Al via il programma di contrasto al batterio killer della Xylella. Non tutti però gioiscono: gli operatori del settore sono “sul piede di guerra”
L’Unione Europea ha deciso. La lotta alla Xylella deve essere “chirurgica”. Si procederà quindi con interventi mirati e diversificati. Nel nord della Puglia, principale bersaglio del batterio, saranno eradicati non solo gli ulivi colpiti, ma anche quelli che si trovano entro un raggio di 100 metri. Nel Salento invece, verranno eliminate solo le piante infettate, e quelle a una distanza massima di 20 km, nella zona tra Brindisi e Taranto, saranno oggetto di esami e test.
Il programmo è frutto di un’intensa due giorni di lavori nell’ambito del Comitato Ue per la salute delle piante. L’obiettivo di Bruxelles è conciliare la tutela del patrimonio agricolo-paesaggistico del Salento con il serrato contrasto del batterio killer, per stroncarne sul nascere la diffusione. Contestualmente, è stata bloccata l’importazione di caffè da Honduras e Costa Rica e l’esportazione di prodotti pugliesi in Europa.
Nonostante Bruxelles si sia detta pronta a valutare la richiesta di supporto economico da parte del nostro Paese, gli operatori del settore sono “sul piede di guerra”. «Non siamo disposti a sacrificare alcun albero sano. Deve passare il metodo di monitorare le piante circostanti». Non usa mezzi termini per esprimere il suo parere Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia. «Non possiamo accettare quanto disposto a livello comunitario, non solo in termini di distruzione del patrimonio olivicolo, con esemplari monumentali introvabili al mondo, ma anche sul fronte dei costi economici e della tensione sociale. Inconcepibile che venga violato il nostro territorio. Ci aspettiamo che la Commissione Europea verifichi nei prossimi giorni l’applicabilità reale delle misure».
Quattrocento euro a pianta. A tanto ammonterebbe il danno, secondo un’analisi commissionata nel 2014 dall’associazione di categoria pugliese.
Tuttavia, il Presidente Nichi Vendola si è detto soddisfatto. «Eravamo partiti da una prospettiva catastrofica che era quella di procedere a eradicazioni indiscriminate, con il rischio di un vera desertificazione del Salento. Questo rischio è stato sventato con la battaglia strenua della Regione e del Ministero, e grazie anche alla grande mobilitazione degli agricoltori, di vivaisti, dei movimenti ambientalisti e dei cittadini, che vi è stata in tutto il Salento».
Insomma, la situazione attuale viene letta in modo opposto dalle autorità locali e dal territorio. Al netto di tutto però, solo il tempo potrà dire se i provvedimenti decisi dall’Ue siano stati efficaci e necessari o meno.