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È tutto un gioco/"Partire" serve davvero?

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

27
SET
2013
Messaggi di partenze immediate dell’universo femminile inondano Facebook e scatenano il dibattito mediatico. Tra critiche, saluti, baci e abbracci ecco svelato il mistero: si tratta di un codice per sollecitare alla prevenzione contro il cancro al seno
Ebbene, pare che Facebook possa essere “socialmente utile” per sensibilizzare gli utenti, in particolare quello femminile, sulla prevenzione e la lotta del cancro al seno. E’ da diversi giorni, infatti, che il tema circola in maniera insolita sulle bacheche dei profili femminili degli utenti di Facebook, con un messaggio che non è poi così esplicito.
Si tratta in realtà di un giochino che prevede partenze imminenti per posti incredibili per un numero svariato di mesi. Io ho infatti creduto di trasferirmi realmente a Miami per cinque mesi, e così i miei amici e mia madre che allarmata mi ha chiamato al cellulare esordendo con tono ironico ma allarmato: «Devi dirmi qualcosa?».
Vediamo quali sono le regole  del gioco, che percorrono  il social network  tramite messaggio privato con  il seguente testo: «Care, è arrivato di nuovo il periodo di supportare la campagna per aumentare la consapevolezza di tutti in tema di cancro al seno. Vi ricordate il gioco dell'anno scorso? Consisteva nello scrivere il colore del vostro reggiseno sulla bacheca.
L'anno scorso il gioco ha visto una partecipazione tale di persone che siamo state persino citate nei telegiornali e il continuo aggiornarsi degli stati sulle bacheche ha ricordato a tutti perché lo facciamo e ha contribuito ad accrescere la consapevolezza di tutti in questo ambito. Ricordatevi di NON spiegare agli uomini che leggeranno il vostro status che cosa significhi quello che avete scritto... teneteli sulle spine! Vediamo fin dove arriviamo quest'anno: l'anno scorso quello del reggiseno ha fatto il giro del pianeta!!!
Per favore, copiate e incollate questo messaggio e inviatelo a tutte le vostre amiche (per posta). Il giochino di quest'anno consisterà nello scrivere sul vostro stato il mese e il giorno della vostra nascita nel modo seguente: ogni mese qui sotto elencato equivarrà a un paese e il vostro giorno di nascita equivarrà al numero di mesi in cui resterete in quel paese.
Esempio: se siete nati il 21 di gennaio la frase dovrà essere del tipo "Andrò in Messico per 21 mesi". Qui sotto l'elenco dei mesi e dei loro corrispondenti paesi: Gennaio - Messico, Febbraio - Londra, Marzo - Miami, Aprile - Repubblica Dominicana, Maggio - Francia, Giugno - St. Pietroburgo, Luglio - Austria, Agosto - Germania, Settembre - New York, Ottobre - Amsterdam, Novembre - Las Vegas, Dicembre - Rio de Janeiro. Grazie a tutte!!!!!!»
Inoltre vitale non dare altre indicazioni e, soprattutto, di non rivelare agli utenti uomini l’indovinello, particolarità che  nasce con l’intento di escludere dal gioco metà della po¬polazione mondiale, quella di sesso maschile tenendo nascosto il significato delle frasi per spingerli a chiedere delucidazioni in merito, e portarli a interrogarsi sulle proprie conoscenze circa la tematica affrontata. La partecipazione è stata enorme, pare quasi metà della popolazione mondiale abbia condiviso o parlato di questo “viaggio”  scatenando dibattiti planetari sul significato dei messaggi e il loro intento, che era solo uno: la prevenzione del tumore al seno e la sensibilizzazione anche degli uomini nei confronti di questo tema importante.
