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Traffico / «Non era meglio investire sui mezzi pubblici?»

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
FEB
2015
Altri parcheggi. Solo parcheggi. Il Circolo PRC "Peppino Impastato" protesta: «Questa Amministrazione Comunale non ha altre idee per rilanciare il Borgo di Taranto»
 
La realizzazione di circa 500 nuovi posti auto nel Borgo di Taranto, annunciata dall’Assessore comunale alle Attività Produttive Gionatan Scasciamacchia, lascia esterrefatti. Si tratta di una decisione sciagurata sia sul piano economico che su quello ambientale. L’assessore sostiene, assecondando una tesi di Confcommercio, che l’aumento dei posti auto favorirebbe le attività commerciali del Borgo. E’ una sciocchezza: in primo luogo, perché il commercio a Taranto è prostrato dall’impoverimento delle famiglie e dal proliferare dei grandi centri commerciali. In secondo luogo, i parcheggi incentivano il traffico veicolare, accrescendo la congestione delle vie del centro, e scoraggiando così cittadini e turisti ad attraversare il Borgo. Così tutti i negozi delle vie laterali continueranno ad essere esposti al rumore e allo smog delle auto. Non proprio condizioni ideali per l’afflusso di clienti!
Ma veniamo alle questioni ambientali: è opportuno che in una città devastata dalle emissioni industriali si faccia di tutto per incrementare l’inquinamento da traffico veicolare? Siamo davvero al grottesco! Considerata la sua particolare condizione, Taranto dovrebbe essere all’avanguardia nella sperimentazione della cosiddetta “mobilità sostenibile”. Chiediamo, quindi, a Scasciamacchia e ai suoi colleghi di Giunta: che fine hanno fatto i progetti di consolidamento della rete Amat? Lo spazio antistante la pineta Cimino non doveva diventare la tanto sbandierata “piazzola di interscambio”? Non si dovevano dedicare intere vie cittadine al solo traffico dei mezzi pubblici? 
I cittadini hanno il diritto di sapere se il Comune ha deciso di fare marcia indietro su progetti già costati decine di migliaia di Euro.
E soprattutto i cittadini hanno diritto a vivere in una città più salubre e ordinata. Taranto è in ritardo di almeno 40 anni rispetto alle altre città d'Europa: città che hanno interamente chiuso al traffico alcune aree, servendole con mezzi pubblici o agevolando altre forme di mobilità (vogliamo parlare delle micro “piste ciclabili” di Taranto che non collegano un bel niente?), per consentire ai propri abitanti di attraversare e godere di quei luoghi senza intossicarsi di fumi velenosi o stordirsi di rumori. D’altra parte la gente è attratta dal bello, è portata a passare più tempo in luoghi piacevoli, e quindi ad acquistare i beni e i servizi offerti da quei contesti. Molti studi ormai hanno dimostrato che le stesse politiche che rendono gradevole un posto, lo rendono al contempo profittevole per le attività commerciali.
Ma pare che a Palazzo di Città operi un “ufficio per il brutto”, impegnato a mortificare la bellezza della nostra città. Servirebbe invece un efficiente Ufficio per la Programmazione, che studi il modo di applicare anche a Taranto un modello di mobilità sostenibile. Ma è proprio questo il grande limite dell’Amministrazione che oggi governa il Comune: l’assenza di qualsiasi indirizzo programmatico, l’improvvisazione, l’acquiescenza nei confronti degli interessi della “borghesia stracciona” (perfettamente incarnata dal gruppo dirigente di Confcommercio), incapace di immaginare una città diversa da quella del trinomio cemento-auto-inquinamento. 
Se si vuole uscire da tutto questo, e costruire un futuro per Taranto, è ora che tutte le forze vive della città si tendano la mano e inizino a camminare insieme. Contro speculatori, inquinatori e politici incapaci. Per il diritto di tutti i Tarantini a godere della bellezza – troppe volte frustrata – della propria città.  
 
 


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