Se le previsioni meteorologiche si dimostreranno veritiere, anche a febbraio, come già a gennaio, continueremo a battere i denti per il freddo siberiano. Allora, se così dovesse essere, cominciamo con questo primo “miracolo di Natale sotto la neve” targato gennaio 2017
Prima di parlarne, ci sia consentito fare alcune considerazioni che dovrebbero trasportarci in una atmosfera vissuta fino a qualche giorno fa.
Non c’è che dire, il Natale sotto la neve suscita da sempre un fascino incantevole che ci fa tornare tutti bambini quando la neve, da sempre avara dalle nostre parti, ce la facevano vedere soltanto sui testi scolastici e sulle cartoline augurali di Natale. La neve è arrivata abbondante fin troppo in tutta la Puglia dalla vigilia dell’Epifania ma è stata accolta, come è giusto che sia, con un duplice sentimento l’uno opposto all’altro. E’ stata graditissima per chi si limita a vedere la nevicata come un fenomeno che, almeno in riva allo Jonio, non è affatto di casa come, al contrario, ogni inverno lo è per i collinari paesi di Mottola, Martina Franca, Massafra, Laterza e Ginosa.
Il fenomeno nevoso non è affatto gradito, anzi odiato, dagli agricoltori che temono di vedere bruciato il frutto del loro lavoro e per gli allevatori che temono il pericolo di morte per quei capi di bestiame che rappresentano la linfa vitale per il loro sostentamento. E’ odiata da chi non ha un tetto o un materasso su cui adagiare le intirizzite membra e che teme seriamente per la propria vita.
E’ attesa con gioia dai bimbi che, fortunati loro, credono sempre nella fantastica visione dell’abbinata “neve-vecchia Befana”.
Quest’anno si sono preoccupati per la salute della Befana e le hanno scritto lettere di questo tono: “Cara Befana, hai visto quanta neve sta cadendo sulla nostra Puglia? Ebbene, lo sappiamo che tu hai preparato per noi calze colme di dolci e di caramelle, ma tu non puoi girare tra tanto ghiaccio, altrimenti ti metteranno le stampelle al posto della tua inseparabile e storica scopa. Sai anche che molta gente è a letto con l’annuale epidemia influenzale e che si vive con l’incubo del ritorno di una epidemia di meningite. Quest’anno stattene ferma se puoi, ma che se poi vorrai proprio muoverti porta tanti sacchi di carbone ai numerosi barboni che dormono per strada e nelle stazioni coperti soltanto di cartoni e di logori stracci.
Le caramelle ce le porterai con calma, anche a fine settimana se vuoi. Se poi hai ancora voglia di muoverti vedi di portare un po’ di felicità ai bimbi che soffrono nei letti degli ospedali e agli anziani che vivono soli e dimenticati dai figli e dai parenti”.
Quest’anno la Befana ha molto apprezzato gesti di nuova solidarietà che hanno reso felici tanti bimbi poveri della Città Antica di Taranto. Gli anziani si sono ricordati della tradizionale e ormai cancellata “Befana del Vigile” e della Befana che teneva i bimbi con il naso incollato alle vetrine dello storico bar cittadino “La Sem” nel vetrinone di via Giovinazzi.
La Befana è arrivata quest’anno a Taranto dal mare nonostante il freddo polare, così come è accaduto la sera del 24 dicembre con Gesù Bambino, anche lui venuto dal mare, e portato processionalmente in Cattedrale.
Insomma è stato un Natale senza luminarie cittadine, ma con ben 10 processioni dal 22 novembre all’8 gennaio.
Nell’Isola Madre dei tarantini c’è stato il trionfo dei presepi nelle Chiese, nel Museo Diocesano, nella sede della Madonna della Scala e nel laboratorio del pittore Nicola Giudetti.
C’è stato un forte e sentito ritorno alla tradizione culinaria tarantina con il trionfo di pettole, sannachiudere, piatti di mare con sua maestà il “re capitone” al centro delle mense.
La neve ha fatto tutto questo e altro, infatti ha sciolto il ghiaccio del cuore umano che si è riversato come lavacro di benessere in quello di chi, diversamente, avrebbe trascorso un Natale da dimenticare.
Così la solidarietà si è conquistata il posto che le compete e tra associazioni di volontariato, istituzioni e anonimi cittadini, si è piazzata, in cima all’unico segno pubblico del Natale tarantino, l’albero con mille luci di Piazza Maria Immacolata. La sua luce e il suo calore hanno raggiunto il cuore di tantissimi cittadini poveri ma anche dei tanti immigrati presenti da un anno nel capoluogo ionico.
Almeno a Natale siamo stati capaci di fare anche noi qualche miracolo mescolando le nostre voci, un po’ gracchianti, di uomini a quelle melodiose degli angeli di Betlemme. Così le parrocchie hanno organizzato pranzi natalizi per i poveri, come anche le due mense cittadine delle chiese del Carmine e di San Pio X che lo fanno per tutto l’anno.
Si è aggiunto il pranzo dell’Epifania ai Tamburi a cura della Caritas diocesana. E ancora la Croce Rossa Italiana ha trasferito il suo esercito di volontari alla Stazione Ferroviaria di Taranto per portare conforto, un pasto caldo e un sorriso a chi aveva dimenticato tutto ciò.
L’Associazione Benefica “Fulvio Occhinegro” ha portato anche quest’anno la Befana ai bimbi poveri della città, ma soprattutto ha condotto a tappeto una campagna per strappare dal freddo della notte, nelle strade i tanti senzatetto offrendo loro un riparo e un giaciglio.
L’elenco potrebbe continuare all’infinito con altre associazioni tutte benemerite ma ci piace chiudere questo “miracolo di Natale sotto la neve” con una esperienza carica di tanta umanità ed innocenza da noi vissuta personalmente all’interno della Cappella dell’Istituto Maria Immacolata a conclusione della XXIX edizione della Mostra del Presepe a cura dell’ “Associazione Amici del Presepio” di Taranto.
Il riconoscimento come “miglior presepista 2016” è andato al piccolo Saverio Angiulli che, dopo aver sofferto nel totale silenzio il dolore per la morte improvvisa del suo coetaneo cugino Matteo, ha proposto alla sua scuola massafrese un progetto che è tanto luminoso come la stella cometa che annunciò ai popoli la nascita di Cristo oltre duemila anni fa: organizzare un mercatino a Natale nel ricordo del piccolo Matteo e devolvere il ricavato in favore della ricerca oncologica. Il suo è stato un presepe vero che ha avuto il potere di penetrare e lasciare l’impronta nel cuore di chi tale nobile iniziativa ha conosciuto e vissuto intensamente.
Bravo, Saverio!
Allora, esistono veramente i miracoli e non li sollecitano soltanto i Santi! Certamente, almeno alla luce del progetto carico di umanità sopra riportato. I miracoli esistono però non soltanto a Natale, dipende da noi che ne possiamo diventare i protagonisti in tutti i 365 giorni dell’anno appena iniziato.
Basta volerlo!