MENU

Marcello Schiavone/Saremo all´altezza

Pubblicato da: Categoria: COVER

1
AGO
2014
Da ragazzo giocava con gli occhiali e sognava di fare il playmaker. Ora, dopo quattro di vicepresidenza accanto al numero uno Pinuccio Micoli, l’imprenditore martinese prende le redini della Due Esse Basket 
 
“Chi dice di potermi battere non sempre si sbaglia, chi dice che non ci metto l'anima si sbaglia di grosso”. 
- Kareem Abdul-Jabbar
 
Le parole di Abdul-Jabbar (stella del basket d’oltreoceano e migliore realizzatore di sempre della storia della NBA) sono quelle giuste per introdurre il protagonista della settimana: Marcello Schiavone, presidente del nuovo corso cestistico martinese e già vicepresidente con Pinuccio Micoli alla guida della Due Esse Basket. L’attuale numero uno ha raccolto una sfida non facile: ridare vivacità e dinamismo a una realtà che nel corso delle ultime stagioni ha sofferto il particolare momento economico. Il suo amore per questa disciplina è molto forte, sin da quando all’età di 13 anni per il dottor Eligio Pizzigallo (allora medico di famiglia Schiavone) era troppo magro e quest’ultimo gli consigliò di irrobustirsi praticando nuoto o pallacanestro. Un periodo in cui quelli giocavano a basket erano quasi “derisi” perché non praticavano il calcio, sport che andava per la maggiore in città. Nella loro “diversità”, i cestisti si sentivano “speciali”. Da allora ne è passato di tempo ma ancora adesso si ricordano di Marcello Schiavone perché giocava con gli occhiali ma non per proteggere gli occhi, ma proprio perché non ci vedeva senza. Cresciuto seguendo gli esempi del già citato Kareem Abdul-Jabbar (anche lui giocava con gli occhiali), ma anche dell’italianissimo Dino Meneghin anche se –da giocatore- ha indossato sempre il numero 14 di Pierluigi Marzorati. Da ragazzo sognava di fare il playmaker, ma era troppo alto; ora siamo convinti che sia all’altezza del ruolo di presidente, un compito difficile ma puntando sui giovani del vivaio di casa Martina e qualche piccolo accorgimento tutto potrà andare per il verso giusto. Proprio ai giovani il presidente Schiavone vuole lanciare un messaggio: «Pensate a divertirvi, perché un giorno potreste fare il presidente e la pacchia potrebbe finire». Un piccolo monito anche per i genitori: «Non andate nemmeno a vederli giocare o se ci andate non fatevi vedere. Lasciateli liberi di essere unici, di non essere osservati. Non fate gli allenatori!».
E dopo questa breve presentazione, ecco a voi quanto è emerso dalla chiacchierata con il nuovo presidente della Due Esse Basket Martina Marcello Schiavone. Buona lettura.
Guidare una società non è mai semplice, specie se nell’ambito sportivo; ancor più arduo con i tempi (economici) che corrono. Ma con le basi giuste e una ritrovata determinazione tutto è possibile. Presidente Marcello Schiavone, qual è il suo stato d’animo attuale?
«È inutile negarlo: mi sento pervaso da una nuova e stimolante responsabilità, ma il motto è “ce la faremo”».
Da dove riparte il progetto Due Esse Basket Martina?
«Indubbiamente riparte dal riconfermare da tutto il buono che c’è stato negli ultimi anni, dalla consapevolezza delle nostre forze, con la speranza che si avvii un percorso di crescita comune. Faremo di tutto per lasciare un buon segno».
Sempre stato nel mondo della palla a spicchi martinese, prima da atleta e poi da dirigente fino all’incarico di numero due accanto a Pinuccio Micoli. Quale messaggio le piacerebbe far ricevere all’ex presidente –oltre che grande amico- bluarancio?
«Con Pinuccio c’è un rapporto particolare: da ragazzi giocavamo –o tentavamo di farlo- e ci divertivamo insieme. Dal Pinuccio presidente ho imparato molto: in primis, la sua idea di pallacanestro improntata sulla collaborazione senza invidia. La nostra è una missione. Dovremmo ricordare più spesso chi eravamo (specie al foro boario) per essere meno presuntuosi».
Condizione imprescindibile per accettare l’incarico alla guida della Due Esse Basket, proprio il rinnovato appoggio del patron Stefano Scatigna. 
«Una città come Martina Franca non può permettersi questo livello di basket senza un gruppo solido come quello guidato da Stefano Scatigna o –allo stesso tempo- senza il prezioso apporto degli amici storici della Serveco. L’attaccamento della “famiglia” Scatigna ha dell’incredibile…».
Cosa è cambiato dalle esternazioni di metà giugno quando proprio lei si faceva portavoce di un malumore comune della dirigenza bluarancio che si possono racchiudere nella espressione “Stanchi di tirare la carretta”?
«Definire durissimi gli ultimi due anni è riduttivo, siamo stati praticamente soli. Dopo l’esternazione a cui fai riferimento, sono state numerose le dimostrazioni di affetto e sostegno. Una spinta notevole che ci ha commosso e convinto a non mollare. La scomparsa della LC Five, poi, mi ha lasciato sgomento e forse ha influito ulteriormente per ricaricare le batterie e ripartire».  
È prematuro parlare di obiettivi e ambizioni?
«Sì, lo è. Aspettiamo il ritorno di patron Stefano Statigna (fuori per lavoro) per porre le basi per la Due Esse Basket che verrà. Dopo attente valutazioni, metteremo a punto il miglior programma possibile. Per il momento, da questo punto di vista, è tutto tranquillo».  
Che tipo di roster ha il compito di allestire il direttore tecnico Nico Valzani?
«Il Direttore dovrà allestire una squadra in grado di farci divertire, magari con qualche giocatore di carattere (il cosiddetto “vastaso”). Non ne vado pazzo, ma sono determinanti nei momenti più delicati delle gare e dei campionati».
Oltre al cambio al vertice, quasi sono le novità dell’assetto dirigenziale? Ci saranno nuove figure che si affacceranno in società?
«Ci saranno delle novità accanto a delle riconferme: tutta gente che ho pensato subito di coinvolgere nel nuovo corso delle Due Esse Basket. Le prime disponibilità non sono mancate, nel giro di poco tempo saprete i nomi».
Quale appello vuole rivolgere alle forze economiche del territorio per invitarle a interessarsi –e avvicinarsi- al progetto-DueEsse?
«Le motivazioni sono molteplici, ne menziono solo tre: l’amore per il basket di chi orbita nel progetto-Due Esse; la necessità di esempi provenienti dagli imprenditori del territorio; il veicolo-basket, ottimo motore pubblicitario per il proprio brand e azienda».
Quale messaggio invece vuole inviare a quei tifosi che fedeli sono rimasti accanto alla società non smettendo mai di credere nei colori?
«Non ci sono parole: siete stati fantastici per passione e attaccamento alla squadra e a chi lavora dietro le quinte. Continuate a credere in questo sport fantastico e nelle persone che come voi lo amano. Forza Martina!».
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor