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Sindaci in rivolta/Né esattori né mendicanti

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

17
GEN
2014
Intervista al Sindaco di Fragagnano, Lino Andrisano: «Lo Stato prepara altre stangate, siamo pronti alla mobilitazione»
 
Sindaco, considerato il fatto che questo è un momento particolare per chi si trova ad amministrare, da cosa è scaturita la vostra protesta?
«Dal fatto che oramai lo Stato centrale consideri tutti noi degli esattori di tasse per conto loro. Ogni giorno i mass media bombardano le case degli italiani, annunciando l’introduzione di nuove tasse, lasciano ai comuni la facoltà di decidere solo l’aliquota da applicare. Il momento che le nostre comunità stanno vivendo è drammatico, basti pensare che numerose famiglie assalgono gli uffici comunali, per chiedere aiuto e sostegno. Non possiamo subire in silenzio tutto ciò che ci viene emanato dai palazzi romani, tenendo conto che il cittadino ha come unico bersaglio il comune e di conseguenza l’amministratore locale».
Quanti hanno aderito a questa forte iniziativa di protesta?
«Devo dire che tutti i 29 sindaci della provincia di Taranto hanno aderito e condiviso in pieno questa iniziativa. Tanto è che durante la conferenza stampa di presentazione, hanno presenziato gran parte dei sindaci, esprimendo i loro disagi e le loro preoccupazioni. La nostra decisione è stata realizzata senza tener conto dei colori politici, con l’obiettivo di far sentire la nostra voce, e soprattutto di portare agli alti livelli istituzionali i disagi e l’esasperazione dei nostri cittadini. Questa iniziativa rappresenta il fatto che ognuno di noi ha il dovere morale di contrastare questi atti scellerati da parte di una politica assente e lontana dai problemi della gente. Ultimamente vengono calate da Roma, tasse e imposte senza chiedere i pareri ai Comuni, senza pensare minimamente alle conseguenze drammatiche delle popolazioni. Spesso rifletto e mi chiedo, se gli esponenti politici seduti tra i banchi di Montecitorio, abbiano mai svolto il ruolo di amministratore locale, stando costantemente a contatto con la gente».
Quale sarà ora il passo successivo?
«Ora siamo pronti alla mobilitazione. Come già avevamo stabilito nella conferenza stampa a Palazzo di Città, saremo a Roma per manifestare con forza contro uno Stato che ci considera esattori e mendicanti. Chiederemo un tavolo per rendere note le nostre proposte, evitando ulteriori aumenti o introduzioni di tasse ai cittadini. Il Governo non potrà non ascoltarci, dovrà assolutamente prendere atto delle nostre proposte e soprattutto dovrà necessariamente riconoscere il grado di disagio sociale creatosi in questo ultimo periodo. Noi tutti siamo fiduciosi, in un comportamento comprensivo e solidale da parte di chi rappresenta la nostra nazione».
Crede che questa univoca manifestazione di disagio sia presa in considerazione da parte del Governo?
«Io sono fiducioso. Sicuramente pretenderemo con forza di essere ascoltati, successivamente vedremo e soprattutto analizzeremo l’atteggiamento di chi ci ascolterà. Ovviamente la nostra non è una classica protesta mediatica, ma è una protesta fatta di proposte, una protesta valida e contenente delle ricette per non andare incontro alle nuove tasse, evitando di ammazzare ancor di più i nostri cittadini. Una maggiore forza ci è stata attribuita anche grazie alla collaborazione dell’Anci regionale e nazionale(Associazione Nazionale dei Comuni italiani), che ha fortemente contribuito ad amplificare il nostro grido di allarme. L’unione solitamente porta buoni risultati, spero sia così anche in questa occasione». 
 


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