MENU

Marco De Bartolomeo/ "AL MIO SEGNALE, SCATENATE IL RINNOVAMENTO!"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

12
GIU
2015
No, non ci sono gladiatori stavolta, ma un “generale” alla guida di «Taranto, la città spartana», sì! Il presidente dell’Associazione ci parla del suo progetto per una città rinnovata culturalmente e socialmente
 
All’indomani dell’ennesimo grave incidente sul lavoro, che ha coinvolto un giovane operaio originario di Martina Franca e che ognuno di noi spera con tutto il cuore che si ristabilisca, i fumi degli altiforni ILVA risultano ancora più odiosi. Ma Taranto non è, o comunque non sarà, solo assassine colate di ghisa, ma speranza in un domani migliore. Ecco che Marco De Bartolomeo, presidente dell’Associazione “Taranto, la città spartana”, ci illustra le potenzialità del suo progetto che vedrà la nostra perla ionica, finalmente sotto una nuova veste, ornata dal filo d’oro del turismo, della cultura e della cittadinanza attiva.  
Taranto la Città Spartana. Titolo emblematico per la vostra associazione. Chi per primo e come, De Bartolomeo, ha avuto l’idea di chiamare Taranto come unica colonia spartana sopravvissuta?
«Non si tratta di primogenitura. Che la fondazione di Taranto sia spartana lo dicono la storia e l’archeologia. Noi abbiamo avuto soltanto l’intuizione di valutare questo dato di fatto da un’angolazione diversa, funzionale. Poco più di tre anni fa, abbiamo avviato uno studio estremamente articolato volto a valutare i punti di forza territoriali presenti e potenziali sui quali andare a far perno per creare un brand esclusivo capace di interrompere la spirale viziosa nella quale ormai gravitano la città di Taranto e la sua intera provincia anche a causa delle rilevanti criticità, sostanziali e mediatiche, legate all’industria pesante. La ricerca del brand è stata quindi direzionata verso quelle che sono le esclusività percepibili dall’esterno e che segnano il valore aggiunto rispetto a qualsiasi altra offerta, facendo perno su ciò che si è, sulla originalità e unicità, prima ancora che sulle attrattive presenti e future che sarebbero facilmente ritrovabili ovunque. Poter disporre di un marchio riconosciuto ed apprezzato, vuol dire avere una identità ben percepita e metabolizzata dalla domanda che si riconosce nello stesso brand. Quello legato al mito spartano è un fenomeno globale radicato che si riflette in migliaia di attività che hanno adottato e promosso il marchio “spartan” con investimenti milionari: organizzazioni universitarie, organizzazioni sportive (squadre di football, ice hockey, hockey, baseball, calcio, golf, swimming & diving, tennis, wrestling, motociclismo), organizzazioni ospedaliere, organizzazioni umanitarie, videogames, film, nautica, mostre d’arte, beverage (birre, vini e prodotti pro-biotici marchiati “spartan”), food, grande distribuzione (con migliaia di prodotti con marchio “spartan”), industrie, hi-tech, management & consulting e grandi eventi sparsi indifferentemente su tutto il globo. Persino la Nasa e la Microsoft hanno sposato e promosso questo marchio a livello globale.Di qui, dunque, la formulazione di un brand unico che rientra a pieno titolo tra i top-brand mondiali, immediato e facilmente riconoscibile, capace di unire due nazioni e di sostenere eventi di portata internazionale, che soltanto Sparta e Taranto possono vantare».
Taranto Città Spartana è un progetto molto ambizioso e articolato, teso alla riabilitazione della nostra perla jonica, etichettata sempre e solo da epiteti cancerosi. Ce ne vuole parlare?
«Per Taranto significa un’opportunità straordinaria di riqualificazione sul piano urbano, architettonico, archeologico, infrastrutturale ed ambientale anche grazie alla sua privilegiata posizione al centro del Mediterraneo. Un progetto che si declina sul mare e sulla terraferma in un’ottica di sviluppo sostenibile dell’offerta turistica, culturale, enogastronomica ed artigianale. Una sfida per la modernità identitaria di proporzioni gigantesche, realizzabile attraverso un percorso condiviso con tutte le forze, le entità e le professionalità che vorranno condividere questo percorso».
Chi vi ha sostenuto in termini di autorità e altre associazioni?
«L’intensa attività di divulgazione nell’ultimo anno ha fatto sì che una grande parte della città prendesse consapevolezza di questo potenziale, adottandolo spontaneamente. Infatti sono tante le associazioni, da quelle sportive a quelle culturali fino a quelle produttive, così come i privati cittadini, che hanno acquisito il tema progettuale promuovendolo a loro volta. Sul capitolo autorità, è importante il consenso espresso dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e dal presidente del Senato, Pietro Grasso così come l’egida formale ricevuta dal direttivo nazionale dell’Associazione Nazionale Archeologi fino all’Amministrazione cittadina».
Il prossimo 18 giugno echeggerà il vero e proprio ruggito della vostra associazione, in una manifestazione al Salone della Provincia di Taranto. Cosa verrà discusso quel giorno e quali attività avete previsto?
