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Ciao, amore ciao

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

5
GEN
2017
Se un coniuge si nega, può scattare l'addebito della separazione per mancanza di rapporti sessuali
 
 
 
Far funzionare un matrimonio non è semplice non solo perché bisogna fare i conti con le diversità caratteriali dell'altro ma anche perché con il tempo la passione, che ha infuocato i primi momenti, lascia spazio all'abitudine e alla noia.
L'affettività e la sessualità sono fondamentali per il buon funzionamento della coppia e quando questi aspetti vengono trascurati logica conseguenza è la crisi della coppia; in alcuni casi la crisi è così irreversibile da determinare la rottura del legame matrimoniale. 
In merito a ciò, davvero interessante è una "sentenza vintage" cioè una sentenza di qualche anno fa che resta comunque sempre attuale e che ricorda come il rifiuto da parte del coniuge di avere rapporti sessuali con l'altro può determinare l'addebito della separazione. 
 
Il caso 
 
Nella vicenda in questione la separazione è stata addebitata al marito che in seguito a una lite con la moglie si era rifiutato di avere per molto tempo  rapporti sessuali con la stessa al punto da rendere insostenibile il rapporto matrimoniale, svilito sia dal punto affettivo che sessuale.
Dunque, porre in essere un atteggiamento similie genera nell'altro coniuge uno stato di grande frustrazione e anche danni irreversibili sull'equilibrio psicofisico.
Il coniuge che rifiuta l'altro viola il dovere di assistenza morale previsto dall'art. 143 c.c., quindi, il suo atteggiamento non può essere giustificato perché in questo modo non si esplica la comunione di vita della coppia e, inoltre, mortifica le esigenze affettive e sessuali dell'altro coniuge.
[Corte di Cassazione sentenza n. 6276 del 23 marzo 2005]
 


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