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Meticcia/L´Altro è un dono

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

21
MAR
2014
Fare delle differenze un tesoro: contaminazione e condivisione sono i principali obiettivi dell’ associazione salentina di promozione sociale. Per ritrovare voce, ascoltarsi, conoscersi e riconoscersi, e restare umani
 
Cos’è l’Altro, una minaccia per l’integrità della propria individualità, o la controparte di un processo di scambio e condivisione esperienziale? E’ un pericolo o un’opportunità di arricchimento umano? Il terreno dell’alterità è tanto delicato quanto fertile: va approcciato con cura e attenzione speciale, come dimostra l’esperienza di Meticcia, associazione salentina di promozione sociale.
Meticcia è nata nel 2009 «dall’incontro di giovani donne provenienti da formazioni diverse ma complementari nel pensiero e nell’azione», spiegano le fondatrici.  «Il suo nome contiene l’idea della società che l’associazione desidera abitare e costruire attraverso le sue azioni:  una società multiculturale, aperta, dinamica, capace di accogliere e trasformarsi, in cui il pregiudizio è solo un punto di partenza per poter guardare Oltre. Da qui l’esigenza di risignificare alcune esperienze, per raccontare diversamente la realtà. Meticcia è l’idea di un mondo nuovo che ama e valorizza le differenze, in cui l’incontro con l’Altro è sempre motivo di crescita e scoperta. La collettività è il centro e lo slancio delle esperienze dell’associazione che partecipa attivamente anche a reti informali sensibili a obiettivi comuni, aderisce alla Rete Antirazzista Salento e fa parte della Libera Federazione di Donne di Lecce, alla quale contribuisce attivamente attraverso eventi e iniziative».
Meticcia opera simultaneamente su più piani. «Da anni si impegna nell’organizzazione di momenti di incontro multiculturale e artistico, sperimentando forme sempre nuove di aggregazione e partecipazione degli attori sociali presenti nell’ambito locale. Il filo rosso che collega le iniziative è quello della libertà di espressione, di informazione e di tutela dei diritti umani e civili, dell’antirazzismo, del femminismo, dell’interazione con l’Altro e delle pari opportunità per tutte le fasce sociali. La vocazione naturale dell’associazione è stata sin dall’inizio quella di organizzare le proprie attività attraverso processi di partecipazione attiva, reinventando i luoghi e gli spazi secondo criteri slegati da stereotipi e pregiudizi, essendo luogo di scambio artistico, multietnico e multigenerazionale».
Meticcia è presente nelle scuole e nelle piazze di Lecce e provincia adoperando tecniche di educazione non formale e organizzando laboratori creativi e interattivi supportati da approfondimenti teorici, al fine di generare occasioni di crescita nell’ottica della reciprocità. Pittura, fotografia,  scultura, visual art e musica sono, insieme al teatro partecipativo, alcuni dei principali strumenti utilizzati dall’associazione, allo scopo di stimolare l’attenzione su tematiche solo apparentemente lontane, innescando modalità di pensiero alternative, critiche e libere da stigmi. «Ma non solo. L’associazione svolge attività di progettazione: ciò permette di sintetizzare le varie competenze personali delle socie, costruendo percorsi sociali e culturali strutturati in linea con la cornice di senso di Meticcia».
L’ultima iniziativa promossa, in ordine di tempo, è Prekaristan, «un percorso collettivo generato dall’osservazione di una precarietà che attraversa varie dimensioni della società in modi e forme diverse. L’incontro e il confronto con il gruppo di Rivolta il Debito di Bari hanno contribuito a strutturare un evento, che abbiamo chiamato Prekaristan, ossia Terra Precaria. Così abbiamo lanciato un appello invitando le persone a narrare la precarietà».  Partire dalle storie individuali, individuando analogie e differenze, consente di scongiurare il senso di solitudine generato da una realtà che polverizza sempre più le esistenze. In quest’ottica condividere il proprio vissuto è il primo passo per costruire una nuova consapevolezza, e comprendere appieno la dimensione collettiva della precarietà. Prekaristan si è concretizzato in «una mostra di pensieri, installazioni, disegni, pitture, in cui ognuno ha potuto decidere il proprio spazio, partecipando da pubblico-attore. Una sorta di esperimento sociale rivelatosi sorprendente. Da ogni luogo, lontanissimo, lontano e vicino, le persone hanno scritto, disegnato, si sono messe a disposizione […] Lo scambio di esperienze e il confronto di varie posizioni hanno innescato il desiderio da parte dei partecipanti di assumere una nuova sfida per un nuovo evento, puntando sul tema dell’Uscita dalla Precarietà. E così è nato imprevedibilmente Prekaristan – II° livello, pensato come un nuovo luogo da costruire insieme, uno spazio a cui ridare luce, un tempo da riprendersi contro le insidie e le ombre delle precarietà, uno strumento per narrare e promuovere nuovi e virtuosi processi di vita individuale e sociale. Anche quest’evento, previsto per domenica 23 marzo alle ore 19,00 (presso la sede dell’associazione in piazza San Pietro a Campi Salentina), si costruirà sulla base dell’appello 20 righe per uscire dalla precarietà, diventato una raccolta narrativa a più voci, a cui si incrocia una collettiva d’arte multiforme e inserimenti di musica, letture, teatro, in cui ognuno può partecipare col suo modo e col suo mondo anche attraverso il Circolo dei Pensieri, uno spazio-tempo di scambio e di confronto».  
Sarà quindi interessante, in tale occasione, sbirciare i tasselli d’umanità, le speranze e i fantasmi che pervadono ciascuno, e ognuno in modo differente, in questo tempo opaco che ci vuole funamboli, spesso senza averci dato gli strumenti per “interpretare” al meglio il ruolo.
 


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