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"A lavar la testa all´asino…"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

8
MAR
2017

Si continua a parlare di candidati ma non si spreca una sola parola sui programmi. Allora proviamo a farlo noi mettendo al primo posto del programma, dopo salute, ambiente e lavoro, quello del recupero e della fruizione della Città Antica di cui tutti si dichiarano esperti ma che intanto continua a cadere a pezzi


Tornano oggi alla mente del cronista le parole ascoltate talvolta tra i banchi di scuola quando l’insegnante ci spronava a interessarci all’apprendimento e alla formazione e ci ricordava che, se si finiva per essere sordi alle sollecitazioni, come l’asino, si finiva per ottenere un risultato negativo. Il detto così recitava: “A lavar la testa all’asino si perde acqua, tempo e sapone”, cioè non serve a nulla, è tempo sprecato perché si finisce per fare il classico orecchio da mercante.
La stessa sensazione stiamo provando in questi giorni in cui lotte intestine all’interno dei partiti mettono fuori dal cilindro nomi che con la politica nulla hanno a che vedere e che soprattutto non rispondono a quei parametri che ci siamo preoccupati di elencare nelle precedenti puntate.
A tale proposito ci viene incontro il messaggio quaresimale dell’Arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che insiste sul fatto che “moralità e spirito di sacrificio siano patrimonio di chi si candida a sindaco”.
Convinti sempre di più che “il più brutto sordo è colui che non vuole sentire” abbiamo pensato di accantonare questa nostra specie di decalogo per il nuovo sindaco perché ci siamo resi conto che fra i nomi detti, e non detti, venivano fuori candidati che erano l’opposto di ciò che la gente di strada va cercando.
Così, in nome di una sedicente democrazia, ci ritroveremo come al solito candidati non graditi e potremmo correre il rischio di non trovare quello giusto in nessuno degli schieramenti in campo.
A questo punto viene spontanea la riflessione: “Che fare? Andare comunque a votare, e accettare ciò che ci viene propinato dall’alto, o astenerci dal voto?”. Sappiamo bene che è un nostro diritto esprimere la scelta e la preferenza per questo o per quel candidato, eppure è necessario dare un segnale all’esterno dicendo che siamo stufi di essere manipolati come marionette.
Anche mentre scriviamo la presente nota si continua a parlare di candidati ma non si spreca una sola parola sui programmi. Allora, proviamo, con umiltà, a farlo noi mettendo al primo posto del programma, dopo salute, ambiente e lavoro, quello del recupero e della fruizione in toto della Città Antica di Taranto di cui tutti si dichiarano esperti e si riempiono le bocche, fanno i “soloni” di turno ma intanto la Città antica continua a cadere a pezzi.
Diciamo la verità, senza infingimenti, che se non ci fosse stato l’intervento del privato, poco o nulla si sarebbe fatto per la nostra stupenda Città antica, ma il fatto stesso che gli interessi siano rivolti su di essa è un fatto certamente positivo.
L’ente pubblico ha continuato a murare i palazzi pericolanti, ha lasciato vivere ogni forma di commercio abusivo e soltanto verso la fine della presente amministrazione ci si è ricordato di un concorso per l’assegnazione di botteghe che potrebbero rivitalizzare la Città antica.
Per quanto attiene i progetti faraonici e futuristici sulla Città antica di Taranto, con tutto il rispetto per il fior fiore degli architetti, nutriamo le nostre riserve che potranno mai realizzarsi. Sono stati aperti ipogei e alcuni palazzi nobiliari, sono sorte associazioni culturali di volontariato ma non bastano! La città deve essere conosciuta per quella che è e si deve intervenire perché rinasca dalle ceneri dell’abbandono degli ultimi cinquant’anni.
Cosa fare allora? Bisogna partire dalle case da ristrutturare e da assegnare a chi ama veramente vivere nella Città antica: diversamente costruiremmo una città museo che non servirebbe a nessuno.
Ma siamo soltanto all’inizio della nostra analisi.
Per oggi mettiamo il punto fermo e voltiamo pagina per conoscere le notizie.

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Una coppia di salentini, Sonia e Massimiliano, a causa delle precarie condizioni economiche familiari è stata costretta a vendere i due anelli nuziali per dare da mangiare ai figli. In poche ore è stata promossa una colletta alimentare all’interno del quartiere, una vera  gara di solidarietà e di generosità che ha visto al dito della coppia nuove fedi e una molteplicità di regali che loro, con gesto altrettanto generoso, hanno voluto devolvere a chi ne aveva bisogno.

