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BEPPE CONVERTINI/L´AMORE A OGNI ETÀ

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

16
OTT
2015
Impegnato in una fiction con Vanessa Incontrada, prossimo a vestire i panni d’un frate, l’attore martinese sta vivendo un periodo davvero d’oro. Dal 22 ottobre al cinema sarà l’Innominato nel nuovo film “Io che amo solo te”
 
Durante l’estate appena trascorsa, in Puglia c’è stato fermento per le riprese del film tratto dal popolare romanzo di Luca Bianchini: “Io che amo solo te”. A Polignano a mare, a Turi, a Martina Franca e in qualche altra cittadina del tacco italiano si è respirata per diverse settimane aria di cinema e la curiosità degli appassionati è cresciuta. Finalmente l’attesa è finita e dal prossimo 22 ottobre potremo vedere il frutto di tanto lavoro in tutte le sale italiane. 
Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti si sposeranno – cinematograficamente parlando, si intende – nella nostra terra, dando luogo a un matrimonio in salsa tipicamente pugliese, con tanto di usi, costumi, tradizioni e quell’immancabile folklore che, specie in circostanze come queste, esplode in tutta la sua tragicomicità. A contendersi il ruolo di “coppia innamorata”, oltre ai giovani su citati, ci penseranno anche due strepitosi Michele Placido e Maria Pia Calzone, innamorati da sempre, insieme da mai.
Ma a catturare il nostro interesse è, prima di tutto, il ruolo di  Antonino l’Innominato, personaggio sui generis, in bilico fra due storie d’amore, sommerso da sotterfugi, bugie e tradimenti, magistralmente interpretato dal nostro concittadino Beppe Convertini.
Periodo estremamente proficuo per lui, alle prese – oltre che con l’uscita del film – anche con una fiction televisiva e, a breve, con il teatro. 
 
 
Dal 22 ottobre sarai al cinema con il film “Io che amo solo te” tratto dal romanzo di Luca Bianchini. Il libro è stato un grandissimo successo e si prevede altrettanto anche per il film, visto anche il cast eccezionale. Tu interpreti “l’innominato”. Parlaci del tuo personaggio.
«Interpreto Antonino, l’Innominato appunto, un  personaggio che vive due vite parallele: è sposato ma ha anche una storia extraconiugale, quindi si barcamena tra bugie, tradimenti e situazioni paradossali, tutto per non affrontare la realtà del luogo».
 
Il film parla d’amore, non solo quello tra i due giovani protagonisti, ma anche – e forse soprattutto – quello tra i loro rispettivi genitori, Ninella e don Mimì.
«Esatto. Il loro è un amore inespresso, chi ha già letto il libro ne è a conoscenza. Si innamorano da giovani, ma a causa di problemi familiari non  si sposano. Diversi anni dopo accade qualcosa di assolutamente inaspettato, poiché proprio i loro figli si innamorano l’uno dell’altra e decidono di sposarsi. Il matrimonio sarà l’occasione per ripescare dal passato la storia dei loro genitori, per rivivere emozioni che sembravano sopite e per dar luogo a un amore che in realtà non era mai finito. C’è una scena meravigliosa, in cui riemerge il loro sentimento tra le note della canzone che dà il titolo al film, splendidamente cantata da un’altra pugliese: Alessandra Amoroso».
 
Dunque, ci si può davvero innamorare – o ri-innamorare, in questo caso – a ogni età?
«Assolutamente, io ne sono convinto. L’amore non ha età, non segue le logiche e soprattutto non tiene conto del tempo che passa. Perché quando è puro, quando parte dal cuore, non finisce mai».
 
Come è stato lavorare a questo film?
«Un’esperienza straordinaria, sia dal punto di vista professionale che umano. Il cast, formato da Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Maria Pia Calzone, Luciana Littizzetto e molti altri, è davvero eccezionale. Michele Placido, poi, è un attore straordinario e un vero e proprio mentore. Mi ha dato consigli, si mette sempre a totale disposizione degli attori. E poi devo dire che siamo stati tutti magistralmente diretti da Marco Ponti, giovane regista ma incredibilmente bravo. Durante le riprese si respirava un’atmosfera meravigliosa, c’era armonia, ci siamo divertiti molto. Anche la produzione, l’Italian International Film, è una macchina perfetta e la famiglia Lucisano è unica, davvero».
 
Ambientato e girato in Puglia, mostra non solo i nostri meravigliosi scorci e le bellezze paesaggistiche, ma anche storia e tradizioni.
«Infatti, la bravura dell’autore, così come del regista, consiste proprio nell’aver fatto emergere tutta la nostra pugliesità, gli odori, i colori e i sapori della nostra regione. Il matrimonio poi è sempre occasione per mostrare usanze e abitudini. Si creano situazioni tragicomiche, ci si incontra nuovamente con parenti e amici che magari non si vede da tempo, cosa che porta inevitabilmente a fare un bilancio della propria vita. Le domande dei “parenti di fuori” permettono di ri-raccontarsi e dunque di far uscire a galla sentimenti anche imprevisti o imprevedibili. Il film è stato girato a Polignano a mare, a Turi e anche a Martina Franca, ma la cosa più bella è stata un’altra».
 
Quale?
«Lavorare in Puglia mi ha permesso di tornare ogni sera a casa dopo le riprese ed è stato bellissimo passare del tempo con la mia famiglia e mangiare la buonissima cena preparata da mamma. Ho rivissuto i momenti più belli della mia vita nel luogo in cui sono cresciuto. E poi, proprio mia madre è venuta a trovarmi sul set, cosa che mi ha fatto molto piacere. Ha visto come lavoro, si è divertita dietro le quinte e per me è stato bellissimo averla accanto in quelle settimane».
Come è stato avere a che fare proprio con l’autore del libro?
«Bianchini ci ha aiutato moltissimo, è stato sempre presente sul set ed è una vera forza della natura, un vulcano capace di contagiare tutti con la sua energia. È stato molto bravo a farci entrare nel personaggio; chi meglio di lui, insomma? E poi Marco Ponti è stato eccezionale a sceneggiare l’intera storia».
 
Sarà fedele al romanzo?
«Io penso che ogni interpretazione sia soggettiva, soprattutto quando si parla di una stessa storia che però viene raccontata con due linguaggi differenti. Letteratura e cinema hanno tempi e modi diversi di narrare. Mentre al cinema è tutto più concentrato e più visivo, dunque lo spettatore viene quasi guidato nella visione, il libro lascia più spazio all’immaginazione. Chi ha avuto modo di leggere il libro l’avrà interiorizzato a suo modo, si sarà senz’altro fatto un’idea personale che potrà corrispondere o meno al film che andrà a vedere. Ma, come ho detto, è soggettivo. Personalmente ritengo che sia molto fedele al libro e che gli attori rispecchino alla perfezione i personaggi».
 
Non vediamo l’ora di vederti al cinema. Questo, però, per te è un momento davvero fortunato: oltre al film stai girando una fiction e presto tornerai a teatro.
«Infatti. Sono impegnato con le riprese della fiction “Non dirlo al mio capo” con Vanessa Incontrada e diretta da Giulio Manfredonia. Inoltre da gennaio a teatro mi vedrete in una commedia musicale in una veste tutta nuova: quella di un frate. Sarà divertente. Intanto, però, vi aspetto al cinema».
 


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