strada, ma ci interessa sapere anche il punto di vista opposto. Lei, che è stato al Senato per ben due volte, riconosce l'esistenza di una "Casta", oppure ritiene che quest'ultima sia un’esagerazione qualunquista?
«Personalmente, quando ero al Senato fui il secondo a firmare per perdere il doppio stipendio e in cinque anni non ho mai usufruito dei privilegi quali cure termali gratuite, tessere e le altre cose…»
Durante la sua carriera professionale e politica, Lei ha viaggiato molto: ha studiato e lavorato sia a Sud come a Nord Italia; è stato in Africa e ha vissuto la situazione in cui versano quelle genti ed è stato al Senato, quindi ha avuto modo di raffrontarsi con personaggi politici di spicco (che non sempre è sinonimo di qualità). La domanda è: quanto è pericolosa l'ideologia leghista, sia per quanto riguarda l'unità nazionale che per quanto riguardo il rapporto con gli immigrati?"
«Ogni forma di pensiero che immagina una persona o un gruppo di persone meglio di altre è sbagliato, pericoloso e affatto costruttivo. Una società migliora e progredisce solo se tutti i cittadini sono coinvolti e interessati al cambiamento.»
Signor sindaco, vuol fare un augurio ai cittadini di Taranto e ai lettori di Extra?
«Anzitutto mi preme augurare che mai più si verifichino episodi tragici come l’assassinio di quel giovane vigilante di 35 anni. Devo dire che c’è stato una sdegno da parte dell’intera città. I tarantini sono brave persone.
Mi auguro che si punti a fantasticare e fare, allo stesso tempo, concretezza. Noi abbiamo la possibilità di fantasticare, ovvero pensare di realizzare delle cose così belle da sembrare dei sogni. Ad esempio, se riusciremo a far funzionare il porto, creeremo molti posti di lavoro e diverremo un punto di riferimento nel Meridione. Il governatore Monti ha detto che Taranto è uno dei porti fondamentali per la nostra economia.
Continuiamo con la tutela dell’ambiente; valorizziamo i nostri beni archeologici, perché è lì che bisogna anche puntare: sul turismo di qualità. Ecco perché sono molto fiero per la riapertura della Cripta del Redentore: ogni sei turisti che vengono a visitarla equivalgono a un posto di lavoro non inquinante. Il futuro è valorizzare ciò che già abbiamo. Continuiamo ad essere cittadini solidali, che amino la propria città e che siano orgogliosi dell’appartenenza.
Auguro tutto questo, oltre a quello che ci si augurano tutti, ovvero la salute, e mi riferisco alla sua tutela in tutti i sensi. Non perdiamo mai di vista che il bene principe è la salute.»