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Cuore di cane/La colletta di Coletta

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

4
OTT
2013
Aumenta il città il fenomeno del randagismo mentre il canile sanitario è al massimo della capienza e strutturalmente bisognoso di opere urgenti a tutela di chi vi opera  
 
Dire che essere accolti da Delirio e Paura è stato piacevole, può sembrare l’affermazione di uno che ha le rotelle che non girano proprio tutte per il verso giusto. Invece non c’è verità più sacrosanta, quando Delirio e Paura sono due dei tanti straordinari meticci ospitati presso il canile sanitario di Martina Franca. Con loro, che mi facevano da scorta, anche Diesel, Gas, Pasqua (perché ritrovata quasi morta proprio il giorno di Pasqua), Pallina, Vita, Ben, Joe e tutti gli altri ospiti, circa centoquaranta e ognuno con un nome identificativo, di Umberto e Anna che insieme  accudiscono questi ex randagi con tanta pazienza e cura come se fossero i più fortunati Bo e Sunny, i Cao de Agua della famiglia Obama. Che gli “ospiti” vengano trattati bene, diversamente da quanto accade in altre strutture più volte finite sotto sequestro, lo attestano anche i verbali dei NAS che periodicamente, da soli o in compagnia di Forestale e Polizia Locale, ispezionano a sorpresa il canile. Eppure la situazione non è proprio tutta rose e fiori perché la struttura, così come dimostrano le foto, avrebbe bisogno di sostanziali interventi di manutenzione paradossalmente più a tutela di chi vi lavora che dei cani. Ma l’amministrazione comunale, ormai in carica da sedici mesi, così come le precedenti, nicchia e la situazione peggiora di giorno in giorno. Sui social network, campo di battaglia comunicativo privilegiato dai componenti giovani dell’amministrazione, si è sviluppato un dibattito sui numerosi cani randagi presenti in città e sulle possibili soluzioni al fenomeno. Mi piacerebbe spendere due parole su chi ha proposto l’abbattimento dei randagi, ma per pietà cristiana mi astengo dal farlo; come mi piacerebbe chiedere che fine ha fatto, nel Piano triennale delle opere pubbliche, la costruzione di un nuovo canile, voce per la quale era previsto uno stanziamento di circa 200mila euro mentre ora l’assessore Coletta propone una colletta scrivendo: “creiamo un conto corrente ad hoc comunale, magari se si può col contatore sul sito del comune e raggiunta la somma necessaria, recuperiamo e ampliamo il canile.. così ognuno che vuole aiutarci può farlo anche con 10 euro.” Mi piacerebbe ma non lo faccio, perché su questa richiesta d’aiuto c’è tanto da dire e lo farò in secondo momento; invece voglio porre in risalto un particolare non di poco conto: nel cercare di spiegare come dovrebbero funzionare le cose in materia di randagismo, lo stesso assessore Coletta, sicuramente in maniera involontaria, evidenzia come  l’Amministrazione Comunale di Martina Franca è inadempiente. Infatti secondo l’articolo 8 della legge regionale 12/95 “i Comuni singoli o associati, provvedono alla costruzione o al risanamento dei canili sanitari esistenti di cui all' art. 84 del dpr 8 febbraio 1954, n. 320 secondo i criteri stabiliti, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dalla Giunta regionale. Per le predette finalità i Comuni possono utilizzare i fondi rivenienti dagli oneri di urbanizzazione.” Ma al canile di contrada Pagliarone di risanamento nemmeno l’ombra mentre, al contrario, si stanno allungando sulla struttura delle strane ombre che vedono nei cani un mero business che, per certo, li priverebbe delle cure e dell’affetto di cui godono. Quanto finora fatto non basta e la paura e i disagi in città crescono, così come cresce il numero dei randagi in circolazione. Pensare che i volontari dell’ANPANA, con i quali è stata stipulata una convenzione per quattro mesi, possano piano piano nel tempo spostare sempre più in periferia i branchi di randagi, è pura utopia. Intanto mentre si allungano i tempi d’intervento, si accorcia il tempo che ci separa all’inverno; così, ricordando quanto fatto non a fini elettorali nell’inverno del 2011 dai componenti di “Vox Populi”, con i martinesi che risposero alla grande, è arrivato di nuovo il  momento di mettere in campo il fattore “4C” che per noi significa Cuore, Coperte, Cucce e Croccantini mentre per l’amministrazione vuol dire 4 sacchetti di cemento per rendere più idonea la struttura. O apriamo un conto corrente anche per il cemento?  
 


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