L'Italia piange il dramma delle regioni centrali, mentre la campagna elettorale per il nuovo sindaco a Taranto annovera già qualche nome. Il Sindaco intanto pensa bene, a quattro mesi dalla fine del mandato, di nominare un chiacchierato Assessore alle Finanze. I cittadini intanto stanno a guardare
Nella vita, molto spesso, capita di doversi ricredere su talune convinzioni o credenze basate su quella che è la lezione che ci viene da lontano, più specificatamente dal popolo.
Qualche settimana fa, introducendo nella nostra rubrica il nuovo anno, pur non chiudendo gli occhi su quel 17 finale dell’anno in corso, ipotizzammo che, contro tutte le credenze popolari, dovesse essere l’anno della riscossa in tutti i sensi. Qualche giorno dopo, ecco, fuori da ogni prevedibile ipotesi di un mese prima, piomba sulla nostra regione il gelo siberiano e la Puglia diventa un lembo di terra dalla spiaggia alle colline fino ai monti della Daunia ammantata di neve. Ma non si tratta della solita spolverata, di neve ne cade tanta, i paesi più colpiti sono isolati e il termometro, in alcune zone, scende al di sotto dei 10 gradi.
Una autentica tragedia, visto che l’ondata di gelo provoca vittime umane, vittime tra il bestiame e distrugge gran parte dell’ortofrutta coperta dal ghiaccio che non protegge, ma brucia il frutto del duro lavoro degli agricoltori.
Le strade si bloccano, si chiudono le scuole, sembra di vivere in epoche remotissime quando le comunicazioni erano semplicemente un sogno di pochi.
Il tutto dura una settimana ma in alcuni casi si protrae anche per quella successiva. Dalle nostre parti non riappare la neve e l’ondata glaciale sommerge gran parte dell’Italia centro-meridionale lasciando a noi, ancora oggi, temperature che oscillano tra gli 8 e i 10 gradi e alle povere popolazioni colpite il dramma di non poter uscire dalle case e di non poter nemmeno essere raggiunte dai mezzi di soccorso.
Si spera che arrivi la pioggia per sciogliere neve e ghiaccio, ma scatta il preventivo allarme per l’inevitabile innalzamento dei livelli dei fiumi e delle inevitabili inondazioni causate dallo scioglimento delle nevi. Tutto questo si pensava che accadesse ma dietro l’angolo c’era ben altro, tragedia su tragedia da nessuno mai pensata o ipotizzata e così nei paesi dell’Italia Centrale quasi completamente distrutti dal terremoto dell’agosto dello scorso anno ritorna in maniera devastante il terremoto che toglie il sonno alla fiumana di gente che dorme nelle tende e fa piombare questa povera gente nella disperazione più totale.
Ma non finisce qui, si mettono anche le slavine, viene spaccato in due il famoso resort del Gran Sasso d’Italia che diventa la tomba per altre vittime umane. Le emozioni, le imprecazioni (“perchè Dio tutto questo?”) hanno lo spazio di poche ore perché quasi come un miracolo battezzato con il nome di “miracolo di Rigopiano”, vengono estratti sani e salvi bambini e qualche adulto. E la mente corre indietro all’aprile di 35 anni fa quando nessun italiano andò a letto quella notte per seguire in diretta la tragedia del povero Alfredino Rampi che perdeva la vita in fondo ad un pozzo dopo che ieri come oggi Vigili del Fuoco e volontari esperti si erano calati per tentare di riportarlo in superficie.
In questo quadro le polemiche sorte sui mancati o ritardati soccorsi non servono a nulla, i fatti ci dicono che l’uomo anche da solo talvolta è capace di scrivere pagine eroiche, pagine di storia da tramandare ai nostri figli, da raccontare ai nostri nipoti perché, sapendo, anche loro un domani possano comportarsi alla stessa maniera.
In tanto lutto e dolore ancora una volta il giornale satirico francese “Charlie Hebdo” non trova di meglio che dedicare la sua satira alla tragedia italiana.
Meno male che i francesi non sono tutti come i responsabili di un giornale che ha evidentemente scambiato la satira per offesa gratuita ai danni di un intero popolo, quello italiano.
In questo quadro generale un posticino ce lo riserviamo noi tarantini per ricordare a noi stessi che a un mese dal nuovo anno restiamo ancora sonnacchiosi e preoccupati nel senso che stentiamo a prendere consapevolezza dei grandi problemi che ci aspettano ma al tempo stesso preoccupati perché Madre Natura non ci possa riservare altri scherzi.
E adesso andiamo a sfogliare il nostro almanacco.
