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L´estate sta finendo/"Se di agosto non ti sei vestito…"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

11
SET
2015
Un viaggio tra i proverbi, le tradizioni, i cibi che caratterizzano i giorni del ritorno alle normali attività. La saggezza popolare non si smentisce, neanche quando suggerisce gli outfit da adottare
 
E’ proprio vero che tutte le cose belle, quando stanno per finire, hanno un effetto alquanto discutibile nel senso che non si ricordano le mille occasioni di svago e di riposo che ci hanno regalato, ma si presta il fianco alla nostalgia pensando che le vacanze, le feste di piazza e i fantasmagorici fuochi d’artificio non ci saranno più.
Altra considerazione che mi suggerisce l’interminabile e infuocata estate targata “2015” è che anche negli anni ’60 la stagione più amata aveva finito per ispirare due motivi musicali che ancora oggi, a distanza di mezzo secolo, si canticchiano. Sto parlando dei noti brani: “L’estate sta finendo, un anno se ne va….” (dei Righeira) e “Son finite le vacanze…” (dell’intramontabile Rita Pavone).
La terza considerazione ce la suggerisce la temperatura torrida che sembra abbia voluto quasi sfidare l’uomo in un duello senza né vincitori né vinti.
Ma, parlando d’estate, il discorso non può non tenere in conto un bilancio, sia pur provvisorio, di una stagione che resterà negli annali della storia, se è vero, come è vero, che un caldo record come quello che sta spendendo i suoi spiccioli in questi giorni lo avevamo soltanto avuto 150 anni fa e se è vero, come è vero, che la Puglia ha fatto la voce grossa nel campo del turismo a livello nazionale in una volata sprint che l’ha portata alla vetta della classifica.
Un esempio per tutti: il Salento, che conta 900 mila residenti, ha ospitato nel suo picco estivo un milione di turisti.
Altra considerazione è il fatto che il turismo pugliese quest’anno non ha parlato soltanto il linguaggio salentino, ma anche quello ionico-messapico e garganico per cui, volendo stilare una sorta di classifica, sul podio vediamo in assoluto il Salento con le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche, seguito al secondo posto da Martina Franca e dal suo hinterland e, sorpresa dell’anno, il terzo posto sul podio se lo è ripreso quel Gargano che soltanto l’anno scorso aveva fatto registrare un calo preoccupante di turisti. Non da meno sono state le splendide marine con i rispettivi paesi di Monopoli e Polignano a Mare, unitamente alla sempreverde Castellana Grotte e alla fantastica Alberobello che ha incantato con i suoi villaggi disseminati di trulli e con gli effetti notturni di opere di grandi della pittura moderna e contemporanea così come era accaduto nel periodo natalizio con le luci e con le stelle di Natale.
Una rinascita turistica all’insegna della cultura classica ma anche di quella ipogeica e quella enograstronomica ha registrato la messapica Manduria con eventi che hanno richiamato migliaia di turisti e residenti dei paesi limitrofi.
Il quarto posto lo vorrei riservare a una miriade di comunità pugliesi che hanno tenuto i riflettori accesi nel corso delle caldi notti estive con le loro sagre che, unitamente ai G.A.L. (Gruppi di Azione Locale), hanno promosso a piene mani la nostra enogastronomia e le intramontabili tradizioni popolari locali.
Ma, su tutte, non possiamo non menzionare l’internazionale Festival della Valle d’Itria, la Notte della Taranta di Melpignano, le varie edizioni di “Calici di Stelle”, la musica che ha fatto scatenare i giovani pugliesi nelle più importanti piazze della regione con la kermesse “Battiti Live”, la “Notte della Cultura” proposta in tre momenti diversi a Taranto, Gallipoli e Ostuni, la fortunata edizione tarantina del “L’Isola che Vogliamo”, il Festival Paisiellano e l’importante iniziativa culturale “I Miti del MarTa” nella affascinante location del Museo Nazionale di Taranto.
In questo trionfale rendiconto dell’estate pugliese vediamo certamente promossa la Puglia, ma non i pugliesi perché purtroppo non hanno voluto dismettere il logoro abito di “sporcaccioni”, se è vero, come è vero, che è stato questo il “punctum dolens” che ha fatto storcere il naso ai turisti che hanno scelto la Puglia come meta delle loro vacanze.
Per fortuna nostra e dell’eco-sistema i piromani di turno ci hanno risparmiato i roghi e gli incendi boschivi delle scorse estati che riempivano quotidianamente le pagine dei giornali.
E’ stata una stagione estiva che ha fatto registrare il tutto esaurito sulle spiagge e nelle località di villeggiatura ma ha visto anche i giovani e il volontariato in prima fila per l’assistenza domiciliare agli anziani e ai degenti nelle Case di Cura e negli ospedali.
Purtroppo anche Taranto, unitamente a Bari e a Brindisi, non ha potuto registrare alcuna sosta nel soccorso ai profughi sbarcati nei nostri porti.
Anche il fronte scolastico ha sofferto i danni della calura estiva con il tormentone delle nuove immissioni in ruolo e il grande disagio che hanno dovuto fare le valigie per trasferirsi al Nord. 
A tale proposito c’è stata una forte polemica ricordando che i nostri nonni negli anni Venti quando la mancanza di lavoro e la fame bussavano alle loro case, lasciarono il nostro Sud per cercare una sistemazione nelle lontane Americhe senza alcuna polemica ma solo col rimpianto di aver dovuto lasciare la propria terra natìa.
Capiamo i disagi dei precari di oggi, ma è anche vero che un fatto è restare precari a vita, altra cosa è entrare nei ruoli della scuola.
Mi piace chiudere questa nota con uno sguardo al passato quando finanche il tanto amato e decantato mese di agosto era inviso ai tarantini.
Qualcuno penserà che questa mia ultima considerazione potrebbe esser il frutto tardivo di un’estate calda? Ma così non è e per questo abbiamo chiesto la consulenza al nostro esperto di tradizione popolare tarantina, prof. Antonio Fornaro. La proverbistica così recita: “Ce de auste no’ t’è vestute, male cunziglie è avute” cioè “Se di agosto non ti sei vestito, cattivi consigli hai avuto” perché nel passato agosto non era bello come da oltre mezzo secolo, per nostra fortuna, registriamo.
E un secondo proverbio così recita: “Ce nate de auste, no’ prove ‘u muste”, cioè “Chi nuota d’agosto non proverà il mosto”, a rimarcare un agosto che poco aveva del sapore estivo; oggi, invece, a tutti farebbero piacere i classici bagni settembrini perché le spiagge sono meno affollate e perché la temperatura dell’acqua marina è più fresca.
Settembre era nel passato il mese delle provviste e per i tarantini, soprattutto, quella della salsa di pomodoro, quella dei peperoni sotto sale, delle melanzane, dei carciofi sott’olio e delle capaselle di acciughe sotto sale, unite alle provviste di marmellata di frutta e ai fichi secchi infornati e mandorlati. Per non dimenticare i fichi d’India che facevano la festa ai tarantini durante i festeggiamenti in onore dei Santi Medici a settembre.
Ancora oggi nello stesso mese i tarantini festeggiano la Stella Maris, ma quest’anno senza sagra della cozza a causa della morìa della stessa e la solennità della Vergine Addolorata con grandi festeggiamenti nella Città Antica.
Oggi, a metà settembre gli studenti tornano sui banchi di scuola. 
Ai nostri tempi la prima campanella suonava soltanto il primo di ottobre.
Che pacchia!!!!
 


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