In merito alle polemiche sorte dopo la sue dichiarazioni apparse sui social network , il sindaco di Locorotondo, Tommaso Scatigna, rispedisce al mittente le accuse di razzismo e con un comunicato stampa chiarisce il suo pensiero.
“In riferimento al clamore mediatico che le mie dichiarazioni hanno suscitato, intendo chiarire quanto di seguito”: a parlare è il sindaco di Locorotondo Tommaso Scatigna, che nei giorni scorsi tramite twitter e il social facebook, ha reso nota la sua preoccupazione per la gestione degli immigrati ospitati presso il centro Ortolini di Martina Franca.
“In questi giorni ho avuto modo di leggere svariati commenti” ha proseguito il primo cittadino “molti dei quali faziosi ed altri invece di approvazione nei confronti di un sindaco che esprimeva preoccupazione per quanto si stava verificando nella cittadina di cui è responsabile, sia dal punto di vista sanitario che dell'ordine pubblico”.
“Il comunicato diramato ieri 10 giugno non contiene alcuna espressione qualificabile come “razzismo” ed anche i tweet “incriminati” di razzismo hanno manifestato la preoccupazione di un'autorità che è responsabile di un territorio e di circa 14280 abitanti. Non condivido la gestione dell'emergenza immigrazione. Perchè di emergenza si tratta. E di emergenza nazionale e non locale. Anzi, europea per dirla tutta. Apprezzo chi ha strutture che consentano a queste persone di poter avere un tetto sulla testa dopo i mesi di cammino per raggiungere l'Europa. E non l'Italia. Conosco perfettamente le problematiche per le quali scappano e non posso che essere a loro fianco dal punto di vista umano. Ma il mio ruolo istituzionale mi rende responsabile di una comunità ed anche, in parte, dell'incolumità di queste persone che sbarcano in Italia.
Innanzitutto, chiarisco che dai controlli effettuati dai nostri agenti di Polizia Municipale è emerso che sulle schede di alcuni di loro era stata riportata a penna la scritta “Scabbia”, come risulta dal verbale redatto dagli stessi agenti. Questo ha messo in allerta il primo cittadino e tutta l'Amministrazione Comunale, com'è giusto che sia, per evitare di incorrere in incresciose situazioni in cui le carte parlano chiare e le istituzioni restano a guardare. Per questo ho contattato immediatamente il commissario della Polizia di Stato di Martina Franca, per accertare quanto rilevato dagli agenti di Locorotondo.
Inoltre, spesso facciamo appello alla cittadinanza per collaborare con le forze dell'ordine e segnalare eventuali persone sospette. Nel pomeriggio di martedì a Locorotondo ci sono stati alcuni gruppi di eritrei che hanno sostano in piazze o in prossimità di rotatorie. Il comune di Locorotondo non è stato avvisato dal vicino Comune di Martina Franca che alcuni degli ospiti stavano procedendo in direzione del nostro paese, pertanto questa famigerata “invasione” è stata dovuta proprio alla mancata comunicazione da parte delle istituzioni di Martina Franca. La presenza improvvisa di un nutrito numero di persone extracomunitarie ha colto di sopresa il paese. “L'invasione senza precedenti” era dovuta al fatto che in altre occasioni, quando Martina Franca ha nuovamente ospitato i profughi, a Locorotondo non ce ne siamo accorti. E solo per quello non ci sono stati tanti benpensanti a farsi paladini di giustizia. Non li hanno visti e, quindi, per loro non sono esistiti.
Proprio a loro mi rivolto: perchè nessuno ha dato loro un passaggio per raggiungere Fasano, per esempio? Visto che molti conoscono ragioni e soluzioni di questo complesso processo. L'immigrazione non è un argomento da talk show né da prime donne. È molto più complicato e certamente non può essere gestito dai singoli Comuni. Ci vuole molto di più, considerata l'entità del processo, che è in crescita.
Infine, ed è questa la contestazione maggiore per cui non mi reputo assolutamente un razzista, la legge sull'accoglienza è un'ipocrisia: salviamo le persone dal mare e fin qui siamo tutti d'accordo, ma poi li mandiamo allo sbando nel territorio nazionale, senza una guida, senza una meta, alla mercé di chiunque, benefattore o malintenzionato. Molti si sono indignati delle espressioni usate dal sottoscritto, ma quanti di loro si sono chiesti che fine faranno questi uomini che continuano a camminare a piedi per le nostre strade, per raggiungere le stazioni ferroviarie? Dove andranno? Con quali protezioni? Con quali tutele? Li abbiamo salvati dal mare e poi? Non ci interessa più il loro percorso? Queste sono le domande che mi pongo come uomo e come politico. Mettiamo a tacere la nostra coscienza perchè abbiamo salvato loro la vita in mare, ma poi, una volta sulla terraferma, qual è il loro destino? Saranno facile preda delle organizzazioni criminali? Essere responsabile di una comunità vuol dire, a volte, anche assumere posizioni impopolari, perchè il buonismo imperante non fa guardare in maniera obbiettiva al problema reale. Che è un problema umano, innanzitutto”.
“Infine, ho letto che l'europarlamentare Forenza mi accusa di essere razzista. Bell'esempio di accoglienza ha dato l'Europa rispetto all'immigrazione. Ha messo a disposizione le navi per non far morire in mare le persone, ma delle stesse e del loro futuro se n'è lavata la mani. Si facesse portavoce del disagio di queste persone nel Parlamento Europeo e dicesse loro che l'Europa ha chiuso le porte perchè non li vuole. Lo dicesse al Parlamento Europeo e aiutasse, visto che è una europarlamentare, il Mezzogiorno d'Italia a far fronte a questa crisi sociale ed economica, che lascia sole le istituzioni locali. Mi sembra che sia stata lei a cogliere questa occasione per strumentalizzazione partitica a suo favore. Essere sindaco comporta delle responsabilità che un europarlamentare, evidentemente, non comprende. Colgo l’occasione per invitare la europarlamentare Forenza a Locorotondo per essere ospite nel nostro meraviglioso paese, per scambiare opinioni e confrontarsi anche personalmente sull’argomento. Sarà ricevuta con tutti gli onori che si devono a chi occupa un posto di rilievo ottenuto con le preferenze. Alla signora Eleonora Forenza auguro buon lavoro”.