Quando l'autolesionismo la fa da padrone e i mitili vengono dalla Spagna: il calo della distribuzione e della vendita dei prodotti tipici locali
L'economia italiana é in grande difficoltà ormai da tempo. Le ripercussioni della crisi si sentono in ogni settore: occupazione, industria, agricoltura, carburanti, trasporti, turismo. L'Italia é ancora incapace di trovare delle soluzioni volte a dare una sterzata a questa involuzione che ha avuto inizio dall'introduzione dell'euro nel lontano gennaio 2002.
Le cause tante, non le elenchiamo qui, di sicuro una di queste é la svalutazione di alcuni prodotti tipici italiani che fino a pochi anni fa erano inimitabili e di qualità impareggiabile.
Pensando al territorio tarantino ci vengono in mente il turismo, mai sviluppatosi, e soprattutto le cozze, fino a pochi anni fa il fiore all'occhiello della città dei due mari. Oggi la situazione è ben diversa.
Da quando le associazioni ambientaliste nel gennaio 2011 denunciarono la presenza di diossina nei mitili del mare di Taranto e quindi la loro pericolosità per la salute pubblica, la distribuzione e il consumo di cozze sono crollati, non per colpa loro, mettendo in seria difficoltà i mitilicoltori.
I risultati si vedono purtroppo ancora oggi.
Siamo andati in un centro commerciale tarantino e poi in uno della provincia di Bari.
La "sorpresa": nel reparto frutti di mare, tra i vari alimenti, abbiamo trovato confezioni di cozze allevate - pensate un po' - in Spagna.
Catene commerciali operanti in Italia che preferiscono vendere prodotti esteri sostenendo anche costi di import/export aggiuntivi piuttosto che scegliere prodotti tipici locali ritenuti evidentemente di scarsa qualità e poco convenienti se non addirittura pericolosi per la salute e per la propria immagine commerciale.
La speranza di tutti é che questa situazione cambi al più presto perché il nostro bel Paese é sempre più povero e lo è ancora di più il nostro sud Italia.