Ci sono parole che abbiamo vergogna a pronunciare in pubblico, una sorta di pudore puritano di stampo anglosassone che non appartiene alla nostra cultura latina, ma che rappresentano plasticamente alcuni concetti che, con altre parole, resterebbero senz’anima.
Sfogliando il dizionario ho rinnovato la mia conoscenza con la parola culo così definito: sostantivo maschile singolare, dal latino culus, i cui sinonimi spaziano dalla fredda descrizione anatomica, all’aggettivo omofobico, alla propensione di alcuni uomini alla fortuna.
Ma la cosa più interessante è la varietà di modi di dire con cui facilita la nostra capacità di comunicare concetti e stati d’animo in modo rapido e diretto: botta di culo; culo di sacco; culo e camicia; in culo al mondo; in culo alla balena; leccare il culo; non avere freddo al culo; prendere (o pigliare) per il culo.
Ed è proprio su questo ultimo modo di dire che vorrei appuntare la vostra attenzione.
Sono più di dieci mesi che la classe dirigente e gran parte dei media di questo Paese ci sta prendendo per il culo!
Tra settembre e ottobre del 2011 siamo stati assordati dagli alti lai delle prefiche dell’intellighentianazionale le quali ci spiegavano che la permanenza al potere del Piazzista di Arcore avrebbe portato in pochi mesi il Paese alla bancarotta. Ci spiegavano che la classe politica non era in grado di affrontare la grave situazione economica determinata dell’ingente debito pubblico e appesantita dalle turbolenze finanziarie di un mercato che ci aveva applicato il marchio di Paese inaffidabile. Ci spiegavano che la nostra sola speranza era riposta nella formazione di un governo tecnico gestito direttamente dal Capo dello Stato. Ci spiegavano che l’ennesimo uomo della provvidenza era un tetro professore bocconiano prezioso lacchè dei tecnocrati di Bruxelles.
Da più di dieci mesi ci stanno prendendo (o pigliando) per il culo!
A ottobre 2011 il debito pubblico si attestava sui 1,909 miliardi di euro; a giugno 2012 lo ritroviamo a 1.973 miliardi di euro con proiezione sui 2.000 miliari per l’attuale mese di settembre. Ci stanno prendendo per il culo!
Il tasso di inflazione ad ottobre 2011 era al 2,7% su base annua; ad agosto 2012 è al 3,2%.
Ci stanno prendendo per il culo!
Il dato sulla situazione occupazionale ad ottobre del 2011 ci parlava di una disoccupazione complessiva dell’8,5% e quella giovanile del 29,2%; nel secondo trimestre del 2012 il primo dato è salito al 10,5% mentre quello giovanile è al 35,3%.
Ci stanno prendendo per il culo!
Il famigerato spread, questo fantomatico differenziale tra titoli italiani e bund tedeschi, ad ottobre del 2011 era cristallizzato intorno ai 460 punti base e tutti gli autorevoli commentatori ed analisti ci spiegavano che sarebbe magicamente sceso quasi alla parità se solo avessimo nuovamente appeso a Piazzale Loreto la carcassa del nuovo Duce. Da più di 10 mesi lo spread viaggia tra i 400 ed i 500 punti base e se ne è infischiato bellamente della decapitazione del Signore dell’etere.
Ci stanno prendendo per il culo!
Vogliamo parlare del costo della benzina passato nello stesso arco di tempo da 1,600 euro al litro agli attuali 2,000 euro? Vogliamo dire qualcosa a proposito del paniere della spesa raddoppiato nel giro di 10 mesi? Vogliamo raccontare della fascia di povertà che è passata da 6 milioni di italiani agli otto milioni attuali e tendente all’aumento?
Ci stanno prendendo per il culo!
Non vorrei apparire prosaico ma non pensate che sia giunto il tempo, con gli strumenti della nostra democrazia, di mandare finalmente a fare in culo, con un altro efficace modo di dire, questi inetti professori e questi amebici politici?