L’Ilva alla ribalta mondiale, nazionale e televisiva. Non piace a nessuno andare a votare il 17 aprile per il referendum sulle trivellazioni. La forchetta dal piatto al Bancomat. La Peroni cambia padrone, parlerà giapponese, ma potrebbe seguirla anche la già tarantina Birra Raffo. Bloccato e sequestrato un tratto di strada tra Martina Franca e Locorotondo. Si vive di più, ma la salute peggiora. Taranto avrà il suo Parco degli Ulivi. Avviso ai ladri intenzionati a entrare nelle Chiese.
“Chi disprezza compra”. E proprio vero questo proverbio.
E’ il caso dell’Ilva di Taranto e della sua messa in vendita. Fino a ieri era definito uno stabilimento obsoleto, inquinante e con una produzione, quella dell’acciaio, che ha fatto il suo tempo. Oggi, invece, quasi a sorpresa, si apprende che per la sua messa in vendita sono pervenute ben 29 domande di acquisto. Insomma, nell’attesa del prossimo 30 giugno, data stabilita per la vendita, intorno alla tanto chiacchierata Ilva di Taranto si è scatenato un interesse mondiale che va dal Brasile alla Cina, dagli Stati Uniti all’India e che abbraccia tutti i continenti della Terra.
Di fronte a tanto interesse, qualcuno sostiene che nei giorni scorsi, dai fumi sbuffanti dalle ciminiere dell’Ilva, abbia sentito queste parole: “Tutti mi vogliono, tutti mi cercano. Ilva di qua, Ilva di là. Sono la nuova bene amata, tranne che dalla Città” con chiaro riferimento al più noto “Barbiere di Siviglia”.
Quando nella seconda fase si passerà alle offerte vincolanti, cioè al denaro da mettere in campo, questa “passione” resterà tale o farà registrare un calo?
Intanto, con grande amarezza, dobbiamo registrare che i manifesti sponsorizzati e pagati da alcuni genitori di bambini tarantini contro l’inquinamento, che è l’equivalente della vivibilità, e di cui ci siamo già occupati, dopo essere stati sottoposti all’attenzione dei tarantini e dei baresi, hanno fatto la loro apparizione a Genova. Sembra che ai genovesi non sia dispiaciuto affatto il messaggio contenuto nel manifesto formato “elefante”, ma sta di fatto che l’indomani gli stessi sono stati strappati dalla solita mano ignota che certamente non ha reso un buon servizio né ai tarantini e nemmeno ai genovesi. Il fatto è stato mal digerito dal Comitato dei genitori tarantini tanto che si sono rivolti al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ricordandogli che la salute vale quanto il lavoro.
Intanto sabato sera, serata finale del Festival di Sanremo, Beppe Fiorello ha portato alla ribalta e all’attenzione dell’immensa platea televisiva la problematica dell’inquinamento dell’Ilva a Taranto con le relative e devastanti ricadute sulla salute pubblica. Fiorello è partito dalla fiction andata in onda lunedì e martedì scorsi intorno all’altrettanta e drammatica realtà campana della “Terra dei fuochi”; ha rispolverato il bellissimo e indimenticabile motivo musicale di Domenico Modugno “Amara terra mia” per ricordare che a Taranto si muore di cancro anche per l’inquinamento dell’Ilva. Il messaggio è piaciuto agli ecologisti e l’hanno ampliato attraverso i diversi social network, ma ad altri tarantini non è andato giù il fatto di aver portato alla ribalta il volto brutto della città bimare senza alcun cenno alle bellezze storiche, archeologiche e paesaggistiche.
Nei giorni scorsi gli operai dell’Ilva di Taranto sono scesi in piazza per protestare contro i mille problemi che attanagliano il più grande Centro Siderurgico d’Europa. Non hanno usato slogan in lingua latina, come i loro colleghi genovesi, ma con altrettanta efficacia si sono espressi nella locale lingua tarantina.
Non va bene a parlamentari, sindaci e consiglieri la data del 17 aprile, stabilita dal Governo per il referendum sulle trivellazioni dei nostri mari; ritengono sia una scelta che viaggia contro il quorum da raggiungere che è fissato alla metà più uno dei votanti. Per molti sarebbe stato opportuno abbinare i referendum alle amministrative di primavera. Intanto il sindaco Stefàno fa sapere che il Comune sarà in prima linea e che darà battaglia per difendere le coste tarantine.
