Martorello, l’appuntamento con le Final Eight è vicinissimo. Si ritorna a Padova con la coccarda tricolore sul petto e dopo aver da poco vinto il campionato, con ampio merito e anticipo. Quale atmosfera anima l’ambiente Lc Five?
«È un’emozione troppo grande per tutti noi, come credo per tutti coloro che ci seguono: la nostra società, i tifosi e le nostre famiglie che tifano per noi da lontano. Siamo molto concentrati e siamo pronti a dare il massimo. Dopo si vedrà…».
La Lc Five non sarà più una rivelazione: tutt’Italia vi ha apprezzato un anno fa.
«Di sicuro non saremo più una sorpresa: le altre squadre conoscono già il nostro valore, in forza di quanto abbiamo dimostrato un anno fa. Noi rimaniamo con i piedi per terra senza montarci la testa, consapevoli che confermarsi non sarà facile. Siamo un gruppo molto unito e vogliamo fortemente aggiudicarci il torneo».
Esordio contro la Luparense venerdì 9 marzo (ore 9.30). Subito di fronte il grande ex Gonzalo Abdala: un fratello per te ancor prima di un ex compagno.
«Sì, sarà senz’altro una grande emozione. Tutti sappiamo del grande valore di Gonzalo e sono molto felice che anche lui prenda parte a questa competizione. In campo, però, non ci sarà differenza: noi, come lui del resto, vogliamo vincere. Fuori sarà sempre un fratello per me; le tante emozioni condivise lo scorso anno non le scorderò mai. Vinca il migliore…».
Con quali obiettivi la Lc Five ritorna a Padova?
«Senz'altro con la voglia di difendere con i denti il titolo conquistato lo scorso anno. Siamo decisi a dare battaglia in ogni partita. Sarà il parquet nero di Padova a proclamare il vincitore».
Secondo te, quali sono le favorite per il titolo?
«Le otto squadre approdate alle Final Eight sono di altissimo livello. Non credo ci sia una favorita in particolare».
Quali caratteristiche deve dimostrare la Lc Five per potersi confermare sul tetto d’Italia?
«Sostanzialmente dobbiamo rimanere compatti e concentrati quanto più possibile, considerando ogni partita come una finale. Noi non siamo una squadra, siamo una famiglia: in campo diamo tutto, rispettando ogni avversario, ma non avendo paura di nessuno».
Buho, hai già pronta un’eventuale dedica per la vittoria finale?
«Non ci ho ancora pensato. Di sicuro sapere che mia moglie Ayèlen e la mia famiglia in Argentina faranno il tifo per me (come sempre), sarà una spinta in più per me: il primo pensiero sarà per loro. Ovviamente, il ringraziamento più grande andrà al nostro presidente Cosimo Scatigna, persona magnifica che ci sta dando questa grandissima possibilità».