MENU

Donatella Infante/Nessuno escluso

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

22
FEB
2013

 

L’attenzione e l’impegno di un assessore che non esclude nessuna categoria sociale. Dalle donne ai minori, dalle famiglie agli stranieri: tutto quello che serve per una politica attenta alle esigenze del nostro paese
 
Una danza per far sentire la propria presenza e la voglia di fluttuare nell’aria, libere e fiere di essere donne. Donne coraggiose, autentiche che non hanno paura di gridare al mondo il loro stato di emergenza, perché spesso vittime di mentalità chiuse, retrive, irrimediabilmente violente. Una violenza che uccide e squarcia le vite di giovani ragazze, compagne e madri, costrette all’oltraggio di un abuso che le segnerà per sempre, privandole della dignità, della forza e del coraggio. Nella giornata per eccellenza in cui si celebra l’amore in tutte le sue forme e colori, il 14 febbraio, migliaia di donne hanno occupato le piazze d’Italia, sulle note di ‘Break the Chain’ (Spezzare la catena), la canzone diventata inno del ‘One billion rising’. È la giornata mondiale del V-Day, (V come Valentino, Vittoria e Vagina) il movimento globale fondato da Eve Ensler, l’autrice dei Monologhi della vagina e ispiratrice dello slogan: «Svegliati, balla, partecipa». È la voce delle donne a sprigionarsi nell’aria, è il loro corpo a dire: «No». No alla violenza sia fisica che verbale, no alle mutilazioni genitali, no all’incesto, no alla schiavitù sessuale. Un flash mob che per la prima volta passa anche dal nostro paese, come ci conferma Donatella Infante, Assessore alle Politiche Sociali, ma prima di tutto ‘donna’. Dotata di una grande sensibilità, sin dai primi giorni del suo mandato ha mostrato grande tenacia e idee chiare, portando avanti numerose iniziative e mostrandosi sempre disposta ad ascoltare le esigenze delle fasce più deboli: un impegno che conduce più decisa che mai, grazie a nuovi progetti che segnano una piccola evoluzione nel nostro territorio. 
Assessore quest’anno il V-Day arriva anche a Martina. 
«Sì, è la prima volta che Martina Franca partecipa a un’iniziativa del genere nella giornata internazionale della lotta contro la violenza sulle donne e desideravo tantissimo che anche la nostra città testimoniasse la sua presenza. Si tratta di un’iniziativa organizzata in pochissimo tempo, ma la sua realizzazione era di fondamentale importanza: da quando sono assessore mi sono resa conto che, nel nostro paese, la denuncia delle violenze è in secondo piano, infatti, oltre il 94 % dei casi non viene denunciato. Ecco perché sentivo la forte esigenza di squarciare un velo e iniziare a parlare di questo fenomeno».
Una risposta contro la violenza sulle donne giunge dalla nascita dell’E.M.I, qual è l’obiettivo di questa nuova equipe?
«Per quanto riguarda l’E.M.I, Equipe Multidisciplinare Integrata, siamo il primo ambito della provincia di Taranto ad approvare il Protocollo d’intesa a cui segue l’approvazione del protocollo operativo locale. L’equipe sarà formata da un’assistente sociale, da uno psicologo e da un dirigente psicologo nominato dall’Asl e raccoglierà ogni tipo di segnalazione, valuterà eventuali e necessarie azioni di protezione, segnalerà alle autorità competenti situazioni di abusi sessuali, maltrattamenti e violenze e cercherà di promuovere attività di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto alla violenza mediante iniziative di comunicazione. Sempre a sostegno del mondo femminile, mi piacerebbe portare a compimento un altro provvedimento importante: un bando che prevede dei contributi per le madri nubili. Si tratta di un provvedimento a cui stiamo già lavorando per sostenere tutte quelle situazioni di donne con figli a carico che hanno voluto portare avanti da sole una gravidanza o che si sono ritrovate sole ad affrontare il carico di cura, a causa della crisi. In questi mesi ho dedicato molto tempo all’ascolto e ho ricevuto tantissime persone, proprio per capire quali fossero le necessità maggiori e dove orientare le iniziative: è in questo modo che è nata l’idea di questo progetto che ritengo di grande utilità ». 
Ci sono altri provvedimenti che l’amministrazione ha adottato per la tutela e la salvaguardia delle donne nel nostro paese?
«Grazie alla collaborazione con l’associazione Sud Est Donne, con le forze dell’ordine, con l’ospedale e il consultorio (luoghi simbolo per le donne), il nostro obiettivo è quello di attivare una rete che si faccia carico di tutte quelle situazioni delicate e complesse. In un primo momento, raccoglieremo i dati di tutte le donne che vivono situazioni di violenza per avere un’evidenza concreta di questo fenomeno, spesso taciuto e nascosto; mentre la fase successiva sarà quella di coinvolgere i pediatri che interagiscono sui minori, osservando i loro disagi e le violenze subite. Ci tengo a precisare che questo importante progetto nasce già nel 2011 e noi stiamo cercando di portarlo avanti al meglio, anche se bisogna lavorare molto affinché la gente trovi la forza di denunciare. Mi rende molto felice aver notato grande partecipazione da parte delle forze dell’ordine: più volte hanno ribadito la necessità di proteggere chi ha il coraggio di denunciare e sapere che c’è una casa rifugio aperta tutti i giorni rappresenta davvero un passo importante».
