“Ieri oggi e domani” è il titolo del Convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti di Taranto; il primo di una serie di attività di scambio culturale, professionale ed economico, in un’interazione di opinioni e tradizioni
Aria di fusione e condivisione si respirava nella Sala degli Specchi a Palazzo di Città, ma anche scambio di studi, opinioni e professionalità, durante il convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC ( Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) della Provincia di Taranto e l’Ordine degli Architetti di Romania, filiale di Bucarest. Dopo l’architetto Antonella Carella, assessore al Centro Storico di Taranto, che ha portato i saluti del Sindaco, vi è stato un alternarsi di interventi appartenenti a professionalità tarantine e rumene. Italia e Romania, due culture lontane eppure simili nello spazio medio e nel clima, oltre che in alcune tradizioni. Un ponte che si istaurò già nell’800, quando l’architetto Giulio Magni sviluppò una tesi sull’architettura rumena.
In un avvicendarsi di lingue diverse, abbiamo intervistato gli organizzatori del convegno, cominciando dal Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Taranto.
Presidente Dione, da quale iniziativa nasce questo accordo con Bucarest?
«L’idea nasce due anni fa, quando con la Fondazione Architetti Taranto allora costituita, nacque l’intenzione di sviluppare, oltre alle attività culturali in ambito nazionale, un progetto di scambi culturali a livello internazionale con altri ordini professionali. Sapevamo che l’Ordine degli architetti nazionale aveva uno sportello per l’internazionalizzazione, ma inizialmente non lo abbiamo utilizzato. Sono state le esperienze personali di alcuni nostri colleghi, vissute in Romania, a far nascere le basi per l’accordo di programma tra i due Stati. Da lì a poco abbiamo interloquito con molti colleghi di Bucarest; a giugno scorso abbiamo sottoscritto e firmato un protocollo d’intesa, con il quale ci avvieremo a una collaborazione nel campo professionale e culturale, con una serie di attività formative».
Ha un termine questa collaborazione?
«No, non è previsto: questo protocollo si applicherà illimitatamente, strutturando continuamente attività sempre nuove; il primo esempio è questo convegno, mentre a giugno a Bucarest organizzeranno un’annuaria all’interno dell’Università. Si tratta di una mostra con premiazione finale, in cui saranno esposte tutte le opere più significative degli architetti rumeni; noi potremo inserire le opere di architettura di arte sacra in Puglia. Attraverso un convegno, porteremo a Bucarest l’idea che hanno i bambini italiani di città sostenibile. Il prossimo obiettivo è quello di approcciarci con una vastità di attività anche all’Albania, alla Croazia e al Nord Africa».
Massimo Prontera, Segretario dell’Ordine degli Architetti di Taranto, quale è stato il Suo ruolo nell’organizzazione del Convegno? Sappiamo che nel weekend avete accompagnato i rappresentanti di Bucarest in giro per la città di Taranto e a Martina Franca.
«Dal punto di vista organizzativo, sono stato pienamente coinvolto; abbiamo curato tutto l’evento dalla fase concreta in sé all’ospitalità dei nostri colleghi rumeni. Li abbiamo accompagnati tra le bellezze del nostro territorio».
Sono stati piacevolmente colpiti?
«Molto, soprattutto per la conformazione della città che trovano assolutamente originale; avere il centro storico su un’isola, essere bagnati da due mari, avere tre ponti di cui uno girevole, tutto questo rende la nostra città veramente unica e il visitatore che ci viene a trovare coglie appieno queste particolarità».
Come si è articolato il convegno?
«Si è svolto in tre momenti: il primo ha riguardato la parte strettamente storica dell’architettura rumena e dell’attività di alcuni architetti italiani che hanno operato in Romania tra la fine dell’800 e gli inizi del 900; la seconda parte ha trattato l’architettura rumena contemporanea; l’ultima fase ha previsto sia delle prospettive di sviluppo inerenti alla Romania (che è entrata da poco a far parte dell’Unione Europea), che l’istaurarsi dei prossimi rapporti tra i due Paesi».