Ma può un giochino stupidino convincere una donna a fare un visita di controllo? Questa è una delle domande del dibattito da me scatenato su tale argomento in questi giorni; ne riporto uno stralcio: «Cosa pensate del giochino dei giorni scorsi "partirò per Paperopoli per 5 mesi" che alla fine è stato smascherato come catena "per la lotta contro il cancro al seno"? E’ stata una campagna di sensibilizzazione non convenzionale utile?
Francesca Rana «No, ma è una mia opinione chiaramente. Per me è stata stupida. Ti spiego perchè, secondo me: non era associata a un reale avvio di screening utile, quindi è partita pure in un periodo sbagliato; trovo francamente cattivo usare la metafora del viaggio come paravento di un invito a fare prevenzione oncologica, semplicemente perchè ognuno di noi ha bisogno di sognare, anche chi sta male, e il viaggio a mio avviso va associato alla speranza, non alla prevenzione di un cancro; la faccio anche io, ma chiamiamo le cose con il loro nome, inutile girarci intorno, serve chiarezza, netta ed esplicita; qualche uomo non capendo un tubo ha pure approfittato per offendere il genere femminile, non capendo che quella campagna non convenzionale (stupida), mica era rivolta a loro. Insomma Serena, liberi di diffonderla, crederci, etc. Io la boccio, col sorriso». 
Violet Hibou «Io l'ho trovata giusta per un motivo molto semplice. È arrivata a parlare con una fascia di età che usa molto questo mezzo e che vede il concetto prevenzione come lontanissimo. Tutto qui». 
Maddalena Alò «Se n'è parlato eppure tanto, quindi funziona!».
Lucia Pellegrino «Più che se n'è parlato, scusate la scorrettezza grammaticale, se n'è giocato troppo». 
Francesca Rana «Serena Mellone faccio una domanda a te, secondo te si può rendicontare di quanto sono aumentate le visite di prevenzione? La risposta dei centri? Questo dato dove sta? Chi ce l'ha? Rispetto tutte voi mantengo le mie riserve. Ora mi interesserebbe sapere come possiamo capire l'utilità di una campagna di prevenzione? Prendendo atto che se per smontarla o meno se n'è parlato? O capendo quanti hanno deciso di andare a farsi visitare in più rispetto a quanti non lo fanno già? Io come statistica ti dico che una mia cara amica con la mamma in gravi condizioni e sottolineo "gravi", si è indignata, lei e tutti quelli che le sono vicino. Facciamo tesoro di tutto questo. Sai perchè si è indignata? Perchè lei soffre e quando ha visto che un'amica partiva per tot giorni verso una meta è stata contenta per lei, ha sognato al suo posto, ha viaggiato con il sogno, per poi sbattere la testa contro la dura realtà. Non parliamo di pubblicità non convenzionale di prodotti positivi ma della prevenzione di una malattia che ci accerchia e che crea tanta sofferenza e dolore e tanta voglia di evadere. Nasi rossi e Patch Adams fanno divertire chi sta male facendoli sognare con la fantasia, non spacciando l'illusione per la realtà. Detto ciò, se questi dati ci sono ed i risultati pure, avrà ragione chi l'ha ideata ma io resterò contraria». 
Serena Mellone «Mi piacerebbe sapere l'opinione di chi ha giocato».
Maddalena Alò «Prevenzione fatta!».
Francesca Rana «Quindi, Maddalena, hai fatto per la prima volta nella sua vita prevenzione dopo aver giocato in seguito a questa campagna FB?».
Maddalena Alò «Questo no, io purtroppo la prevenzione devo farla per tante cose oltre questa, ma sono solidale perché abbiamo un problema non indifferente in famiglia...».
Francesca Rana «Maddalena, in bocca al lupo di cuore; Serena ti lascio al tuo sondaggio, poi mi fai sapere chi fa la rendicontazione della campagna? Chi analizza questi risultati? Io non ne ho trovato traccia in rete. Se sai qualcosa, sono curiosa di sapere perchè questo dato non è facilmente rintracciabile. Bye. Buon sondaggio». 
 
 
 


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