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W LA SCUOLA

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

2
FEB
2017

Ripetere l’anno scolastico. Trauma? Alcune osservazioni per considerare l’argomento sotto un'altra luce.

Ma secondo lei è giusto che un bambino venga bocciato. O meglio la bocciatura può essere un trauma. Oggi si pensa così e prima di bocciare ci si pensa due volte e si fanno un sacco di riunioni. Ma mi dica lei la sua opinione psicologica.
Rita


Anche il sistema scolastico risente del momento storico, dei bisogni e dei valori che lo caratterizzano. E, il costante divenire della società comporta che anche la scuola costituisca oggetto di continue riforme volte (in teoria!) a migliorarla.
Oggigiorno sembra che sia cambiata la sensibilità riguardo al tema della cosiddetta bocciatura: un tempo consuetudine, oggi rarità. È invalsa presso molti la credenza che tale soluzione possa sortire un effetto traumatico nella vita del pargolo, tant’è che dai più viene considerata una misura eccessiva, da applicare solo in casi davvero estremi. Ma, a prescindere da tali opinabili considerazioni, ricordiamo al lettore quale funzione svolga detta pratica.
Di regola, si frequenta la scuola, oltre che per socializzare, anche per apprendere qualcosa che possa servire nella vita. In primo luogo: saper leggere, scrivere e far di conto. Tutto sommato competenze che si dovrebbero largamente acquisire negli anni dell’obbligo. Si suppone che l’allievo impari, come da programma didattico, delle competenze progressivamente crescenti secondo un ordine logico di propedeuticità: quest’anno i numeri, nel prossimo le addizioni. E, rimanendo nell’esempio, mi sembra ovvio ricordarvi che per saper fare delle buone somme bisogna prima conoscere bene i numeri. Quale sconsiderato permetterebbe che venissero insegnate le operazioni a chi non padroneggia abbastanza bene gli elementi base della matematica? Ovvio per voi, ma non sempre per il sistema scuola, il quale, consentendo la promozione degli studenti lacunosi, finisce proprio col rendere reali i peggiori scenari immaginabili. Pertanto, questo lassismo può benissimo comportare situazioni in cui, cambiando esempio, chi presenta ancora difficoltà nella lettura debba ritrovarsi a dover svolgere un’analisi del testo. Quindi, la lacuna non opportunamente colmata può solo peggiorare.
La ripetizione dell’anno scolastico, lungi dall’essere una punizione, costituisce un’opportunità: a chi, per un motivo o per l’altro, non ha potuto apprendere bene una serie di argomenti viene data la possibilità di farlo, per il suo bene.
Risulta necessario che i genitori d’oggi capiscano questo, capiscano che non è importante conseguire dei titoli, ma imparare qualcosa di utile per la vita. E, di certo, leggere, scrivere e far di conto sono cose utili, specie in un paese dove il grosso delle persone incontra difficoltà nel comprendere la forma scritta, come ha dimostrato una famosa indagine OCSE del 2008, dove l’Italia si collocava al penultimo posto nella classifica delle capacità di lettura degli adulti, stimate sulla base di prove pratiche afferenti alla capacità di saper com¬prendere dei testi di prosa (ad es. articoli di giornale) e dei documenti (bandi di concorso, tabelle, diagrammi etc.)
Allora, non scagliamoci contro la scuola che boccia, ma contro quella che non forma.
 



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