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Giampaolo Vietri/Rimaniamo in alto mare

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
SET
2013
Intervista a tutto campo con il Consigliere comunale del esponente del Popolo della Libertà. «Questa amministrazione comunale fa acqua da tutte le parti» dice, e sulla questione Ilva: «Occorre coraggio! E’ proprio quello che manca a questa maggioranza».
 
Consigliere Vietri, come giudica l’operato della amministrazione Stefàno?
«L'amministrazione comunale fa acqua da tutte le parti. Il primo obbiettivo totalmente disatteso è  stato il riordino della macchina amministrativa che continua a non dare risposte neanche ai problemi più semplici; tutte le attività riguardanti l'ordinaria amministrazione sembrano paralizzate, o al massimo, permettono di offrire servizi di pessima qualità nonostante i cittadini di Taranto, vista l'applicazione delle aliquote massime, paghino tributi più che salati. Ad ogni buon conto, per esprimere un giudizio sull'amministrazione di Taranto basta prendere ad esempio la gestione dell'azienda di igiene urbana, il braccio armato del comune sul territorio; un'azienda con il personale sul piede di guerra e che a breve approverà un bilancio consuntivo con oltre 10 milioni di debiti mentre  la città lamenta sporcizia e disorganizzazione. Come questa, tante altre situazioni in affanno inerenti la gestione quotidiana, senza parlare della pianificazione del futuro del tutto inesistente. Si vive alla giornata!».
Crede che ormai i cittadini di Taranto siano stanchi di questa maggioranza?
«Questa maggioranza è molto frammentata e spesso divisa, per questo partorisce risposte deboli rispetto alle gravi emergenze che la città vive. Questo non può che essere il risultato di un cartello elettorale che ha messo insieme tutto e il contrario di tutto, facendo salire sul carro chicchessia, purché si arrivasse a sconfiggere le destre.  Oggi però, di fronte ai fatti, la fiducia dei tarantini è oramai agli sgoccioli ed in molti definiscono questa esperienza di governo della città un vero e proprio fallimento politico-amministrativo».
La città di Taranto ha vissuto momenti di tensione legati alla questione ambientale dell’Ilva. Secondo lei, è stato fatto tutto ciò che si doveva fare? Cosa ne pensa?
«Innanzitutto credo che occorra coraggio. Ciò è mancato all'amministrazione poiché il Sindaco anziché valutare l'adozione di apposite ordinanze per bloccare gli agenti inquinanti ha proceduto a presentare esposti presso la procura nonostante rientrasse tra le sue prerogative la tutela della salute pubblica e dunque derogando ciò, di fatto, all'esclusiva azione della magistratura. Inoltre nonostante il consiglio comunale avesse deliberato affinché si avviasse l'azione di risarcimento nei confronti dell'Ilva, per i danni conseguenti alla sentenza definitiva del 2005 della suprema Corte di Cassazione e nonostante lo scorso anno avessi presentato in merito un interrogazione scritta, non è mai stato prodotto l'atto di citazione che da impulso all'azione civile. A questo va aggiunto che la città ha mancato l'appuntamento con la storia. Infatti se, il giorno seguente al referendum sulla chiusura dello stabilimento, i tg nazionali avessero aperto le loro edizioni con la notizia del trionfo dei sì sarebbe giunto a Roma un segnale talmente forte che nessun governo avrebbe più potuto calpestare questo territorio».
Vuole lanciare un messaggio al Sindaco Stefàno? 
«Il messaggio che più volte abbiamo lanciato al sindaco è quello di dimettersi ma ciò non ha sortito alcun effetto. Il Comune, invece, penso debba dar seguito a ogni attività di programmazione avviata come i piani di recupero delle periferie e debba perseguire ogni azione  in grado di intercettare qualsivoglia finanziamento sia esso regionale, nazionale o europeo. Bisogna far sì che idee diventino progetti in grado di riqualificare il fronte mare, i resti archeologici, la città vecchia e le numerose bellezze della nostra città attraverso una complessiva visione d'insieme che ne persegua la valorizzazione».
Andiamo in casa PdL, quale è il clima che si respira tra i militanti del centro destra ionico?
«Credo che l'elettorato del centrodestra si sia abbondantemente disamorato della politica e che parte di esso si rechi alle urne per senso di responsabilità e per scongiurare che la sinistra italiana, con tutti i suoi retaggi culturali, possa governare il paese. Non sono, dunque, d'accordo con chi ritiene ottimale un partito con una struttura organizzativa leggera come un bolide da scaldare per le elezioni e da far rientrare in garage il giorno successivo. Bisogna rioffrire al popolo del centro destra, che chiede di essere ascoltato, dei luoghi in cui si possa rimettere in moto la partecipazione, e ciò è possibile solo attraverso un reale radicamento sul territorio, attraverso strutture di partito funzionanti e forme di aggregazione diverse, come le associazioni, che meglio possono avvicinare anche quei cittadini notoriamente distanti da noi. Ristabilire un rapporto con i cittadini, renderli partecipi, farli indentificare in una proposta per l'Italia sono temi sui quali i partiti tradizionali, come il Pdl che intende essere un partito di massa, devono immediatamente interrogarsi, Non farlo vorrà dire allontanare i cittadini che, lasciati trasportare dalle condivisioni della rete, andranno ad aumentare l'astensione e l'antipolitica».
 


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