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Matteo, Giorgia e Flavio

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

30
NOV
2012

 

Una delle accuse più ricorrenti rivolte alla classe politica italiana riguarda la congenita incapacità di ricambio generazionale. In verità la tendenza dei politici nostrani a occupare i centri del potere per periodi paragonabili a ere geologiche non ha riscontri nelle altre nazioni del pianeta se non nelle passate nomenclature dell’ex impero sovietico e della Cina maoista. Ora si avvicinano rapidamente alcune scadenze elettorali importanti per il futuro del nostro Paese, elezioni politiche e amministrative, e l’occasione per noi elettori è troppo ghiotta per essere perduta. È giunto finalmente il tempo di far seguire i fatti alle stantie lamentele di essere guidati dai dinosauri del potere. Ed è tutto nelle nostre mani!
Non sono un veggente e non so cosa potrà accade nelle così dette primarie dei vari schieramenti, né tantomeno poi nelle elezioni, ma posso con certezza affermare che se non ci sarà il cambiamento auspicato la colpa sarà esclusivamente di noi elettori. Ci sono tre nomi che, a mio avviso, potrebbero aiutarci a voltare pagina; tre nomi che appartengono a tre aree politiche differenti e che ultimamente si sono sempre più diversificate tra loro per scelte e progettualità; tre nomi di giovani politici già ricchi di esperienze amministrative importanti, sola garanzia per non andare allo sbaraglio.
Il primo si chiama Matteo Renzi, PD 37 anni toscano, già Presidente della provincia di Firenze ed attuale Sindaco della città gigliata. Cosa pensano i fiorentini del loro sindaco lo evidenzia un sondaggio autorevole che lo considera uno dei tre primi cittadini più amati d’Italia. Cosa pensa lui dell’Italia e di cosa sarebbe necessario fare a Palazzo Chigi lo va raccontando a partire dal 2010 quando nella prima convention della Leopolda ha aperto una nuova stagione politica per il popolo della sinistra italiana e ridurre tutto allo slogan della rottamazione, per quanto meritoria, è quantomeno riduttivo.
Il secondo nome è quello di Giorgia Meloni, PdL 35 anni romana di origini isolane, proviene dalle fila della defunta Alleanza Nazionale ed è stata a soli 31 anni il più giovane ministro della Repubblica al dicastero della Gioventù. Le sue posizioni sul fascismo, sulle leggi ad personam, sull’aborto e le sue battaglie per il rispetto dei diritti civili, per il diritto alla vita, per la difesa dei nostri principi religiosi, ne fanno un punto di riferimento importante per un rinnovo di identità del popolo della destra italiana.
Il terzo nome è Flavio Tosi, Lega Nord 43 anni veronese, Sindaco rieletto della città scaligera. Rientra nel novero dei tre sindaci più amati di cui parlavo prima (il terzo è il torinese Fassino).
Fatto salvo il cavallo di battaglia leghista della costruzione in senso federale dello stato, molto interessanti sono le sue posizioni per il ripristino della legalità e sulla sicurezza dei cittadini, sul ridimensionamento dei costi della politica e delle cariche pubbliche, sulla buona efficienza delle amministrazioni locali, argomenti molto convincenti per raccogliere il favore dell’elettorato settentrionale molto diverso per esigenze ed aspettative rispetto al resto del Paese (piaccia o non piaccia!). Se poi continueremo a votare i Bersani e i Berlusconi, i Casini e i Vendola, i Fini e i Di Pietro allora non avremo più il diritto di indignarci contro la “casta”.


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