Tra le varie iniziative di cui è promotrice c’è anche quella che riguarda la nascita del Centro Ascolto Famiglie, in cosa consiste?
«Il Centro Ascolto Famiglie parte il 15 febbraio e rappresenta un’altra tappa importante del nostro lavoro di cura e sostegno alla famiglia. L’anno scorso i casi presi in carico sono stati 40, perciò quest’anno speriamo di aumentare questo numero, diffondendo sul territorio la presenza di tale sportello. Si tratta di un luogo neutro volto all’ascolto e al sostegno della genitorialità, non soltanto per le famiglie ormai in rottura, ma anche per quei casi in cui bisogna disciplinare la fase della separazione. Questo Centro offrirà, quindi, una serie di prestazioni in grado di aiutare tutte le famiglie che affrontano varie difficoltà legate alla gestione del management familiare: problematiche legate al rapporto con i propri figli nelle varie fasi di crescita, difficoltà economiche che si riversano negativamente sul rapporto di coppia e altri contesti relazionali. Ad aggiudicarsi l’appalto per questo progetto è stata la Cooperativa Sociale C.R.I.S.I. La nostra società si confronta quotidianamente con la crisi della famiglia, infatti, sono tantissimi i casi di separazione presenti sul nostro territorio. Una buona politica deve essere in grado di capire le esigenze e l’evolversi di una società che stenta ad imporsi contro una crisi che attanaglia numerose famiglie. Come assessorato vogliamo sostenere le famiglie che vivono delle crisi di coppia a seguito di precedenti difficoltà economiche: l’ascolto, la presenza di un luogo neutro e di un’equipe specifica si rivelerà prezioso e spero che si possano ricongiungere numerose coppie».
A proposito di famiglie, c’è anche un’altra novità legata alla possibilità di un contributo monetario volto a rimborsare le maggiori spese affrontate nel 2011. 
«Sì, cercheremo di utilizzare i fondi del piano sociale di zona per sostenere le famiglie con quattro e più figli a carico, erogando un contributo monetario che arrivi fino a un importo massimo di 2.000 euro. Tale contributo dovrà intendersi come forma di ‘rimborso’ alle spese sostenute nel 2011, (documentate presentando relative ricevute) non solo relative ai figli, ma anche riguardanti il pagamento di alcune ingenti tasse come l’imposta TARSU o le spese per l’AQP (Acquedotto Pugliese). Il bonus è commisurato alla condizione reddituale del nucleo familiare, comprovabile mediante la presentazione di un reddito ISEE fino a 40 mila euro». 
Quali sono le altre emergenze incombenti che attanagliano la nostra città e sulle quali è necessario intervenire?
«Ci sono due emergenze fortissime: la prima è quella del lavoro e da questo punto di vista abbiamo partecipato a un bando di borse lavoro per categorie fragili e a rischio. La seconda emergenza è quella abitativa: in settimana verrà approvata la graduatoria di un bando per gli alloggi popolari, bandito prima che noi ci insediassimo, per il quale ho semplicemente raccolto le domande e tradotte in una graduatoria. Il problema è che Martina non ha disponibilità abitativa e siccome questa emergenza va al di là delle 104 domande presentate, l’impegno dell’amministrazione sarà quello di reperire i fondi per un’edilizia residenziale popolare. A Martina non si costruiscono case popolari da trent’anni e in questo momento la casa rappresenta un nodo cruciale, specie in un mercato che per troppi anni ha visto prezzi proibitivi». 
C’è un altro tema importante che ha affrontato come Assessore: quello relativo alla forte presenza di stranieri sul nostro territorio.  
«Sì, a questo proposito, ho fortemente voluto la figura del consigliere straniero aggiunto in consiglio comunale, perché ritengo che sia un atto doveroso da parte di una città che vuole definirsi solidale e accogliente, riconoscendo la presenza degli immigrati che si sostituiscono in maniera quotidiana al lavoro di cura delle famiglie. Il nostro paese rappresenta il primo ambito per la presenza di stranieri, oltre 1700 secondo l’ultima relazione sociale, perciò credo che sia doveroso attuare una politica che affronti questi dati. Ovviamente il consigliere straniero aggiunto non avrà diritto al voto, ma potrà partecipare a tutte le commissioni consiliari: credo che questo sia un segnale importante in un paese che ha coniato la parola ‘clandestino’ che ritengo indecente». 
Per completare l’anamnesi del grande lavoro che ha caratterizzato il suo assessorato finora, non posso non fare riferimento alla preziosa collaborazione sorta con la rete locale del volontariato: un grande passo in avanti. 
«Sì, sono stata contagiata dalla vivacità del volontariato a Martina. Nei primissimi giorni di mandato, il Sindaco mi ha dato una lettera da parte delle associazioni di volontariato in cui si richiedeva l’istituzione della consulta, perciò ho voluto contattare subito tutte le associazioni per conoscerle e capire le loro esigenze.  Il primo passo è stato quello di far conoscere le associazioni tra di loro, affinché ciascuna conoscesse l’operato dell’altra. Era necessario uscire da un volontariato circoscritto per poter creare anche una buona rete di collaborazione e penso che il raggiungimento della Consulta del Volontariato, votata all’unanimità, sia il risultato più forte di questo lavoro». 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor