Onorevole a 30 anni, Francesca Bonomo - tarantina d’origine e piemontese di adozione - ha illustrato ai volontari martinesi la portata storica della riforma del Servizio Civile: «Sono una servizio civilista mancata ma i giovani meritano questa esperienza»
Una sala affollata di giovani per sostenere l’importanza, per la comunità martinese, del Servizio Civile. I vertici nazionali, regionali e locali di Arci Servizio Civile hanno promosso una conferenza pubblica sui temi per la riforma del Servizio Civile in vista del dibattito alla Camera dei Deputati del disegno di legge delega.
Un’occasione di incontro e confronto organizzata proprio nella città di Martina Franca che, da decenni, impegna mediamente all’anno 45 volontari che operano in Associazioni, gruppi di volontariato, cooperative sociali, scuole e istituzioni pubbliche: dalle Fondazioni “Paolo Grassi” e “San Girolamo Emiliani” alle Associazioni Arcallegra e Amardown, dalle Cooperative “Eureka”, “Spes”, “Verde e dintorni”, all’Arci Ragazzi di Crispiano, dalle Associazioni Sportive “Uisp”, “la Palestra”, “Polisportiva Arci” a Pomona Onlus, passando per le Scuole e il Comune di Locorotondo. I tagli degli ultimi anni, però, si sono registrati anche sul nostro territorio che, con il bando 2013, ha raggiunto il minimo storico impiegando solo 15 volontari, al fronte dei 56 del 2010.
A portare la propria testimonianza i volontari Giuseppe Ventrella, Brigida Ruggieri, Valeria Semeraro e Barbara Serio che, coordinati da Lorenzo Micoli, presidente di Arci Servizio Civile Puglia hanno aperto la discussione alla presenza delle Istituzioni locali, e del presidente nazionale Arci Servizio Civile, Licio Palazzini.
Ospite d’eccezione è stata l’onorevole Francesca Bonomo della Direzione nazionale del Partito Democratico che, nel marzo scorso, è stata anche promotrice della proposta di “Servizio Civile Universale” che coinvolgerebbe circa centomila giovani nel primo triennio. A margine dell’iniziativa, fra una visita nelle Sala Nobili di Palazzo Ducale e una passeggiata nel borgo antico della città, le abbiamo posto qualche domanda.
Onorevole, dove sta andando il Servizio Civile?
«Sta andando nel verso giusto. Stiamo lavorando per ridare dignità ad uno strumento efficace di formazione dei nostri giovani che, attraverso questa esperienza, acquisiscono importanti competenze e forniscono un servizio alla collettività».
In discussione c’è il Servizio Civile Universale. Di cosa si tratta?
«Pensiamo che il Servizio Civile ormai debba essere europeo, vogliamo rilanciarlo e renderlo aperto ai giovani che hanno l’opportunità di acquisire delle competenze non formali e di farlo interscambiandosi con altri Paesi: siamo la generazione Erasmus per cui non è più possibile pensare ad un servizio limitato nello spazio e circoscritto al Paese Italia. Lo scambio avvicina i giovani e la sfida è proprio data da questo Bando sperimentale che coinvolgerà Francia, Germania e Italia: sarà il mezzo per conoscere le istituzioni europee e formare giovani che possano essere a tutela del patrimonio europeo anche successivamente. Abbiamo in mente di creare un albo dei ragazzi che hanno svolto Servizio Civile, sia nazionale che internazionale, perché ognuno, avendo acquisito competenze, possa rimanere a disposizione del paese in un determinato ambito. Ad esempio, se un giovane fa esperienza di tutela ambientale, se ci fosse una grande emergenza sarebbe il primo ad essere chiamato a dare il proprio contributo. Il Servizio Civile si configurerebbe, in questo modo, come un collettore del tessuto sociale».
Novità della Riforma è l’apertura agli stranieri...
«Si tratta di una novità efficace attraverso cui fare una vera integrazione fra la comunità e gli stranieri residenti sul territorio da almeno 5 anni. Apriremo, in via sperimentale, anche ai richiedenti asilo politico. Mi ha fatto enorme piacere parlare di questo aspetto nella città di Martina Franca che, proprio in questi giorni, ha conferito la cittadinanza onoraria ai bambini nati in città da genitori stranieri».
In linea con le politiche europee e nazionali delle partnership pubblico-private, è nell’aria l’idea del coinvolgimento dei privati...
«I privati devono essere consapevoli che il cambiamento passa anche attraverso la loro partecipazione alle politiche pubbliche. Il loro coinvolgimento può avvenire in maniera indiretta sui territori attraverso la creazione di progetti specifici. Abbiamo l’ambizione di coinvolgere i privati anche a livello nazionale ma stiamo lavorando sulle modalità dal momento che ricordiamo che non si tratta di un rapporto di lavoro diretto».
A Martina Franca il Servizio Civile ha impegnato, ogni anno, moltissimi volontari ma i tagli ne hanno ridotto fortemente il numero.
«Martina Franca è una realtà virtuosa in termini di qualità e organizzazione e le testimonianze dei volontari che ho ascoltato nel corso dell’incontro dimostrano come davvero il Servizio Civile sia una esperienza che cambia la vita e per cui dobbiamo continuare a cercare risorse».