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Sorgerà alla Salinella, in località Masserotti, il terzo Cimitero di Taranto dopo lo storico “San Brunone” e quello di Talsano. Si attende il bando. Intanto si sa che il Parco cimiteriale sarà intitolato al poeta greco Leonida da Taranto. Il nuovo Cimitero prevede campi di inumazione, impianto di cremazione e sepoltura per animali da affezione.

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Il direttore dell’Aci, Pino Lessa, ha preannunciato che presto la storica Masseria Vaccarella, ricadente fra le cento masserie del territorio ionico, rinascerà a nuova vita. Sono previsti lavori di ristrutturazione e di uso polivalente che finirà per ridare lustro al sito e per offrire ai tarantini l’opportunità di disporre di un albergo, di un ristorante, di campi da tennis e da calcetto, il tutto in un progetto da 700 mila euro con l’opportunità di far rivivere gli spettacoli sull’erba come accadeva negli anni passati quando la struttura era ancora efficiente.

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L’Amat, la società proprietaria dell’edificio dell’ex Upim che si trova in via Mazzini angolo via Temenide ha assegnato in affitto alla Lidl, una catena europea di supermercati, il piano terra e il primo piano. Il piano terra sarà utilizzato come sede del supermercato e il primo piano come parcheggio al servizio di questa zona della città, e non esclusivamente riservato alla clientela. Così l’area di via Cesare Battisti si arricchirà di ulteriori 30 posti che vanno ad aggiungersi ai 120 dell’area di sosta “Icco” e ai 140 del parcheggio “Artiglieria” di prossima realizzazione. Intanto la notizia ha scontentato i commercianti della zona che hanno protestato contro il provvedimento.

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Dopo oltre un secolo i Padri Gesuiti di Grottaglie lasceranno lo storico santuario di San Francesco De Geronimo e la residenza di via Marx. La decisione nasce dal fatto che non c’è disponibilità di Gesuiti per mantenere in attività il centro di Monticello. Le due strutture saranno acquisite dalla Curia tarantina.

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I nostri lettori ricorderanno la battaglia sostenuta dal consigliere regionale Gianni Liviano, dal Comune di Taranto e dal Comitato per la Qualità della Vita per il riconoscimento di Taranto nell’itinerario pugliese delle Vie Francigene. Nonostante il via libera del Consiglio regionale, la Giunta regionale pugliese non ha inserito il territorio ionico. Pronta e rabbiosa la protesta da parte dei sostenitori della proposta.

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Sul fronte dei tumori in campo ematologico il primario, prof. Patrizio Mazza, fa sapere che ogni anno al Moscati vengono effettuate sei mila visite e che, purtroppo, i pazienti sono in aumento e tra cinque anni saranno ben 34 mila. E’ del 30% la percentuale di incidenza di tumori nei bambini tarantini rispetto al resto del Paese ed è del 10% la percentuale di crescita dei rischi di pazienti colpiti da infarto del miocardio nel capoluogo pugliese.

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Talvolta l’estro umano può far sì che finanche dai rifiuti possano venir fuori oggetti utili. Così Maurizio Capone e Bungt Bangt, un esploratore senza confini e artista geniale, sta trasformando al rione Tamburi alcuni rifiuti in strumenti musicali. Si servirà di materiali di scarto come scope, barattoli di marmellata e altro per far capire ai giovani studenti del Quartiere più martoriato di Taranto che la speranza è l’ultima a morire.

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A Grottaglie i volti spaziali. Il Governatore Emiliano punta sulla sperimentazione e per questo nei giorni scorsi a Roma ha incontrato il Presidente dell’Enac. Con tale progetto dall’Arlotta di Grottaglie potrebbero alzarsi voli fino a 100 chilometri di altitudine per favorire il turismo spaziale. Nel progetto è previsto che i voli ultraveloci possano collegare Puglia e California in sole due ore.
E’ bella la notizia, intanto gradiremmo per restare con i piedi a terra che l’Arlotta, nelle more, potesse essere utilizzato come aeroporto civile e non soltanto nei periodi di emergenza neve, come qualcuno ha ipotizzato, ma sempre perché ha una struttura e una pista che non è seconda a nessuno.



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