Sempre il sindaco, intanto, come un severo dirigente scolastico, ha “sospeso” l’assessore al Patrimonio al Comune, Simona Semeraro. Insomma sembra proprio che Stefàno voglia divertirsi ad assumere, sospendere e licenziare gli assessori che lui stesso ha scelto. E’ un vero valzer quello messo in atto a Palazzo di Città ma che nulla ha a che vedere con il valzer di Strauss o con quello delle candele.
A Taranto il nuovo Centro per la Prevenzione e per le Malattie nascerà nell’area dei Baraccamenti Cattolica, vicino all’Arsenale. L’intesa è stata raggiunta tra il Comune di Taranto e l’Asl.
Un tempo la forchetta serviva per prendere i cibi, poi arrivarono in città i cinesi e ci proposero nei loro ristoranti le famose “bacchette” al posto della forchetta. Ora i ladri hanno trovato uno stratagemma per bloccare con un arnese chiamato “forchetta” la bocchetta erogatrice del Bancomat impedendo così che le banconote vengano ritirate da chi esegue le operazioni. Il misfatto è accaduto in Toscana, la malvivente che l’ha messo in atto è una tarantina.
Sempre restando nel campo della culinaria dobbiamo registrare che la Birra Peroni è passata ad una ditta giapponese che ha offerto 2,55 miliardi di euro. La notizia ha lasciato un po’ di amaro in gola, ma non meravigliatevi o non vi scandalizzate se prossimamente potreste apprendere che la già tarantina Birra Raffo, ceduta ai cugini baresi, possa fare la stessa fine della Peroni.
Finalmente “Mycero” funziona, l’Amat fa sapere che da gennaio di quest’anno gli utenti sono stati 1.184, l’1% in riferimento alla media nazionale che è del 10%.
Taranto, come si sa, ha perso ancora una volta il treno per diventare Capitale della Cultura 2019. In riferimento a ciò il dott. Nicola Baldi, presidente del Comitato Taranto Capitale della Cultura 2019, ha fatto sapere che il Comune di Taranto ha bocciato la richiesta di rimborso di 7.759,66 euro spesi realmente dal Comitato. Baldi fa osservare che quando era il Comune il diretto interlocutore sono state onorate tutte le spese, che oggi invece oggi vengono negate al Comitato da lui presieduto. Insomma, due pesi, due misure. Ci si chiederà: e adesso chi dovrà sborsare questo denaro? Ma chi volete che sia, noi cittadini contribuenti.
Attenti all’influenza, sono già due milioni le persone colpite in Italia e in Puglia si registrano già due decessi causati dal virus influenzale.
Bloccata e sequestrata una parte della strada che porta da Martina Franca a Locorotondo a causa di sversamenti di liquami pericolosi sull’asfalto e di cedimenti di alcune parti della strada interessata. Speriamo che il tutto si possa risolvere in breve tempo e che i 300 metri interessati possano essere riconsegnati alla fruibilità dei cittadini.
Secondo la ricerca IPRES la vita si allunga, così chi è nato nel 1980 ha una aspettativa di vita di poco superiore agli 80 anni, ma per altro verso la ricerca ci informa che la salute è peggiorata con forte aumento di infarti, mentre i tumori si sono quadruplicati.
Nasce a Taranto il Parco degli Ulivi nella zona del raccordo di Punta Penna dove, per iniziativa di “Made in Taranto”, sono stati piantumati i primi 50 alberelli. Lodevole iniziativa che speriamo abbia un seguito.
Sembra che nessuno voglia fare il presidente dell’Amiu. Dopo la rinuncia di Guaricci è giunta quella di Colapinto che ha fatto sapere che lui a Taranto non è disposto a venire a lavorare gratis.
Ladri, attenti, soprattutto se volete prendere di mira le Chiese. L’antica chiesa di San Giuseppe, in via Garibaldi, ha avvisato i ladri con queste parole: “Chiesa chiusa, attenzione. Allarme attivato!”. Come dire, uomo avvisato, mezzo salvato.