Molti credono per comodità alla leggenda che “tanto va a finire tutto in un’unica discarica”. Ma così non è. Intanto è necessario cambiare i servizi e ottenere una condivisa partecipazione di tutti i Comuni nella gestione e smaltimento dei rifiuti. Facile da dirsi ma non da farsi
Rifiuti, da costo a ricavo, da problema a risorsa. Un dibattito necessario e aperto a tutti, quello sull’approvazione del nuovo Piano Regionale dei rifiuti, moderata dalla consigliera regionale Annarita Lemma. «La differenziata funziona solo se c’è partecipazione, altrimenti non c’è Piano che possa reggere; occorrono risorse, è vero, considerando le migliaia di tonnellate dei rifiuti che la nostra Regione produce ogni anno, ma oggi ci troviamo di fronte a una esiguità mondiale di risorse e a una loro inaccettabile e ingiusta distribuzione. Ragion per cui il recupero del rifiuto è un percorso culturale, perché sottende un rinnovato modello di vita e un condiviso modello di economia ecosostenibile. Occorre confronto, conoscenza, ascolto, proposta», ha proposto la consigliera. Durante la conferenza, il consulente Amedeo Cottino, attraverso sondaggi rivolti a 600 tarantini tra uomini e donne, ha dimostrato che il 58% non effettua la raccolta differenziata, perché preferisce credere alla classica leggenda metropolitana che tutti i generi di rifiuti sono destinati a un unico tipo di smaltimento. A questo quadro spiacevole della realtà tarantina, è seguita l’esperienza riportata dal Sindaco di Monteparano che ha raggiunto una percentuale altissima, il 70% di differenziata, in pochissimo tempo; sicuramente bisogna tener conto delle modeste dimensioni del Comune, ma il suo metodo utilizzato è la raccolta partecipata e condivisa. Giuseppe Morano della cooperativa Surus (il biogas a servizio del welfare locale), ha mostrato il risparmio che otterrebbero i comuni attraverso la raccolta differenziata. Dunque occorre informazione, seguita dalla partecipazione e da un approccio sicuramente ecosostenibile, ma è altrettanto vero che la progettualità è determinante; solo attraverso una ferma volontà politica il Piano Regionale può trovare attuazione e completezza.