Fra i vari problemi che attanagliano la città di Taranto c’è sicuramente quello della gestione degli spazi pubblici che, con i dovuti interventi dell’Ammistrazione Comunale, potrebbero diventare centri di aggregazione e diffusione della cultura tra i giovani. Il Circolo PRC “Peppino Impastato” affronta il problema e propone alcune soluzioni
Negli anni sono nati vari gruppi spontanei di ragazzi che hanno occupato quei luoghi organizzando concerti, presentazioni di libri, convegni su tematiche di interesse pubblico: il tutto ricorrendo all’autofinanziamento e dimostrando che dove l’amministrazione fallisce i cittadini possono riuscire. In alcuni casi quei posti sono stati sgomberati promettendo la ristrutturazione e conseguente assegnazione degli spazi attraverso bandi pubblici, cosa che poi non è avvenuta. E’ stata decisamente poco trasparente anche la gestione delle aree che la Marina Militare ha consegnato al Comune di Taranto, giusto un incontro iniziale con i cittadini per poi decidere arbitrariamente cosa farne, senza ascoltare le idee e proposte di associazioni e gruppi spontanei.
Insomma il Comune di Taranto non riesce a gestire queste situazioni, e quando interviene lo fa sempre in senso peggiorativo, un esempio è quello che è accaduto negli ultimi giorni al gruppo spontaneo “Ammazza che Piazza”. Dopo aver notificato 9 contravvenzioni del valore totale di 8000€ per affissione non autorizzata riguardante una iniziativa senza scopo di lucro, il gruppo - in questi giorni impegnato a riqualificare l’area verde che si trova in Via Duca degli Abruzzi - è stato preso di mira dai Vigili Urbani, i quali hanno intimato di abbandonare l’area in quanto si tratta di “occupazione abusiva di suolo pubblico”.
In questa situazione l’Amministrazione Comunale anziché ascoltare i giovani di questa città che si impegnano a riqualificare delle aree - svolgendo gratis un lavoro che dovrebbe essere fatto dal Comune, che riscuote anche delle tasse per questo - intima gli stessi a “rispettare le regole”. E’ abbastanza strano sentir parlare di rispetto delle regole quando è la stessa Amm.ne a non rispettarle, promettendo bandi pubblici, assegnazione di spazi ed incontri con la cittadinanza che poi non arrivano mai.
Forse è arrivato il momento di finirla di criticare e scoraggiare ogni iniziativa messa in campo dai gruppi spontanei di questa città e pensare ad un modo per incoraggiare i giovani. Un ottimo esempio potrebbe essere la proposta (in questi giorni al vaglio del Consiglio Comunale di Roma) fatta dal comitato “Deliberiamo Roma”: il progetto prevede che il Comune stili una “Banca Dati delle Opportunità Territoriali” nella quale far confluire le informazioni sul patrimonio immobiliare pubblico e privato inutilizzato nel Comune di Roma e di individuare, attraverso una procedura partecipata, il possibile utilizzo di questi beni sia attraverso interventi diretti del Comune sia dando in gestione gli spazi a gruppi di cittadini, il tutto per fornire servizi alla collettività.
Per quanto riguarda il problema delle affissioni, considerando che non sempre chi organizza l’evento non a scopo di lucro può permettersi di pagare l’affissione comunale, perché non istituire delle bacheche pubbliche dove chiunque possa pubblicizzare il proprio evento senza incorrere in qualche sanzione?
Insomma le soluzioni possono essere tante, il punto è: l’Amministrazione comunale è disposta ad attuarle oppure si limiterà sempre a puntare il dito contro i cittadini che cercano di fare del bene per la propria città?