MENU

IL PONTEFICE PSICANALIZZATO

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

28
SET
2017

Il rapporto tra Chiesa cattolica e psicanalisi è stato fino a pochi anni fa molto controverso. Sembra, però, che l’ultimo Pontefice abbia inaugurato, con le sue recenti rivelazioni, un dialogo tra due mondi tutt’oggi ancora molto distanti.

Un po’ tutti siamo rimasti affascinati dalla storia di un giovane sacerdote argentino che, in un particolare momento di transizione, si è avvalso del valido supporto di una psicanalista, la quale, dopo molti anni, si rivolgerà, in punto di morte, a quello stesso sacerdote, che nel frattempo si è fatto moltissimo valere nell’ambito della carriera ecclesiastica. Oggi quel sacerdote, dall’alto del suo ruolo apicale, ricorda questa persona, per lui assai importante, che egli stesso senza mezzi termini definisce «buona». Un racconto molto suggestivo che verrà di certo sceneggiato!
Fatto sta che questa storia, senz’altro emozionante per la grande umanità che trapela, contiene in sé degli elementi al tempo stesso innovativi e controversi.
Come ben ci ricorda il noto vaticanista Andrea Tornielli in un articolo di recente (31 agosto) pubblicato nella versione telematica de La Stampa («Chiesa e psicanalisi, dalle condanne alla parziale riconciliazione»), la psicanalisi è stata per molto tempo contrastata dalla Chiesa Cattolica: le opere di Freud vennero messe all’Indice (in pratica censurate); negli anni cinquanta il consulto stesso fu addirittura definito «peccato mortale»; nel ’61 Giovanni XXIII ne proibì la pratica a preti e seminaristi; e nel ’73 Paolo VI si espresse a riguardo in maniera relativamente aperta ma ancora molto perplessa.
Tale diffidenza, non tutti possono saperlo, si fonda su ragioni motivatissime: la psicanalisi, sin dai suoi esordi freudiani, ha manifestato posizioni ideologiche, per molti versi, incompatibili non solo col Cattolicesimo, ma addirittura, oserei dire, con tutte le Religioni del Libro. Freud, infatti, portò avanti una sua particolarissima interpretazione del discorso religioso, dove il Padre Celeste venne ridotto a trasposizione metafisica del padre terreno, e dove, inoltre, la colpa, così come intesa dalla cultura giudaico-cristiana, venne definita, alla luce di una minuziosissima analisi, un ostacolo alla felicità. D’altro canto, bisogna anche ammettere che il pansessualismo freudiano non ha di certo giovato in questo già difficile rapporto.
Fatto sta che la Chiesa, seppur sulle prime diffidente nei confronti della psicanalisi, ha mostrato sempre un certo interesse per la psicologia in genere, per la psichiatria e per la psicoterapia, ben consapevole del fatto che tutte queste discipline scientifiche vanno ben oltre il validissimo contributo di «una certa scuola di psicanalisi», la quale costituisce solo una delle tantissime prospettive da cui osservare e trattare i fenomeni psichici («è inesatto sostenere che il metodo pansessuale di una certa scuola di psicoanalisi sia parte indispensabile di ogni psicoterapia degna di tal nome» diceva Pio XII nel 1952).
Fatto sta che Francesco è e resta di fatto un gesuita: non si mette mai in contrapposizione diretta, bensì si adatta, si apre all’altro, al diverso, lo ingloba e fa proseliti. Quindi, ingloba anche la psicanalisi, un tempo invisa, oggi con lui pienamente accettata.
Di certo, al netto di tali questioni diplomatiche, la sua rivelazione presenta anche dei risvolti dottrinali: essa ribadisce ufficialmente la rigida separazione tra l’ambito psichico e quello spirituale, tra i problemi dell’uno e dell’altro. Il Sommo Pontefice non nega affatto di pregare la Madonna nei momenti difficili, ma aggiunge anche: «che sarebbe meglio andare dallo psichiatra che mi aiuti». Parole sante!



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor