Di fronte alla proposta di costruire un nuovo impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi su Massafra, l’Ordine dei medici si oppone a ulteriori carichi ambientali inquinanti nel territorio
E’ da almeno 20 anni che la Direzione Asl tarantina, l’Ordine dei medici, la Magistratura e le Associazioni ambientaliste denunciano un territorio, il nostro, avvezzo all’inquinamento spregiudicato procurato dalle grandi industrie. Le stesse che insistono su queste terre un tempo contadine e pescose in prossimità di quelle coste, emblema della Magna Grecia e cantate da grandi poeti. Presenze inquinanti che avranno pure offerto lavoro agli abitanti del posto, ma a quale prezzo? Le amare condizioni di salute di troppi cittadini concedono una tristissima risposta. Già nel 2000 e ancor prima, i vertici dell’Asl di Taranto, con direttore generale, Conversano, e della Procura della Repubblica con Franco Sebastio e tutti i medici della provincia ionica lanciavano l’allarme sull’incremento di malattie cancerogene e mortali nella popolazione. Si ricercava ancora una soluzione giuridica più adeguata che tutelasse soprattutto la salute dei cittadini. Durante le elezioni anche i candidati politici urlavano e recriminavano quella dignità sociale, perduta da tanta gente, costretta al sofferto viatico, da un ospedale all’altro, talvolta di regione in regione, nella speranza di salvare la vita da malattie incurabili. Quanta ne è morta. Il Rione Tamburi di Taranto ne annovera decine e decine. E non solo Tamburi. Durante le campagne elettorali, i politici, a parer dei più, guadagnato l’ambito scanno, poco se non addirittura nulla hanno fatto a tutt’oggi per offrire un briciolo di riscatto per la propria gente. Molto e nei limiti delle peculiari facoltà, invece, ha fatto tanto la Magistratura, quanto l’Ordine dei Medici tarantini. Non a caso si è giunti a processo, Ambiente Svenduto, dove quasi tutti gli imputati sono politici, imprenditori e loro ‘faccendieri’. Sui sindacalisti occorrerebbe aprire un capitolo a parte. Opportuno anche dire che il massimo organo regionale, sotto il Governo Vendola, anch’egli imputato nel predetto‘maxiprocesso’, ha tentato una Legge regionale a tutela della salute dei cittadini pugliesi, ma il Governo nazionale, almeno per Taranto e provincia, non è stato certo benevolo con i suoi decreti che, di fatto, annullavano i rischi penali causati dalle emissioni cancerogene di fumi e furani e polveri sottili… diossina e quanto di affine e di peggio c’è. La prerogativa della Legge, in sintesi, altro non era che quella di evitare ulteriori innesti di impianti inquinanti su territori già compromessi dall’inquinamento. Intanto, il 16 agosto 2015, l’Ordine dei Medici di Taranto, con esplicito riferimento alla proposta di costruire un nuovo impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi (comunemente conosciuto come "inceneritore fanghi") su Massafra, invia una richiesta con documento redatto dalla Commissione Ambiente del nostro Ordine provinciale, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al presidente della Provincia di Taranto e Sindaco di Massafra Martino Tamburrano. Documento in cui si legge: "appare del tutto inaccettabile che, stante il descritto carico ambientale, il territorio di Massafra, come tutto il territorio della Provincia di Taranto, possa essere interessato da ulteriori carichi ambientali inquinanti, con inevitabili ricadute negative sulla salute individuale e collettiva, primario ed insopprimibile interesse e dovere delle nostre Istituzioni". E ancora “Massafra (ndr. a due passi da ILVA, ENI, Cementir, porto etc...) già dal 1990 è stata riconosciuta area ad elevato rischio ambientale; è vietato il pascolo, la raccolta delle lumache, l'allevamento di volatili ruspanti....; in un allevamento di Massafra è stata ritrovata una concentrazione di DIOSSINA superiore alla norma nel latte di massa dei 65 capi bovini (ndr. recentemente abbattuti!!!!). Massafra non è posto dove costruire ulteriori impianti inquinanti”. Non è finita, perché la Federazione Nazionale Ordini dei Medici (FNOMCEO), il 27 agosto 2015 appresa la notizia dell'avvio della procedura di realizzazione di un nuovo INCENERITORE nel territorio di Massafra, chiede formalmente “di attivare la VIS, valutazione di impatto sulla salute, quale strumento di elezione per la VALUTAZIONE PREVENTIVA DEGLI EFFETTI SULLA SALUTE dei progetti, piani, programmi, politiche”. Il documento è redatto dalla Commissione Ambiente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, il cui presidente è anche presidente dell'Ordine di Brindisi. Come Taranto, per i medici è un caso nazionale! A Massafra intanto dopo l’affollatissimo Consiglio Comunale del 2 settembre scorso un nutrito numero di medici del posto (oltre 30) decidono d’incontrarsi, discutere e spendersi per una soluzione degna del loro giuramento a Ippocrate. Costituiscono “Medici e Ambiente-Massafra” . Dal loro incontro scientifico, si attesta la necessità di una responsabilità collettiva. Una nuova sfida: divulgare le informazioni salienti sullo stato di salute del nostro territorio, tant’è che il 6 novembre p.v. presso il Teatro Comunale “N. Resta”, terranno un evento pubblico per incontrare e presentarsi alla città.
E,come gli stessi medici sottolineano “sarà solo l’inizio di un nostro nuovo compito condiviso: informare per prevenire e curare. E per muovere le coscienze”. Infine, il 13 ottobre, durante il Consiglio Regionale di Puglia, l’assise approva a maggioranza l’ordine del giorno a firma dei consiglieri del gruppo Movimento 5 Stelle, con cui il governo regionale è stato invitato ad esprimere parere contrario allo schema di decreto predisposto dal Governo nazionale sul “raddoppio” dell’inceneritore Appia Energy di Massafra. Schema del decreto che definisce l’impianto come infrastrutture ed insediamento strategico di preminente interesse nazionale.
“Se l’ordine del giorno ha l’obiettivo di porre la prima pietra per l’avvio del piano “Rifiuti 0” a cui puntiamo, si tratta di un contributo graditissimo” – ha sostenuto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano concludendo il dibattito sull’argomento: “Non serve un altro termovalorizzatore in più dal momento che tra poco ne entra in funzione uno” ha aggiunto Emiliano che ha ammesso l’incompletezza del ciclo dei rifiuti, sostenendo tuttavia che l’obiettivo della Giunta è ora rivolto a realizzare il piano “Rifiuti 0”. Adesso giunge notizia che i rifiuti della provincia di Brindisi potrebbero essere sversati nella discarica massafrese: Cosa deciderà Tamburrano? Non firmerà come ha fatto il sindaco di Grottaglie evitando pericoli per la sua cittadinanza, o firmerà l’OK?!