«Il tempo di passare dall’idea progettuale alla dimensione dei progetti concreti a breve, medio e lungo termine è maturo. Noi ne abbiamo alcuni, ma siamo consapevoli che sono solo una parte di quello che una comunità, come quella tarantina, possa esprimere. Questa call pubblica è un invito rivolto a tutti, a partire dalle associazioni che da anni combattono per valorizzare il nostro patrimonio culturale e naturale. Il progetto “Taranto, la città Spartana” non è in contrasto con nulla, ma si pone come un nuovo tassello in una dimensione di rete, in cui ognuno sostiene e promuove gli altri, per offrire ai viaggiatori italiani e stranieri un “pacchetto” esperienziale unico al mondo. Per salire negli standard internazionali e diventare una meta di qualità davvero appetibile c’è bisogno del contributo di tutti, dei professionisti dell’accoglienza e del marketing turistico, di studiosi, archeologi, architetti, ma anche di singole persone che hanno buone idee e la voglia di realizzarle. Sarà quindi un importante momento di confronto per poi tirare le somme e partire».
La domanda sorge spontanea: in una Puglia, come il resto del meridione e ahinoi dell’Italia, vessata dalla crisi economica, come intendete recuperare i fondi per sovvenzionare le vostre iniziative?
«I fondi ci sono, in particolar modo in Europa. E’ importante sapere cosa chiedere e, soprattutto, come. In entrambi i punti siamo stati troppo spesso deficitari, a cominciare dalla mancanza di una visione di insieme largamente condivisa dalla cittadinanza. Non possiamo più attendere».
Realizzazione concreta del progetto ed educazione della cittadinanza, vanno secondo Lei di pari passo? Come in buona sostanza, riuscirete a stimolare i cittadini a essere coinvolti nel restyling culturale di Taranto?
«La cittadinanza, mortificata da visioni miopi e dal comodo assistenzialismo secolare, sta pagando il conto, ma può e deve acquisire consapevolezza dei propri mezzi. In realtà sta già accadendo. A riguardo, al di là delle decine di attività produttive nate sul tema spartano, e del grande entusiasmo manifestato nel corso delle presentazioni, è significativo ciò che sta accadendo in queste ultime settimane. Migliaia di tarantini e spartani sono entrati in contatto spontaneamente sui social network condividendo le sorti sportive e sociali di entrambe le città. Un gemellaggio del cuore tra popoli che anticipa quello istituzionale, ormai imminente, al quale abbiamo lavorato per mesi di concerto con le amministrazioni di Sparta e di Taranto».  
Quali sono gli ostacoli che ancora oggi, tentano di rallentare il passo di Taranto Città Spartana?
«Per quella che è l’attuale situazione in cui versa Taranto, non si tratta semplicemente di voltar pagina, ma di cambiare libro; rimodellarsi e rimodularsi in un’ottica completamente rinnovata positiva e propositiva. Ed è proprio su questa convinzione che si deve trovare il coraggio di saltare l’ostacolo, qualunque esso sia. D’altronde, siamo spartani o no?».
Nelle recenti elezioni regionali purtroppo, nessun candidato tarantino ha avuto un posto decisionale nel consiglio. Ritiene che ci siano altri pugliesi influenti e appassionati su cui puntare, per non far dimenticare alla Regione la voce di Taranto?
«Questa idea progettuale, assolutamente civica, ha registrato l’interessamento trasversale delle principali forze politiche del Paese. Certo, poter godere di una massiccia rappresentanza in Regione avrebbe, presumibilmente, accelerato il percorso. Tuttavia, considerando la portata assolutamente inclusiva del progetto, che vede Taranto come protagonista, ma che si estende massivamente anche sulla provincia e sulla regione, con le conseguenti ricadute virtuose, restiamo ottimisti».
Per concludere, quale nuova Taranto e in quanto tempo, riesce a vedere? Riusciremo a far ritornare “alla base”, tanti giovani tarantini di talento anche nella ricerca, che invece hanno cercato risposte all’Estero?
«Chiedermi quale nuova Taranto riesca a vedere è un po’ come chiedere a uno scultore di rivelarle l’opera finita mentre osserva il blocco di marmo ancora vergine. Sarebbe giusto risponderle se quel marmo fosse soltanto mio, ma non è così. Allora cerchiamo di andare al di là dell’io, di riscoprire il senso della condivisione e prepariamoci a vederla assieme, perché se riusciamo a vederla possiamo anche scolpirla e poter dire, magari un giorno, di essere riusciti in qualcosa di straordinario sospinti dalla necessità e dal desiderio di riscatto delle nostre esistenze e di tutte quelle costrette ad andar via da quella che, come lei la ha definita, è una perla. Bene, restituiamole la dignità che merita e concediamoci un’opportunità!».
 



Commenti:

Beppe 12/GIU/2015

Secondo me il progetto di Marco e buono anzi innavativo , dovrebbe coinvolgere agenzie di viaggio archeologi per far si che abbia un impatto maggiore sulla città perché non vorrei che si disperda anzi con l'aiuto delle agenzie pubblicizzare il più possibile il territorio. Lo dico per esperienza in questo settore avendo girato mezzo mondo , ho mia moglie che per la sua passione che ama questo lavoro abbiamo aperto una agenzia viaggi, esperienza decennale, che sta contribuendo a laurearsi in archeologia e chi più di noi vorrebbe vedere Taranto città turistica aumentando i posti di lavoro per i giovani in questo momento critico . Ti ringrazio x avermi messo al corrente di questa situazione. Agenzia viaggi rossoclub Taranto in Via Campania 14 .Responsabile Noemi

Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor