In tutta onestà non ho mai capito la reticenza di noi italiani a esplicitare le intenzioni di voto, quasi che l’appartenenza ideale a un gruppo di persone che si riconoscono in un idea di stato e di convivenza civile fosse cosa di cui vergognarsi. Non ho di queste pruderie!
La mia storia elettorale è piuttosto noiosa, e forse anche banale, ma da quando ho avuto la possibilità di esprimere le mie preferenze politiche ho sempre votato per il Movimento Sociale Italiano. Fino a quando il compianto Pinuccio Tatarella non riuscì a realizzare il progetto di Alleanza Nazionale con il quale permise alla destra politica nazionale di scrollarsi di dosso il peccato originale, alla cui bufala non ho mai creduto, di essere la continuazione del Partito Fascista. Questa bufala che ha impedito alla destra italiana di contribuire fattivamente alla crescita del Paese evitandole di diventare di fatto il Paese del socialismo reale che è stato, ed ancora è per certi versi, voluto dal regime catto-comunista che ci ha governato per 47 anni. Così mi sono rivolto ad AN.
Ma, purtroppo, Pinuccio è venuto a mancare troppo presto e il timone è rimasto nelle mani di un piccolo uomo che per privilegiare i suoi interessi personali, tradendo milioni di connazionali e io tra questi, ha dato la dolce morte ad AN.
Fino all’ultima elezione ho seguito il cuore, ma oggi ho deciso di seguire la ragione, senza per questo voler dire che la scelta che ho deciso di fare sia la più giusta, solo per intendere che è morto definitivamente l’ancoraggio ideale ad un simbolo, o a una sigla, o ad un uomo, ed è giunto il tempo di puntare decisamente la rotta sui contenuti.
Così, con tanta pazienza e con non pochi mal di pancia, mi sono letto i programmi elettorali di alcuni partiti, programmi che giacciono non letti e non spiegati perché nei dibattiti, pubblici o televisivi è indifferente, i politici preferiscono vomitarsi addosso fango piuttosto che conquistarsi il consenso con le proposte concrete ai mille problemi che ci affliggono. Leggendo ho trovato, anche solo in modo parziale, quel che vorrei sentirmi dire da chi si propone di gestire la mia vita civile e quella della mia famiglia. E, per titoli (per evidenti ragioni di spazio, altrimenti il mio Direttore mi lincia!), ve ne riporto un breve saggio.
1) Eliminare i sussidi alle imprese senza futuro per incentivare le aziende che puntano sull’innovazione, le esportazioni e la ricerca. 2) Introdurre subito una fiscalità di vantaggio per contrastare la delocalizzazione delle imprese. 3) Commissariare le banche che non sostengono le imprese produttive nell’accesso al credito. 4) Ridimensionare il comparto dei dipendenti pubblici in base al rapporto con il PIL regionale e con il numero di abitanti (come accade in ogni paese civile! ndr). 5) Azzerare la burocrazia per attuare il rispetto rigoroso dei termini di pagamento da parte del Pubblico. 6) Realizzare infrastrutture integrate attraverso regole semplici, tempi certi ed appalti a KM Zero, assicurando il libero accesso alle reti infrastrutturali a tutti gli operatori: dai treni alla banda larga. 7) Dare futuro ai giovani: zero IRPEF per l’assunzione di giovani sotto i 35 anni per i primi tre anni di lavoro. 8) Passare da contratti collettivi nazionali a contratti territoriali. 9) Introdurre un nuovo sistema scolastico, collegato al mondo delle imprese, che premi economicamente il merito e si basi sulla valutazione degli insegnanti anche da parte dei cittadini. 10) Trattenere a livello regionale il 75% delle tasse pagate dai cittadini e dalle imprese per investire nello sviluppo. 11) Drastico taglio ai costi della politica: dimezzare i parlamentari, ridurre i consiglieri regionali, creare il senato delle regioni a costo zero.
Forse non ci crederete, ma questo è il programma elettorale della Lega Nord! Probabilmente enunciato con i toni gutturali delle valli bergamasche e bresciane risulterà acusticamente sgradevole a molti, ma c’è molta sostanza da poter toccare.