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Dopo sei anni di mancata nomina di un assessore alle Finanze al Comune di Taranto il sindaco Ezio Stefano ha nominato assessore al Ramo Francesca Uccelli che nel suo curriculum vanta esperienze come perita del Tribunale nei fallimenti e come docente in alcuni Pon nelle scuole di Taranto.
Chi conosce bene le vicende private ha fatto sapere che il neo assessore è moglie di un dipendente dell’Amiu. Ma a parte quest’aspetto, cosa potrà mai realizzare in quattro mesi?
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Si fanno chiamare “nastrini rossi” e sono i 2.200 docenti pugliesi, precari, che dal corrente anno scolastico si sono dovuti trasferire al Nord per cancellare la loro precarietà e vedere riconosciuto il tanto atteso ruolo. Nella calda estate che precedette il loro trasferimento al Nord si disse che le uniche cattedre disponibili erano soltanto nelle regioni dell’Italia settentrionale. Oggi, a metà anno scolastico, si apprende che in Puglia non risultano ancora coperte centinaia di cattedre. E allora, dove sta la verità. Ma non finisce qui perché da Termoli si apprende che una docente che espletava tale funzione fino allo scorso anno quest’anno, nello stesso istituto, è stata declassata al ruolo di bidella perché la sua classe concorsuale l’ha fatto trovare in graduatoria fuori dal ruolo di docente e così, mentre ieri si aggirava tra i banchi per istruire gli studenti, oggi si aggira tra i banchi ma soltanto per pulirli.
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Dal 2018 per essere ammessi all’esame di maturità sarà sufficiente la media finale del 6 e della stessa farà parte anche il voto di condotta e quello di discipline non impegnative come altre. Pertanto se un alunno sarà classificato con 3 in italiano e 9 in condotta sarà ammesso agli esami.
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Gli alunni dell’Archita continuano a subire le conseguenze dovute al mancato funzionamento dei riscaldamenti nella sede della ex Mazzini per cui tutti gli studenti dell’Archita fanno lezione ogni giorno a turni alterni e con l’ora di lezione ridotta a 45 minuti.
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Il consigliere regionale Gianni Liviano continua la sua battaglia perché Taranto possa assurgere a Polo per la Nautica. A tale proposito è stata individuata come probabile e futura sede la Torre D’Ayala in viale Virgilio ma prima di tutto ci dovrebbe essere il passaggio da Demanio ad altro Ente; inoltre necessita di lavori per almeno 2 anni. Nelle more sarebbe stata individuata come sede transitoria l’ex caserma dei Vigili del Fuoco in piazza Medaglie d’Oro.
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Si torna a parlare della Vittorio Veneto come possibile museo che potrebbe essere istallato a Taranto vincendo la concorrenza di Trieste.
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Adesso che l’assegnazione della gestione degli ipogei è stata assegnata dal Comune al vincitore, cosa dovranno fare i cittadini per poter visitare gli stessi e quanto dovrà costare a loro?
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Gli organi della povera diciottenne grottagliese Federica, deceduta per incidente stradale, salveranno la vita di ben 8 persone. Da vita spezzata a vite che possono continuare a vivere grazie alla donazione degli organi e ai loro espianti.
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E’ in arrivo anche a Taranto la Carta di identità elettronica, costerà 22 euro e 21 centesimi e sarà rilasciata dopo 6 giorni dalla richiesta.
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Coloro che si ostinano a sostenere che quella di via Pasiello sia la casa dove nacque il grande musicista tarantino, sono preoccupati perché la struttura sta cedendo per cui il Comune ha deciso di recintare la zona e di accettare, dopo aver rifiutato nel passato, le proposte di privati che ne vorrebbero fare una Casa-Museo.
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Nel giorno della festa di San Sebastiano, patrono del Corpo dei Vigili Urbani, il comandante Matichecchia ha reso noto che nel passato anno 2016 sono state elevate a Taranto 85 mila multe con un aumento del 30%. Vorremmo sapere, e non solo per curiosità, quante di queste multe siano state elevate ai numerosi ciclisti che continuano a fare i loro comodi indisturbati non facendo alcun uso della pista ciclabile realizzata in viale Magna Grecia e che invece è diventata regno dei cani portati dai loro padroni per disseminare le siepi di escrementi. Ma non solo i ciclisti, anche i pedoni devono abituarsi ad attraversare le strisce pedonali e a non ritenersi i padroni della strada inveendo contro qualche automobilista che se li vede spuntare da ogni parte. Intanto il Sindaco che sotto Natale aveva promesso che ci sarebbe stata una tregua per quanto riguarda la messa in opera dei tanto contestati cordoli, ha provveduto nei giorni scorsi a completare l’opera in via Liguria.